da Giorgio Guiotto
Non credo che l’aggressione sia giustificabile. Vorrà dire che “quando” una ronda leghista saccagnerà di botte uno squatter sarò prontissimo nel leggere il commento di Ceratti.Ceratti mi sa spiegare perchè Borghezio si meritava le botte da un gruppo di antagonisti?
da Paola Altrui, Roma
Io credo che Mario Borghezio rappresenti quanto di più becero l’attuale maggioranza riesca ad esprimere. Credo anche che chi si riconosce nel suo pensiero, sia o meno un elettore della Lega, denoti un quoziente intellettivo prossimo allo zero. Però, proprio perché rivendico una fondamentale diversità culturale e ideologica rispetto a Borghezio e ai suoi simpatizzanti, non provo alcuna soddisfazione né compiacimento per l’aggressione subita dal parlamentare leghista.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Borghezio oltre ad essere il razzista che è, ha anche culo. Pensate se l’avessero gonfiato come una cornamusa celtica quel giorno in cui spruzzò il disinfettante sulle ragazze nigeriane. Invece siamo costretti a solidarizzare, nonostante lo avessero invitato, per ragioni d’ordine pubblico, a non andare a sfruculiare quei ragazzi. Non approviamo la violenza ma a Borghezio è successo ciò che capitò al mite, pro-palestinese, Agnoletto coi giovani ebrei romani. I leghisti massacrerebbero chiunque andasse a disturbare Bossi, se Bossi lo chiedesse e qualche volta è capitato a dei giornalisti di essere allontanati con violenza. Immaginate cosa capiterebbe ad un mussulmano che andasse ad un comizio di Borghezio per gridare Allah è grande. Il buon senso si misura anche non andando a cercare provocatoriamente la reazione dei violenti.
da Alessandro Ceratti
Innanzi tutto, utilizzando al meglio le mie capacità azzecarbugliesche, faccio notare a Claudio che cosa ben diversa è dire che Borghezio quelle botte se le meritava (e ribadisco: se le meritava. Non potete negarlo) dal dire che giustifico coloro che l’hanno menato. Per quanto Borghezio se le meritasse, menare qualcuno rimane (e deve rimanere in ogni circostanza) un reato. Insomma: senza farla tanto lunga: quando dico che Borghezio se le meritava esprimo un giudizio su Borghezio, quando dico che giustifico o meno chi l’ha picchiato esprimo un giudizio sugli aggressori. Prima di giudicarli vorrei conoscerli. P.S. Se volete assumermi come avvocato per una vostra causa impossibile o volete segnalarmi a Previti, fate pure.
Campione mondiale di arrampicata sugli specchi (csf)
da Giorgio Trono
Mettiamo che Ceratti a mio parere abbia una visione della vita aberrante, mettiamo che lo incontri per strada mentre passeggia da solo ed io sia invece in compagnia di decine amici. Mettiamo che tutti insieme pestiamo a sangue Ceratti. Mettiamo poi che mi definisca pacifista e blablabla vari. Tutto questo secondo lo stesso Ceratti sarebbe giusto. Non credo ci siano altri commenti da fare.
da Alessandro Di Bella, Roma
caro CSF, pienamente d’accordo con te nello stigmatizzare un’aggressione fisica così condotta. Ma, per chi ricorda le imprese di Borghezio, tempestivamente riassunte da Blob ieri sera, non c’è che da essere d’accordo con Ceratti e Oldrini. E, in particolare, bisogna ricordare la “pulizia” dei sedili su cui erano seduti extracomunitari, nei treni: ottimo esempio di aggressione con relativo contrappasso!
Non capisco proprio come si possa essere duri col comportamento volgare e violento di Borghezio e teneri con chi si comporta come lui contro di lui (csf)
da Vittorio Grondona
Ogni violenza di gruppo deve essere condannata a prescindere. Così si comportavano gli squadristi del ventennio ed io non desidero in assoluto che si ripetano gesta fasciste con il mio compiacimento. Fazio e Bondi sono l’espressione vivente rispettivamente del nuovo capitalismo e della nuova politica. La Santanchè, comunque si faccia chiamare, ha sempre un dito eloquente in più che esprime il vero senso della sua politica. Infine i comici sono di due specie: quelli veri che fanno ridere per mestiere facendo riflettere sulle cose serie e quelli finti che fanno ridere solo quando parlano di cose serie. Peccato che buona parte del popolo apprezzi soprattutto questi ultimi.
da Giandomenico Cagnone
Ha ragione Csf, dico io. Nessuno, per quanto pirla, deve essere aggredito trenta contro uno. L’intenzione di percuotere tutti i pirla, direbbe De Gaulle, è un “vaste programme”. Inutile, e sbagliato. Solo un dettaglio non mi convince, nelle cronache dell’aggressione. Borghezio sostiene che volevano gettarlo giù dal finestrino. Questo non è inutile o sbagliato: è impossibile.
da Isabella Guarini
Caro CSF, in democrazia vale l’aritmetica dei voti, per questo è facile prevedere la vittoria del centro sinistra, che detiene il 90% delle amministrazioni locali, e non solo. Schierarsi con il probabile vincitore è sempre stata la via del successo per molti personaggi. Però, con un pò di senso critico bisognerebbe conoscere il movente che induce persone di successo a esporsi apertamente con i vincitori. Non conosco il motivo per cui, l’imprenditore Della Valle sia così critico nei confronti del suo collega Berlusconi. Penso che nello scontro porta a porta il Della Valle abbia fatto una specie di comizio accusando il suo interlocutore di non essere “una persona dimessa che dichiari pubblicamente di aver sbagliato e che prometta di fare meglio la prossima volta con il consenso degli elettori”. Ma, signori, ve lo immaginate il Della Valle, fare simili dichiarazioni, se un giorno ci capitasse di averlo come primo ministro? In fondo, la meglio è di chi è convinto di essere l’infallibile cavaliere smascherato.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Era impossibile interromperlo. Sembrava il ciclone Katrine con cazzate sparate a decine p/s. Insomma uno spettacolo unico e quasi realistico per chi non avesse avuto la sventura di averlo di già conosciuto. Vomitevole. Non capisco dove hanno lasciato la loro dignità e le capacità di rappresentanti della stampa, quel gruppo sparuto e ammutolito di “professionisti dell’informazione”. Non condivido le tue conclusioni. Della Valle e Sorgi hanno appena accennato quello che poteva diventare un dibattito “sul merito” subito rientrato, però.