da Alberto Arienti
Cari Freda, Ceratti e Freeman, l’ingordigia dei DS è così enorme che non avranno nè camera nè senato (e nemmeno la presidenza della repubblica). Non importa se sono stati la base (anche organizzativa) che ha fatto funzionare le primarie (dove Fausto ha fatto solo la sua sfilata di preparazione), non importa se si sono logorati politicamente per accontentare la margherita,non importa se sono l’ossatura dell’unione…
da Daniele Boccadamo – Monza
Se non ho sentito male, il Presidente della Camera in pectore avrebbe dichiarato che “bruciare le bandiere di Israele è incompatibile con il 25 Aprile”. Perché, un rogo siffatto è forse compatibile con altre ricorrenze? E’ questa la migliore espressione democratica del governo che verrà ? Congratulazioni vivissime !
Mi sembra un intervento un po’ cavilloso. Una cosa può essere idiota normalmente ma molto più idiota in determinate circostanze. (csf)
da Michele Lo Chirco
Ogni giorno saltano per aria decine di persone in Iraq, militari o civili, vecchi o bambini, uomini o donne. Oggi è il giorno della riflessione, delle frasi di circostanza, della commozione tenuta a stento: i morti sono italiani come noi. E quindi? I morti degli altri eserciti, di altre nazionalità, puzzano invece? Hanno meno dignità dei nostri? Se la sono in fondo cercata, quindi meritavano di morire, prima dei nostri, più dei nostri? Chissà chi fra noi ha incrociato un pomeriggio per strada uno dei morti di oggi: magari l’ha pure mandato a quel paese per non essersi fermato a uno stop, o per avergli fregato un parcheggio gli ha augurato chissà quali sofferenze. Oggi siamo tutti italiani, orgogliosi dei nostri morti. Dopodomani avremo già dimenticato tutto, e continueremo con le ipocrisie, con le nostre mancanze quotidiane, con i nostri peccatucci: fregandocene dei dieci, cento, mille morti altrui.
da Giorgio Goldoni
Antico proverbio spagnolo, che riguarda le guerre civili (e le competizioni lettorali al 50%):i vinti sono vinti e i vincitori sono sconfitti.
da Isabella Guarini
Caro CSF, l’intervista di CSF al professore Ricolfi, su il Mgazine del 27/04/06, mette in luce un personaggio di sinistra molto originale, ma non unico come intellettuale che resta coerente all’immagine di insider-outsider per tutta l’intervista senza cadere in contraddizione fino alla fine quando esclama.”…e un nuova classe dirigente si presenti alla guida di questo disgraziato Paese” Coerente dicevo con la sua posizione di persona politicamente schierata ma socialmente divergente, che considera disgraziato il Paese che pur gli consente una posizione elitaria. Mi viene spontanea una domanda. Ma chi sarebbero i disgraziati?
da Pier Franco Schiavone
Andreotti si sta prestando (me l’aspettavo da un siffatto padre della Patria) al tentativo da parte della destra di bloccare il Parlamento. L’Italia sta attraversando una delle peggiori, se non la peggiore, crisi economica e politica del dopoguerra e i nostri politici, invece di rimboccarsi le maniche, si prestano al gioco del Tartarino d’Arcore spalleggiato dai suoi zelanti sodali, compresa l’ormai patetica Lega. Andreotti sta dimostrando per l’ennesima volta di che pasta è fatto, lui sta al senso dello Stato come Sgarbi al senso della modestia. Peggio ancora sono quelli che annullano le schede o chi, come Pininfarina, pur dichiarando di appoggiare Prodi, vota Andreotti per amicizia, segno che non ha capito né dove si trova né con chi ha a che fare.
da Enrico Panzi
Spero di non apparire inutilmente polemico, ma una microriflessione va fatta.I componenti delle missioni di peace-keeping si definiscono – probabilmente a ragione – “professionisti”, spesso con malcelato sussiego ma tant’è.Professionisti, dunque: c’è un lavoro da svolgere, e sono pagati per questo.In Italia ci sono annualmente più di 1000 morti sul lavoro: quindi ben 3 tragedie al giorno, anzi 5 se si considerano 200 giorni lavorativi in un anno.E professionismo sia, dunque: ieri (giorno ferale ma anche feriale) ci sono sono stati 3 ulteriori, poveri morti sul lavoro che si sono aggiunti agli altri 5 di default, di cui non ha parlato nessuno e che non avranno il commosso commiato delle più alte cariche dello Stato.
!da Silvia Palombi
Caro manifesto oggi compi 35 anni, ci vendi un bel librone e cambi grafica. I cambiamenti grafici sono sempre traumatici e i lettori sempre pigri. Mi ci abituero’ ma mi piacevi piu’ ieri. Del resto io pure non sono piu’ la stessa di prima, magari ti piacevo di piu’ qualche anno fa… Mi sa che quello con te e’ il mio rapporto piu’ lungo. Spesso mi emozioni, a volte mi stufi, a rileggere Luigi mi vengono sempre i lucciconi. Talvolta ti mando a quel paese ma sempre piu’ frequentemente diciamo la stessa cosa. In fondo siamo una vecchia coppia. A volte addirittura mi trovo a dirti “ti ricordi”. Saro’ grave? Sei il compagno rompipalle e indispensabile che mi sono scelta; illunedi’ mi manchi molto ma un giorno di lontananza giova. Ti voglio bene, tisono grata, la mia vita non sarebbe la stessa senza di te in tasca ogni mattina. Cento di questi giorni! a te ma pure a me.
da Vittorio Grondona – Bologna
Ho avuto l’impressione che i suoi esempi di riferimento siano stati il Cavaliere e qualcuno dei suoi impomatati ricchi cicisbei… Gli italiani che si barcamenano ogni giorno nel loro fantastico, ingenuo e difficilissimo Paese con la speranza di potersi sedere a tavola quando suona mezzogiorno, sono nella stragrande maggioranza molto diversi da come lei li descrive. L’italiano medio ama la sua donna e si ammazza di lavoro per mantenere al meglio i suoi figli. Soprattutto non obbligherebbe mai la sua donna ad amarlo per forza. Infine, quando prega Dio sul serio, e non per opportunità di casta, è perché ci crede!
da Simona Vettraino
Mi sono rifiutata di leggere di bandiere strappate e fischi imbecilli. I miei ozi toscani, fatti di terme e passeggiate sulla neve residua del Monte Amiata, hanno avuto una piacevole parentesi il 25 Aprile. Sulla piazza di Abbadia San Salvatore, senza tanti discorsi, si sono ritrovati la banda del paese, i rappresentanti di carabinieri e forestali, il sindaco, i minatori in pensione, le coppie con i passeggini, gli ultimi partigiani con la loro bandiera. Alle finiestre c’era il resto del paese. La sensazione è stata piacevole. E ancora più bello è stato il saluto del giovane sindaco: “Mi raccomando, ha detto alla fine della manifestazione, lunedì prossimo tutti qui per festeggiare il 1° maggio”.