da Rocco Ciolfi, Arce
Noi che invidiamo le nostre compagne per il privilegio della maternità; noi che se potessimo allatteremmo i nostri figli al nostro seno; noi padri che ci illudiamo di instaurare un rapporto genitore-figlio paritetico a quello materno; noi che soffriamo quando le donne ci rinfacciano con toni ed espressioni nette, perentorie e magari anche eccessive, che la maternità è solo cosa di madri. Noi, nella nostra impotenza e inutilità, sappiamo che riguardo all’aborto non esistono ?soluzioni? e che la verità è una e una sola: hanno ragione loro. Ha ragione Guia Soncini, ha ragione Barbara Melotti. Perché sappiamo bene che tutto si gioca sulla loro vita, sul loro fisico, sulla loro psiche. Perché ci è chiaro che mai nessuna legge potrà obbligare un uomo ad essere un buon compagno con cui, eventualmente, affrontare il dramma dell’aborto, o magari un buon padre presente, all’altezza, su cui poter contare. Solo che, quando ci viene detto a muso duro come se fossimo tutti ?quel bastardo che ha messo incinta? Anna Mantero, proviamo un certo fastidio nel sentircelo rinfacciare.
da Matteo Tassinari
Cara Melotti, capisco tutto. Non mi faccia però così Torquemada che non lo sono neanche di sguincio, forse altri hanno queste aspirazioni a quanto pare. Io no. Ho gradito la sua risposta proprio per il tono più pacato e intenso e sappia che vivo un grande rispetto per il dolore subito a causa della sua scelta e ogni nostro giudizio sarebbe una violazione. Non ho mai preso posizione perchè questo non è argomento da blog. Il mio era solo un invito a non utilizzare i diritti delle donne come una minaccia o un arma “urlante”, ma a farne tesoro e farli valere.
da Egidio Morretti – Pescara
Di tanto in tanto, sulle ns. pregiate reti televisive, ricorrono campagne contro cancro e malattie genetiche. Credo che donare soldi alla ricerca italiana sul cancro sia un’alea. Chi di noi immagina che la soluzione terapeutica (le misure preventive sono già note) al problema cancro verrà dall’Italia? Donare in favore di chi è tendenzialmente destinato a morte per fame o malattie banali è efficace con una certa immediatezza, mentre lottare contro un effetto collaterale della replicazione di materiale genetico (il cancro, appunto) è una scommessa. In altri ambiti sanitari, prolungare la vita di un ricco occidentale malato di AIDS costa migliaia di dollari l’anno. Condurre all’età adulta migliaia di bambini poveri, sieropositivi o meno, costa meno. Ecco un (in)felice connubio di cinismo e demagogia. Personalmente, oggi stavo per fare una donazione alla Samsung, ma ho visto Gino Strada in TV e ci ho ripensato.
da Aldo Vincent
Continua l’inarrestabile marcia di Bruno Vespa per la presentazione del suo nuovo libro (la volta scorsa ci divertimmo a monitorare le sue presenze in tivu: 34 + 5) e vi racconto come – secondo me- sono andate le cose con LE STORIE di Augias in onda attorno alle 13 su RaiTre.Secondo me, ripeto, nemmeno quel galantuomo di Augias e’ riuscito a negare al Brunello nazionale un’apparizione dentro il suo programma e obtorto collo lo ha fatto sedere su una delle sue poltroncine.A questo punto pero’ si e’ scatenato uno dei piu’ interessanti conflitti tra intellettuali intelligenti e preparati della nostra tivu e se le sono cantate con la grazia di un canto gregoriano.Naturalmente nessuno ha avuto il soppravvento, ma mi chiedo se sia giusto che una conversazione cosi’ pregna di contenuti, di interpretazioni cosi’ difformi una dall’altra, e soprattutto espresse con tale pacata ferocia, si debba mandare in onda ad un’ora di basso ascolto e per giunta per una durata cosi’ ridotta.Pensate: Augias/Vespa e la storia della Resistenza = dodici minutiIl caso Cogne, con plastico, resume’, e cronaca = 49 ore.Ma forse ce lo meritiamo?
