di SIlvia Palombi
Diana qual e’ il numero minimo di risposte che dobbiamo dare per avere la soluzione?
Sarà il 14 novembre alle 21 alla camera del lavoro di Milano la presentazione dell’ultimo libro di Travaglio. Complici: io, Franca Rame e Natalino Balasso (csf)
da Gianluca Freda
“Un comunista dovrebbe credere nelle masse e non pensare che siano quasi dei pirla”. Arienti ha evidentemente sottomano un manuale del perfetto comunista che temo di non avere mai letto. Una cosa però, da comunista che ama andare a braccio, posso dirla: io crederei nelle masse, se solo le masse esistessero ancora. Invece non ne vedo neanche mezza. Tutto ciò che vedo è una folla vociante di individui isolati e anonimi, ognuno occupato a badare agli affari suoi e convinto che in questo risieda l’essenza dell’intelligenza umana. Praticamente dei pirla. Pirla che, presi isolatamente, vengono schiacciati dal potere uno alla volta come insetti fastidiosi. Subito prima delle elezioni del 2001, ogni volta che tentavo di spiegare a qualcuno quanti processi in corso avesse Berlusconi e quanto ladro fosse, la risposta più frequente era: “Allora speriamo che rubi un po’ anche per me”. Ecco, cari i miei pirla, siete stati accontentati. Berlusconi ha rubato un po’ per ciascun italiano, come avrebbe fatto, immagino, ognuno di voi preso individualmente. Individualmente, cioè come un pirla.
ad Gigi Nocera
Cari amici di questo blog, proprio in questo momento (sono le 8,05)ho finito di vedere un documentario di RAI news 24 (girato dagli americani stessi)sull’attacco a Fallujah. Spaventoso, impressionante! Con la testimonianza di due soldati statunitensi che avevano partecipato alla battaglia con l’impiego di armi di distruzioni di massa (fosforo bianco e napalm) proibite dalle convenzioni internazionali. Stasera questo documentario breve (dura circa 20 minuti) verrà ritrasmesso dallo stesso canale, ma non conosco l’ora della messa in onda. Se ne volete sapere di più e vederne un anticipo potete collegarvi al sito WWW.rainews24.rai.it. Spero di aver fornito una utile informazione a tutti i fruitori di questo utile e democraticissimo blog. Buona giornata
da Virgilio Mancini
Rita Borsellino e Latteri in Sicilia, Fo e Ferrante a Milano. Chi far correre? Semplice, lo decideranno gli stessi elettori del centrosinistra con le primarie, l’unico strumento in grado di risolvere, con l’inequivocabile giudizio delle urne, le varie dispute interne sui nomi dei candidati alle quali l’Unione ci ha abituato. Sono molto contento che sia stata proprio la parte politica per la quale simpatizzo ad utilizzare per prima questo ottimo strumento democratico; ho ancora negli occhi l’entusiasmo della gente quando andai a votare per scegliere chi schierare alle elezioni del 2006 contro il Cavaliere. Sarebbe bello se ripetessimo questo rituale ogni qualvolta ci siano elezioni alle porte. Per quanto mi riguarda è un euro speso bene.
da Maurizio Carmignani
Ci riprovo! E’ un ossario! (ho vinto qualcosa?)
da Silvia Palombi
Un ctp vicino a Stoccolma.
Capisco l’ansia di Gianfranco Fini di voler essere il “primo della classe” nelle proteste contro le dichiarazioni del presidente iraniano, gravi ed inaccettabili, ma non più gravi ed inaccettabili di quelle del presidente americano che non una , ma più volte, ha detto di voler cancellare dalle mappe del mondo gli “Stati canaglia” fra cui comprende l’Iran , e che in un paio di casi – Afghanistan e Iraq – non si è limitato ad affermare, ma ha reso concrete quelle minacce. Capisco quest’ansia, perché il presidente di An ha una lunghissima coda di paglia avendo militato per anni in un partito, l’Msi, che si richiamava al fascismo su cui pesa la vergogna, e la criminalità, di aver emanato leggi antisemite. Ma Fini è un ministro degli Esteri e ha il dovere di far prevalere, sui suoi interessi personali, quelli nazionali. Un ministro degli Esteri, dunque, non può partecipare ad una manifestazione indetta da un giornale di parte contro uno Stato con cui intratteniamo relazioni diplomatiche; non ha la libertà di Giuliano Ferrara o di qualsiasi altro privato cittadino che voglia manifestare la propria solidarietà con lo Stato d’Israele. Questo per la forma. Per la sostanza il ministro degli Esteri non può non sapere (come lo sa il ministro della Difesa Antonio Martino che infatti è stato molto più cauto astenendosi da manifestazioni plateali) che, dopo Nassiriya, la sostanziale incolumità dei nostri soldati è stata garantita dai servizi segreti iraniani che, nella parte sciita del territorio iracheno, hanno un’influenza determinante. Né può ignorare che, con l’Iran, l’Italia intrattiene importanti scambi commerciali. Né può pensare di poter trattare l’Iran allo stesso modo dell’Iraq come vorrebbero americani ed israeliani.
