da Claudio Urbani, Roma
Non mi ricordo la città del sig. Serpieri. Qui a Roma non ricordo di aver visto donne con lo chador, forse ne esistono, ma penso molto poche. Vestite alla mussulmana si, ma non sono dissimili da qualche ordine religioso, che non hanno mai suscitato proteste di offesa del comune senso del pudore. Ad ogni modo impariamo un pò di tolleranza dai paesi mussulmani, lì l’obbligo di indossare lo chador non è richiesto o imposto alle donne occidentali.
da Alessandro Ceratti
Cara Melotti, la tua ultima lettera è ineccepibile. Io non nutro alcundubbio sul fatto che -come dici tu- “VOI siamo quelle che decidono” e che quindi qualunque provvedimento o legge non metta esclusivamente nelle mani della donna gravida la decisione sulla sua gravidanza è destinata a essere violata. Lo so, è vero, è inevitabile. Soltanto: non necessariamente è giusto. Di cose inique il mondo è pieno, una per tutte altrettanto inevitabile: la sopraffazione dei ricchi e dei forti sui deboli. Anzi, direi che la questione di cui stiamo parlando non è che un caso un po’ particolare di questo genere di processo. Però sono disposto a rassegnarmi sulla questione aborto quanto sono disposto a farlo su quella della sopraffazione dei forti. Comunque, attendo anch’io veramente con ansia il momento in cui finalmente si faranno i figlicompletamente fuori dal corpo della donna. Dal concepimento alla nascita. La cosa mi fa un po’ tremare, ma la scienza riuscirà a raggiungere quel risultato e scopriremo quanto il nuovo sistema sarà meglio per tutti. (pensiamo semplicemente al caso di una donna che desidera ardentemente avere un figlio ma ha seri problemi medici connessi alla gravidanza e per portarla avanti deve rischiare la vita).
da Luca Serpieri
Vi parrà strano, ma sono assolutamente sincero in quello che vado ad affermare: a me vedere una donna mussulmana velata pesantamente (non il semplice fazzoletto sulla testa!) fa effetto. In Italia esiste una leggeche impedisce di andare in giro nudi, perché si urterebbe il comune senso del pudore. Noi di solito associamo questa parola a situazioni in cui prevale la nudità, o la provocazione sessuale. Ma io credo che il sentimento che provo quando vedo qualcuno sotto un chador non sia di tipo molto diverso da quando vedo qualcuno in abiti esageratamente discinti (non la semplice minigonna!). Freda quindi ha torto quando lascia intendere che in Italia uno possa andare in giro (s)vestito come gli pare. Non è così.
da Gigi Nocera
Durante il giro delle 7 chiese Rai per propagandare il suo libro Vespa si è trovato di fronte Corrado Augias nella trasmissione “Cominciamo bene-le storie” delle 12,45 su Rai 3.Finalmente ha trovato uno che non gli ha fatto da tappetino; che gli ha fatto notare che la Resistenza e la Costituzione del 1946 non si possono impunemente demolire, come ha cercato di fare lui in alcuni capitoli del suo libro. Che non si possono mettere sullo stesso piano i Partigiani e i combattenti della repubblica di Salò. A un certo punto Vespa ha avuto persino la spudoratezza di dire che i 7 fratelli Cervi (massacrati dai fascisti) erano avversati dai comunisti. A questo punto mi ha preso il voltastomaco è ho spento la televisione. Sempre più convinto che faccio bene a mai guardare Porta a Porta.
da Massimo Puleo
Mi pare di aver capito che il titolare di questa osteria virtuale abbia intervistato Bruno Vespa in concomitanza dell’uscita dell’ennesimo libro del brufoloso conduttore di Porta a Porta. Se è così: male! Non basta a giustificarlo il fatto che Vespa ha continuamente un nuovo libro in uscita. No. Ma ho un timore ancor più terribile. Credo che il posto di maggiordomo del salotto televisivo con le poltrone bianche sia vacante: a Sabe’, nun è che te stai a prova’ l’abbito de scena?
