da Silvia Palombi
Tentando di uscire illesa dall’attraversamento di via San Marco e via della Moscova (Milano, zona Corriere della Sera), in pericolo anche oggi con traffico azzerato, marciapiede compreso, per le biciclette che pretendono strada, riflettevo sulla situazione da cavernicoli che viviamo nelle strade delle nostre belle (sarcastico) citta’ industrializzate. Bene fa Gianni Guasto a dire “sempre e comunque, a sinistra e a destra, sopra e sotto”, se ci pensate e’ pazzesco, siamo all’eta’ della pietra quando, ovunque si fosse, era necessaria un’attenzione a 360 gradi ed era meglio camminare al centro dei sentieri per risparmiarsi qualche serpe. Io non vagheggio ritorni alle carrozze e eserciti di utenti stradali ordinati, ma l’allerta continua e’ stancante.
da Feliciano Bechelli
A mio avviso disquisire, come pare abbia fatto anche Barracco, di quel che ha scritto o non ha scritto l’Unità nel 1953 è capzioso. La questione è un’altra: un capo di governo affronta una conferenza stampa con la prima pagina di un quotidiano di cinquant’anni fa pronto, non appena l’inviata di quella testata prenderà la parola, a sventolarla per imbastire una polemica degna di un polemista, neanche troppo bravo, di un giornale di partito. Onde evitare il ripetersi di simili ridicole situazioni, qualcuno ricordi a Berlusconi uno qualsiasi di questi fatti: ventesimo congresso del PCUS, morte di Togliatti, segreteria di Berlinguer, glasnost e perestroika, caduta del muro di Berlino, dissolvimento dell’Unione Sovietica, calendario che segna Anno Domini 2005.
da Tommaso Trevisiol, Verona
Caro csf, cinquant’anni fa “l’Unità” ingannava i suoi lettori dipingendo Stalin come il salvatore dell’umanità; oggi continua a farlo mentendo (per omissione) nel riportare le parole con cui Berlusconi rievoca quegli stessi fatti. Quindi è “l’Unità” stessa che, attraverso l’articolo di Ugolini, conferma in pieno le tesi berlusconiane sulla sua propensione innata e mai sopita alla mistificazione della realtà. Immagino che Barracco volesse dire questo. E aggiungo che mi pare un’osservazione non peregrina.
da Massimo Puleo
Buttiamola sul politico. La furia anti Ponte della gran parte del centrosinistra mi sta convincendo a non votarli alle politiche:una specie di miracolo all’incontrario. Anche perché qua in Sicilia ormai i vostri paladini sono percepiti come il partito del non fare. Qualcuno di lor signori dovrebbe spiegare il doppiopesismo nelle vicende Ponte e Tav, entrambi facenti parte di corridoi europei, ma con gradi di simpatia molto differenti. E’ proprio finita l’era del 61 a zero? Me lo auguro, ma se è così il merito è solo di quelli del Polo che hanno governato tenendo presente l’interesse delle loro tasche e infischiandosene di quelli cui hanno – con tutti i mezzi – carpito il voto. (…)
da Giorgio Goldoni
Dopo l’abbandono israeliano della striscia di Gaza succedono cose strane: prima di tutto gli agricoltori palestinesi che sono subentrati nelle serre ex-israeliane non riescono a produrre lattuga e altre verdure senza insetti infestanti (era un vanto dei coloni israeliani) e secondariamente si lamentano perchè i loro nuovi “padroni” palestinesi pagano loro stipendi inferiori a quelli pagati dai coloni israeliani.
da Alessandro Ceratti
Ogni tot, evidentemente, si ripropone il problema di CSF che censura. Io seguo il suo blog dalla fondazione e devo dire che anc’io sono un po’ stufo di vedere che periodicamente questo problema fasullo (in questo caso specifico) salta fuori. Il massimo che si può “rimproverare” a Claudio è che gli capita di “pilotare” il suo sito invece che trascrivere in esso automaticamente tutte le cose che gli mandiamo. E di questo gli sono grato. Ho cercato di participare ad altre mailing list dove questa scrematura non viene fatta. Vi assicuro: si finisce rapidamente nel delirio e il tutto diventa insostenibile e soprattutto noioso. Rimprovero invece Claudio per il suo invito a Barraco ad andarsene. Capisco che abbia deciso di non fare il buonista ma non si espelle nessuno, soprattutto per così poco!
da Pier Franco Schiavone, Milano
Ok, m’inchino a Lancioni che di politica internazionale ne sa, aggrediamo anche la Libia. Poi Cuba (che è facile facile) poi facciamo un salto in Iran e Siria, dove ci spazzoleranno a dovere il fondoschiena e per questo perderemo per un pò voglia di pensare al Sudan, allo Yemen e poi di nuovo all’Afghanistan, che intanto sarà tornato in mano ai Talebani. Poi però dovremo tornare in Irak, dove ci sarà una guerra tra Sciiti, Sunniti e Curdi, tutti contro tutti, e poi la Somalia; poi magari destabilizzeremo la Cina, lì ci sarà da divertirsi per un secolo, e poi …. e poi basta, è Natale.
da Lorenzo Barracco
1) Barracco, con due “c”2) La mia “lunga” email conteneva 502 caratteri, che diventavano 918 con tutti i link riportati per esteso (come espressamente lei richiese in passato) che documentavano le mie parole. Ho sgarrato di 2 caratteri, senza chiamarmi Ceratti: chiedo scusa.3) La frase “l’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione ed il progresso dell’umanità”, riportata sulla prima pagina dell’Unità e riferita a Stalin, oltre che visibile nel video già linkato, è stata riportata il giorno stesso da tutti i siti d’informazione tranne L’Unità: idem il giorno seguente, almeno stando all’editoriale di Padellaro ed alla presentazione del servizio in prima. Leggendo L’Unità – e questo sito – parrebbe che per Berlusconi la colpa dell’Unità sia quella di aver riportato la notizia della morte di Stalin. Io le ho segnalato questo, peraltro ironicamente.4) Lei – legittimamente, scrissi – non ha pubblicato. Ha però pubblicato il commento disinformativo dell’Unità (da me già segnalato): questo insospettisce, così come insospettisce il suo curioso modo di esporre i fatti.Ora ho sballato sul serio. Pardon.
Credo che siano in tanti gli italiani che, con l’avvento di Berlusconi, hanno cominciato a rimpiangere la DC. E non per meriti della DC.
da Gianni Guasto
A proposito di maleducazioni stradali, vogliamo parlare dei motociclisti? Hanno diritto di passare sempre e comunque, a sinistra e a destra, sopra e sotto, e quando si rasenta una coda in senso contrario, bisogna farsi da parte per lasciar passare la fila dei motociclisti che viaggiano contromano. E l’idea di aspettare non li sfiora nemmeno.