da Biagio Coppola
Da un senso di frustrazione misto a rabbia e tristezza la vicenda dei Marines che hanno ucciso circa cinquanta civili a sangue freddo per rappresaglia nel novembre scorso in Iraq.Il paragone con le SS, per i “gloriosi” marines appare fin troppo scontato, vista la cruenta e sconsiderata reazione del plotone guidato da un qualsiasi, o meglio, uno dei tanti, sergenti Hartman di Full Metal Jacket, quell’esaltato animale da guerra che costringe al suicidio un tenero soldato detto “palla di lardo” .E come è stato pietoso e tragicomico l’incontro tra Bush e Blair due uomini palesemente sconfitti e fagocitati dalla propria politica guerrafondaia! Quanti morti e quante stragi ci costerà ancora portare la democrazia in Iraq?
da Vittorio Grondona – Bologna
Personalmente io penso che la famiglia sia solo quella consolidata ormai da secoli. Composta cioè da moglie, marito ed eventuali figli, naturali o adottati. Le unioni di fatto, per le quali non ho proprio nulla in contrario, sono decisamente un’altra cosa. Magari con qualche similitudine alla vera famiglia, ma con la stessa non condividono quel vincolo indispensabile che ne caratterizza la diversità. Sono realtà però che uno Stato civile e soprattutto laico ha il dovere di disciplinare comunque e di cercare regole eque e precise che stabiliscano i doveri ed i diritti di coloro che intendano stare insieme in un sistema diverso dalla famiglia tradizionale. Sposarsi col miraggio del divorzio mi sembra una grossa scemata. Così come non mi sembra equo stabilire per legge dei diritti, come per esempio quello della reversibilità della pensione, senza un formale pubblico contratto di convivenza fra due persone. Quando si devono riconoscere dei diritti è difficilissimo stabilirne le condizioni. In poche parole, non si può stare nella situazione di liberi e di sposati nello stesso tempo.
da Pier Franco Schiavone
Caro CSF, nessuno nega che Sposini possa criticare il suo ex capo sul piano personale. A casa sua però, o magari in una riunione di redazione. Oppure lo porti davanti al giudice del lavoro. Quello che m’infastidisce è che i protagonisti del mondo dei media utilizzano uno strumento di lavoro per azzannarsi. Altrettanto fastidiose sono le affettuosità giornalistiche. Tu sei un giornalista ed hai una consuetudine quotidiana di frequentazione dei media dall’interno, per così dire, dunque forse ne hai una visione differente, ma il pubblico li usa solo per informarsi o per divertirsi. La polemica di Sposini (attenzione, non la notizia che è stato rimosso) non è divertente, non è informazione e finirà in Tribunale. Sposini non ha denunciato un malcostume ma racconta di un’antipatia reciproca che è finita con l’affermazione del più forte. Il vero responsabile di quello che accade al TG5 è Berlusconi, non Rossella che è quello che è. A proposito, Rossella avrebbe potuto licenziarlo senza l’assenso di Berlusconi? (…)
da Simone Boi
Mi chiedo come la chiesa possa affermare che i pacs sono contro la famiglia e Ruini ammonisce i credenti a votare per chi difende i valori della famiglia quando tengono in pedi un istituzione come la sacra rota che permette a chi ha dei doveri di strafregarsene del coniuge e dei figli pagando ridicole sommette. Ci vorrebbe un bel po’ di coerenza.
Luca Corsero di Montezemolo attacca gli interessi degli operai dettando al nuovo governo perfino le strategia da seguire e agli italiani non gliene frega niente!
da Alberto Arienti
Rileggendo con calma i post sui Pacs, mi sorge un dubbio: non è che tutto si riduca all’ottenimento della reversibilità della pensione? Uniamoci in una qualunque formazione sparsa (due normale, due gay, tre bisex, tre gay, quartetto per pokerino ecc…) e freghiamoci la reversibilità!
da l’Unità
da Luca Serpieri
Il signor Freda non è nuovo a posizioni estreme e anche un po’ particolari. In questo caso voglio mettere in luce una difficoltà logica che è possibile rilevare nella sua ultima lettera PARITA’ DI DIRITTI. Seguo bene il suo ragionamento teso a garantire i diritti delle minoranze, però, nel modo in cui lui stesso prevede di raggiungere questa tutela si presentano delle incongruità. Se le leggi – cito-servono a garantire qualcuno da ciò che la prepotenza della maggioranza, spontaneamente, vorrebbe impedirgli di fare, ciò significa che in una società democratica non è possibile promulgare leggi. Dove troverebbe la maggioranza parlamentare, in un regime veramente democratico, una legge che impedisce l’espressione della volontà dell amaggioranza stessa dei cittadini? Evidentemente la tentazione totalitaria che scorre nel sangue del comunistissimo Freda, per la quale il popolo va diretto e guidato dall’alto trova tanti modi e singolari di esplicitarsi.
