da Michele Lo Chirco
Ha ragione CSF quando parla, in soldoni, di disciplina di partito cui ogni singolo deve uniformarsi. Dalle mie parti si dice “ogni testa è tribunale”, ma un partito che si facesse rappresentante e portatore di centomila posizioni diverse tra di loro, in contrasto perfino l’una con l’altra, perderebbe la propria identità. Ciò detto, la Margherita si ostina a spingere per il candidato Latteri, qualche anno fa con il centrodestra, poi con il centrosinistra, sol perchè porta in dote qualche centinaio di migliaio di voti di preferenza. Se questo è il nuovo che avanza, teniamoci cara la signora Borsellino: non avrà esperienza politica pura, ma i politici puri, dalle mie parti, non hanno lasciato molti rimpianti tra la gente per bene.
da Matteo Tassinari
Caro Claudio, hai torto con Pier Franco Schiavone. Quello che ha fatto Rutelli è gravissimo, non grave! Cacciare Leoluca Orlnado che conosce meglio la realtà siciliana del bebè romano (in senso geografico) cresciuto a cicoria. Non cacciano fuori dai partiti chi ruba e lo fanno con chi cerca con dovizia di causa di dare il meglio di sè stessi. E Rita Borsellino, simbolicamente, sarebbe una bella risposta alla mafia. Il problema è che è fuori dagli orientamenti politici e pastoie istituzionali romane.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Scusa Silvia, non ho capito. Compriamo la tessera, va bene, e poi? Lasciamo che le scelte sulla Sicilia siano fatte secondo la logica dei partiti e non del buon senso? Ce lo vogliamo mettere in testa una volta per tutte che la Sicilia, la Calabria, la Campania, la Puglia non sono regioni come le altre? Lì c’è la mafia che si chiama Cosa Nostra, Stidda, Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita. Lì, gran parte del territorio è controllato dalle cosche, lì hanno ammazzato migliaia di persone. Dimentichiamo quello che diciamo quando accadono gli ammazzamenti? (più Stato, più società civile, più partecipazione, più solidarietà, più prevenzione, più repressione). Lasciamo stare il caso Orlando su cui forse ha ragione CSF, ma perchè non dovremmo dire qualcosa, limitandoci all’acquisto della tessera? La Sicilia è parte del nostro Paese, o no? Perchè allora abbiamo parlato tanto di Vendola, solo perchè è un personaggio eccentrico? I siciliani, e non altri, dovranno scegliere chi li governerà ma potremo permetterci di sostenere una candidatura civile, nuova, di buon senso, augurandoci che siano fatte delle primarie serie?
da Silvia Palombi
“Corruzione < legalita'; ingiustizia < giustizia; oblio < memoria delle vittime; guerra < pace; intolleranza < convivialita' tra le culture; traffico di esseri umani < cittadinanza attiva...E TU DA CHE PARTE STAI?Per promuovere e praticare i diritti di cittadinanza, la cultura della legalita’ democratica, la giustizia sociale, la pace, la solidarieta’, l’ambiente. Per valorizzare la memoria delle vittime di mafie e di ogni violenza e non dimenticare chi si e’ impegnato a costruire la giustizia. Per contrastare secondo i principi della non violenza, la diffusione delle illegalita’ e il dominio mafioso del territorio. Per partecipare alle iniziative di Libera.”Questo c’e’ scritto sulla tessera che ho preso ieri. E’ un buon modo di fare qualcosa di concreto.
Caro CSF, visto che fai una domanda vorrei rispondere che le regole non sono fuori moda, ma qui stiamo parlando della Sicilia e quando si parla della Sicilia le cose assumono un aspetto diverso. Davvero pensi che quello che accade laggiù vada letto attraverso la lente del politically correct? Orlando è siciliano come Rita Borsellino; la mafia, l’ha affermato tra gli altri Camilleri e mi trova d’accordo, teme i siciliani perché i siciliani la conoscono (quante migliaia di essi sono morti a causa della mafia?), per questo quella di Orlando e dei DS siciliani che sono d’accordo sulla candidatura di Borsellino è molto più di un’intuizione che forse Rutelli da Roma e molti di noi che non hanno ritenuto d’intervenire su questo tema, non comprendono. Sono deluso dal silenzio dei lobbisti. Tutto bene, ma se tu fai parte di un partito e questo partito sceglie – democraticamente – un candidato, tu non puoi sceglierne un altro. O meglio, se lo scegli sei fuori. Altrimenti non ha senso fare un partito, non ha senso entrare in un partito, non ha senso discutere dentro un partito (csf)
da Giorgio Goldoni
Io aderisco alla manifestazione in difesa di Israele organizzata a Milano, dove partecipano TUTTI, da Rifondazione ad AN.Come mai la differenza con Roma?