da Silvia Palombi
Ceratti ti voglio conoscere. Ne ho sentite tante nella mia vita e ne sentiro’ di certo altrettante ma quella di considerare le donne come quei vassoi di piccole zolle di torba dove si mettono a germogliare i semi per poi sistemare a dimora le piantine non l’avrei mai immaginata. Una donna contenitore, davvero e’ una grande idea, pratica ed economica. Vuoi mettere quanto costa meno una donna di un’incubatrice? Poi dopo lo svuotamento una bella lavata e via verso nuovi semi.
di Anna Mantero
Lungi da me aver scritto il post sulla mia esperienza di aborto per suscitare compassione, lacrime, pietà, avvilimento o tristezza. Non ho mai cercato la pietà di nessuna e convivo benissimo con il mio trauma. Ho scritto quel post per puro scopo informativo. Spesso si parla di aborto senza (soggetto: uomini e donne) sapere che cosa sia in termini, se si può dire, tecnico-medici. Si ignora a quante visite ginecologiche, psicologiche e mediche una donna debba essere sottoposta; a quante domande sulla propria vita privata e sessuale bisogna rispondere. Esistono, poi, casi in cui un aborto non è altro che una questione di routine: tale era per l’altra mia compagna di stanza. Una bella donna sui 35 anni con marito simpatico, premuroso e gentile (quello che mi ha portato la tazza di the), secondo la quale “per me ormai è diventata quasi un’abitudine abortire. Non è la prima volta e poi domani devo partire per le Fiji e un figlio adesso no proprio no, per carità!”. Ecco: esistono donne che si portano sul groppone il fardello dell’aborto per tutta la vita e quelle per le quali è solamente un’operazione chirurgica di routine. C’è sempre un rovescio della medaglia, anche in una cosa brutta come l’aborto. Comunque concordo con il signor Tassinari. Per fare un figlio ci vuole amore e sarebbe preferibile essere in due. Non vedo perchè quando c’è un uomo che vuole prendersi le proprie responsabilità (e non solo in senso economico,anzi) per aver messo al mondo un figlio, negargli questo diritto. In fondo il figlio è anche suo e se noi donne possediamo un utero e portiamo un bimbo in grembo per nove mesi, non siamo ancora in grado di autoriprodurci, come le amebe (questa è un’autentica tristezza). Pretendiamo che gli uomini rispettino i nostri diritti però dovremo rispettare anche i loro quando esiste la possibilità di farlo. E poi, sinceramente, chi è che vuole fare un figlio in provetta, o con un utero artificiale, o autoriproducendosi o che so io e per giunta da sola? Signor Ceratti, lei è proprio un simpatico provocatore!
da Massimo Puleo
Ho capito male, allora. Anzi, io avevo capito bene ma dentro questo blog ci sono consiglieri fraudolentissimi. E mi fermo qua, perché il siciliano oltre ad essere permaloso è anche omertoso. Scambiamoci un segno di pace.
da Gigi Nocera
Il Corriere di oggi 27/11 riferisce sull’adunata dei suoi “legionari” ( così li ha chiamati Berlusconi) convocati per ascoltare le direttive del capo. Il giornale riferisce che a un certo punto il premier, blaterando contro i pennivendoli ha detto: ” I giornalisti, non solo quelli del TG 3, raccontano bugie. Avete dei dubbi?” Platea in coro NOooo!. Questo è quanto riporta il Corriere. Io che ho passato la ottantina mi ricordo delle analoghe domande retoriche che un altro dittatore rivolgeva ai suoi legionari e a chi assisteva ai suoi discorsi. Per esempio, quando l’Italia fascista stava preparando la guerra accanto ai nazisti e le condizioni economiche della nazione erano precarie, durante uno di questi discorsi piazzò la sua retorica domanda: “Volete voi burro o cannoni?” Naturalmente la claque dei legionari, seguita dai presenti urlò “cannoni!” (…)
da Paola Ragone
Ceratti, ma che dici? “Semplicemente non riconoscere il figlio”, “un piccolo esproprio del suo corpo”… Siamo alle solite. La donna-contenitore: un piccolo fastidio di nove mesi e poi, una volta svuotata, via a gozzovigliare in giro per il mondo, libera e spensierata come prima. Meno male che c’è il limite delle 500 battute, se no chissà cos’altro ci avresti infilato.