da Alessandro Ceratti
Boh, sarà perché sono cattolico ma io questo problema di tutelare lecoppie di fatto non lo capisco. Se qualcuno sta insieme con qualcunaltro e vuole che che gli siano in qualche modo riconosciuti dei dirittiper questa unione (il diritto di visitare il compagno all’ospedale, ildiritto alla reversibilità della pensione ecc.) è semplicissimo: sisposa. Si sposa civilmente e così compie ufficialmente quella procedurache lo Stato richiede proprio per poter garantire la reversibilità ecc.ad una persona precisa e non a una che, per quanto gli risulta, potrebbeessere la prima che passa sulla strada. Tutt’al più varrebbe la pena chesi rendesse più semplice e meno costoso il divorzio. Da questoragionamento rimangono fuori gli omosessuali. Benissimo, lasciamo che sisposino anche loro! Sarebbero contentissimi! E se proprio non vogliamochiamarlo matrimonio (perché a qualcuno fa specie) chiamiamolo in unaltro modo.
PARLAMENTARI NON VUOL DIRE CHE BISOGNA SEMPRE PARLARE. Si sono precipitati sui media come delle cavallette con dichiarazioni ed interviste appena nominati ministri. Non è stato un belvedere. Io mi sono detto: aspettiamo un po’, magari si calmano. Invece hanno continuato anche quando Romano Prodi, l’unico sobrio, li ha richiamati all’ordine. L’intervista che mi ha colpito di più è stata quella a Giovanna Melandri in cui diceva: “Lasciateci il tempo di lavorare”. A prescindere dal fatto che la frase non mi sembrava per nulla nuova, anzi l’ho trovata proprio inopportuna e portasfiga, io il tempo glielo lascerei pure, ma sono loro che lo usano tutto per dare interviste e rilasciare dichiarazioni. Lavorare quando?
GIOCARE FA MALE. Buffon è nei guai perché scommetteva. Qui non si tratta di stabilire se scommetteva prima o dopo il divieto stabilito dalle autorità calcistiche. Qui mi interessa solo prendere atto che esiste un giudizio etico sportivo sul calciatore che scommette. Uno pensa: è chiaro che scommettere contro la propria squadra è male. Ma scommettere sulla propria vittoria? Ogni partita è in fondo una scommessa su se stessi. E scommettere su una partita che non c’entra nulla col proprio campionato? Niente, è vietato tutto. E allora non si può fare a meno di pensare che esiste un pregiudizio negativo contro le scommesse in quanto tali. Cioè: un calciatore non scommette e basta in quanto le scommesse non sono un’attività nobile. Non si tratta di decidere se sono legali o illegali. Non sono una cosa adatta agli sportivi. Sei d’accordo? Non sei d’accordo? Non è così importante. Resta un problema: se le scommesse sono una cosa brutta per i calciatori, perché sono una cosa brutta per le squadre? Cioè: come mai il Milan è sponsorizzata da una società di scommesse austriaca e nessuno dice niente?
BINDI SARA’ LEI. IO SONO SOLO LESBICA. Dopo la pessima uscita dell’incredibile Saia che ha accusato Rosy Bindi di essere lesbica, cento magistrate di Magistratura Democratica hanno fatto un documento di sostegno dichiarando “Siamo tutte lesbiche”. E che cosa c’entra? Sostegno per le lesbiche o sostegno per la Bindi? Cioè: che cosa è politicamente scorretto? Dare della lesbica alla Bindi o della Bindi alla lesbica? Questa formula del “siamo tutti?” serve generalmente in quei casi in cui uno, faccio un esempio, dice che gli americani sono stronzi, oppure che gli extracomunitari rubano, oppure gli ebrei sono fascisti. Allora per solidarizzare con loro uno dice: siamo tutti americani, siamo tutti extracomunitari, siamo tutti ebrei. Ma in questo caso la categoria è la Bindi e l’insulto è il lesbismo. Semmai le cento magistrate avrebbero dovuto dire: “Siamo tutte Bindi”. Così, tanto per mettere i puntini sulle “i”.
E’ UNA VITA CHE VOGLIO FARE IL SENATORE A VITA. Adesso lo sappiamo. Valentino Parlato, Gabriele Polo, Marco Rizzo non vedrebbero male Gianni Letta senatore a vita. Perché? Perché è una brava persona. Ma anche io sono una brava persona. Perché non mi fanno senatore a vita? Mi allargo: perché bisogna fare per forza dei senatori a vita? Già con questa legge elettorale i rappresentanti del popolo non vengono eletti dal popolo ma nominati dai partiti. Lo facciano anche con quelli che reputano degni di essere fatti senatori a vita. Odio l’istituto dei senatori a vita come quello delle lauree honoris causa. Esistono delle strade per ottenere certe cose. Le scorciatoie sono delle sciocchezze. Chi vuole fare il senatore si candidi. Chi vuole la laurea studi. Spiace per Valentino e per Vasco Rossi. Ma bisogna porre un freno prima che li facciano oltre che dottori anche senatori.