da Cesare Lanella
Ho letto alcuni brani della Tesi redatta dall’ormai dott. Massimo Costa. Ho scorso la bibliografia indicata. Ritengo che una tesi su tale argomento la quale (neppure di sfuggita) citi Indro Montanelli, sia da considerare alla stregua di carta straccia. Perciò non mi stupisce il 110 e lode inflittogli da un’università italiana.
Accidenti che severità. Non sarebbe stato meglio, prima della condanna, leggere la tesi e non solo alcuni brani? Montanelli è citato undici volte (d’accordo, io di più, ma è questo il motivo per cui difendo la tesi) (csf)
da Santi Urso
Pur in costanza di sciopero, leggo con profitto il Suo blog e apprezzo certi furori nelle levate di scudi, or contro D’Alema, or contro Il Cinese, or contro Israele (senz’ombra di ideologia antisemita, lo so bene). Ma sulla destra (nomen omen) dei testi mi appare un colonnino che m’induce a pensare delle due l’una: o la pubblicita’ sa cose che non ho capito per niente (l’inconscio fa miracoli, vuoi vedere che…), oppure il messaggio e’ non poco fuori target. Le saro’ grato d’una illuminazione. saluti ferilliani
da Feliciano Bechelli
C’era una volta un sindaco che voleva dettare legge nel territorio che amministrava, ignorando istituzioni, enti locali, piani regolatori. Se una mattina si svegliava e, chessò, gli saltava in mente di costruire il nuovo ospedale lì anziché là, convocava una conferenza stampa, annunciava la novità e poi, grazie a qualche consigliere comunale compiacente, faceva passare la delibera.
C’era la solita volta un presidente del Senato che voleva dettare legge nel proprio collegio elettorale, ignorando istituzioni, enti locali, piani regolatori. Se una mattina si svegliava e, chessò, gli saltava in mente di costruire una nuova autostrada, si rivolgeva ai propri amici (pochi, ma molto influenti) e poi, grazie a qualche consigliere comunale compiacente, riusciva a imporre la propria volontà.
Un giorno il sindaco si convinse che fare il sindaco era troppo poco per lui. Meglio parlamentare o, quantomeno, presidente di provincia. Il presidente del Senato, iscritto al solito partito del sindaco, non era d’accordo. Così i due litigarono pesantemente, complice la vendita di quote azionarie dell’azienda che gestiva la distribuzione del gas in città, vicenda nella quale entrambi volevano mettere cappello. Seguirono querele, espulsioni dal partito, raccolte di firme, inserzioni a pagamento sui giornali e comizi in piazza per sputtanare l’avversario, finché il presidente del Senato, per il semplice fatto di vantare amici più potenti, vinse la contesa obbligando i consiglieri comunali di maggioranza a sfiduciare il loro sindaco.
P.S. In questa storia mancano i cittadini e la tutela dei loro interessi. Non è una dimenticanza.
P.P.S. Manca pure qualche indicazione per capire chi, tra i due contendenti, avesse ragione. Nemmeno questa è una dimenticanza.
Diciamo almeno la città, Lucca (csf)
Incredibile!! Leggo proprio adesso che Leoluca Orlando è stato espulso dalla Margherita, da Rutelli, perché ha appoggiato la candidatura di Rita Borsellino contro la candidatura della Margherita (leggasi Marini) di Latteri. Questa cosa è d’inaudita gravitá. Io non lo trovo così grave. Non è obbligatorio stare nella margherita, ma se ci stai devi seguire un minimo di regole. O le regole sono veramente ormai fuori moda? (csf)