Cioè: mi condanni prima ancora di aver letto l’intervista? Oppure Vespa non andrebbe mai intervistato comunque? Bisogna intrevistare solo madre Teresa di Calcutta? Puleo, mi vuoi censurare, vuoi limitare la mia libertà? Non ti vergogni? (csf)
da Vittorio Grondona – Bologna
Sceso in Sicilia per partecipare alla propaganda elettorale amministrativa in favore del candidato di destra a sindaco di Messina, il ministro Storace, fra l’altro, ha confessato il suo sogno: gli piacerebbe fare per altri cinque anni il ministro della salute e che la relativa nomina fosse Fini a firmarla. Nella stessa occasione l’On. Nania, noto saggio italiano loquace corresponsabile della distruzione della nostra Costituzione, parlando della nuova legge elettorale assicura i suoi compaesani. Nella sostanza ha affermato: non vi piace Berlusconi? Niente paura. Se passerà il nostro proporzionale si potrà candidare Fini da Bolzano a Siracusa. Votate quindi AN ed il gioco sarà fatto. Fini sarà il nostro prossimo premier. Ecco cos’è la destra, innovativa anche nelle primarie… A parte l’incubo Storace, le semplificazioni di Nania sono davvero fuori dalla mia portata intellettuale. Sono sicuro che i siciliani, che non sono sicuramente ingenui come me, riusciranno a analizzare opportunamente quello che l’On. Nania ha cercato di far loro intendere.
da Gianluca Freda
Di tutti gli argomenti contro la legge 194, quello che mi risulta più fastidioso è quello “genetico”. Tipo: un feto è già un essere umano perché ne presenta tutte le componenti genetiche. Io non ho mai visto un filosofo dare consigli a un chirurgo sulle procedure per eseguire una tracheotomia. Non capisco perché, invece, la scienza medica, e la scienza in generale, si arroghino in continuazione il diritto di invadere il campo dell’etica e della filosofia. Dire che un feto è la stessa cosa di un essere umano è come dire che un frullato di farina, pomodoro, acqua e sale è la stessa cosa di un piatto di pastasciutta, perché ne presenta gli stessi ingredienti. Non sono gli ingredienti che fanno un essere umano, ma la sua forma, la sua funzione, il tipo di relazionalità che instauracon l’ambiente esterno e con gli altri esseri umani. Tutti campi di competenza dell’etica e della filosofia, non della medicina. Il fatto che la vita di una donna sia spesso paragonata a quella di un frullato mi fa capire molto bene l’incazzatura di Barbara Melotti, e mi fa pensare che la legge 194, in un mondo in cui i maschi non riescono a capire l’improponibilità di simili argomentazioni, rappresenti, tutto sommato, il male minore.
da Silvia Palombi
Viva Barbara Melotti e le sue parole!!! Ceratti la vedo male, mi sa tanto che ti tocchera’ imparare a fare una revisione completa del tuo modo di vedere. Abbiamo solo perso un po’ di voglia, di forza, di smalto, soprattutto le donne di oggi non sono le ragazze degli anni 70 (io tra quelle) che scendevano in piazza per i diritti della collettivita’. Oggi il senso del bene comune e’ sbriciolato, la collettivita’ non esiste piu’, si vive all’insegna del fottimento del prossimo. Sono scesa in piazza e ho lavorato sodo per l’approvazione della legge sul divorzio e sull’aborto, casa per casa a spiegare, parlare, ascoltare. Fatica meravigliosa. Non certo perche’ pensavo al mio vantaggio ma perche’ era un diritto sacrosanto anche di chi non conoscevo. Eravamo cosi’, allora. Oggi le ragazze sono diverse, arrotolate sui problemi che gli abbiamo lasciato in erdita’, insicure, frastornate, spesso inascoltate, molte sono extracomunitarie che vivono l’aborto in maniera profondissimamente diversa, emotivamente e culturalmente. Ma ce la faremo, dateci solo un po’ di tempo.
E’ nata una nuova bibita siciliana: cremolata di pera alla coca cola.
Avvocato un ricevimento nel quale si beve solo coca cola non e’ sontuoso, e’ la festa di carnevale di una scuola elementare.