L’Iran non è l’Iraq; è un grande e popoloso Paese di antichissima cultura (la Persia) e i suoi dirigenti non possono essere trattati da criminali. Perché non sono criminali. Eccessi verbali a parte, la Repubblica islamica d’Iran, nel suo quarto secolo di vita, non ha mai aggredito alcun Paese ma è stata al contrario aggredita (da Saddam Hussein cui gli occidentali, quando si profilava la vittoria iraniana, fornirono le famose armi chimiche).Saddam era un dittatore, l’Iran è una teocrazia che non è la democrazia di tipo occidentale ma non può essere nemmeno confusa col potere di uno solo. Ecco perché le dichiarazioni di Fini, dopo l’incontro con Sharon («un Iran in possesso di un’arma nucleare sarebbe un grave pericolo non solo per Israele ma per tutta la comunità internazionale») sono irrealistiche e solo un favore reso alle leads americane. Innanzitutto l’Iran sta perseguendo un programma di nucleare ad usi civili e da tempo in trattative con Gran Bretagna, Germania e Francia per avere aiuti in questo senso, disposta in cambio, ad accettare ispezioni. Inoltre un Iran armato nuclearmente non sarebbe un pericolo per nessuno. Ho già scritto su questo, ma preferisco far svolgere il ragionamento all’insospettabile e autorevole commentatore americano William Pfaff che ne ha scritto sull’Herald Tribune il 13/8. Nessuna media potenza nucleare , dice in sostanza Pfaff, può osare di usare l’atomica perché ciò “avrebbe per l’aggressore risultati catastrofici”.Inoltre, Pfaff fa notare che è stata proprio la politica aggressiva degli americani “a rendere le armi nucleari ancora più attraenti per i Paesi che non le hanno: sono una risorsa politica e un deterrente contro attacchi stranieri” (e infatti l’Iraq è stato attaccato, la Corea no). E un altro osservatore insospettabile, Sergio Romano, fa osservare come l’Iran sia “circondato da potenze che possono raggiungere il suo territorio con le loro armi nucleari: la Russia, l’India, il Pakistan, la Cina, Israele e, di là dalle frontiere irachene, gli Stati Uniti… perché dovrebbe sottostare al possibile ricatto di uno Stato nemico?”. In realtà, dice un altro insospettabile studioso americano, John Mearsheimer, lo scopo della politica di non proliferazione non è affatto quello di prevenire possibili pericoli nucleari, “ma di prevenire tutto ciò che può limitare la libertà d’azione degli Stati Uniti nei loro rapporti con gli altri Paesi: perché uno Stato dotato di armi nucleari diventa inattaccabile”.
Caro Rocchino, quella di Bertinotti che ricatta la coalizione è una vecchia storiella. Non è così. In politica non esistono i ricatti, esiste un peso specifico di ciascun partito che viene fatto valere con tutti i mezzi a disposizione, compresa, se necessario, la minaccia di uscire dal governo. Io posso disprezzare le idee della Lega nel merito, ma nel metodo adottato per farle valere non ho mai trovato nulla da obiettare. Non c’è niente di male a far valere la propria linea politica e le richieste della propria base elettorale ponendo condizioni precise alla coalizione di cui si fa parte. Quanto poi all’idea di Arienti che Berlusconi abbia vinto perché Bertinotti e Di Pietro sono andati da soli… beh, io non ricordo, prima delle elezioni del 2001, di aver visto intorno a loro una folla di politici di centrosinistra che li supplicavano di restare con loro.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Rainews24 ha reso pubblica la notizia secondo la quale gli americani hanno usato il fosforo bianco a Falluja. Tanto per intenderci è un’arma chimica di cui è vietato l’uso, che ha effetti terribili sul corpo umano. Sono stati trovati corpi devastati di donne e bambini. Nel servizio che Rainews24 presenterà (8 novembre alle ore 07.35 sul satellite Hot Bird, sul canale 506 di Sky e su Rai Tre, in replica sul satellite Hot Bird e sul canale 506 di Sky alle 05.05 pomeridiane e nei due giorni successivi) c’è anche l’intervista ad un militare americano che ammette le responsabilità. Giuliana Sgrena aveva quest’informazione quando è stata rapita, ciò getta nuove ombre anche sui rapimenti in Irak. Cosa inventeranno Cicchitto, Teodori, Ferrara, Panella e tutti gli altri volenterosi sostenitori di questa guerra per negare la gravitá di quanto sta succedendo in quel Paese? Spero che a nessuno venga in mente di dire: è la guerra, bellezza!