da Peter Freeman
Caro Csf, a me Luciana Sbarbati non sta simpatica nemmeno un po’. Anzi, la trovo un po’ ridicola. La Sbarbati, per chi non lo sapesse, e’ la segretaria (o presidente o grand. uff., la cosa e’ irrilevante) dei Repubblicani europei, diaspora del PRI che non volle confluire, con La Malfa Jr., nella CdL. Roba da scissione dell’atomo, insomma. La signora e’ balzata agli onori della cronaca un paio di anni fa, quando la sedicente “cabina di regia” del centrosinistra decise di varare la FED, quella cosa che doveva riunire i “riformisti dell’Ulivo” e farla da padrona nella coalizione. Li’ dentro c’era la Margherita, i Diesse, lo Sdi (da cui il famoso “triciclo”) piu’ i Repubblicani europei, cioe’ la Sbarbati, in pratica un ruotino di scorta. La signora partecipava ad ogni vertice, sorrideva e gongolava. Si sentiva cofondatrice e finalmente nota. Ma breve fu la sua vita felice. Lo Sdi se n’e’ andato con i radicali e la FED si e’ smarrita per strada: cose che capitano nell’ingeneria politica transgenica. E adesso Fassino e Rutelli hanno deciso di far fuori la Luciana, cosi’, senza un motivo che sia uno. Niente posto in lista per i Rep. Eur., e il motivo chi cazzo lo sa. La signora ha preso su cappello, e’ imbufalita. E secondo me ha ragione da vendere. Che almeno le spiegassero le ragioni dell’epurazione, almeno. Se no, hanno la faccia come il culo.
di Marco Travaglio (da l’Unità del 27 novembre 2005)
È iniziata subito la «colossale operazione verità» annunciata l’altroieri dal Cavalier Ossimoro in quel di Messina. Dopo aver denunciato la vergognosa intervista «di una giornalista di Rai3 a Cofferati» (era Mannoni con Epifani), il presidente del Consiglio ha voluto fiaccare le speranze degli avversari, ma soprattutto degli alleati, sull’auspicato incedere del tempo: «Il dottor Scapagnini assicura che sono 25 anni più giovane della mia età reale. Ve lo consiglio, non costa neppure tanto perché ha uno spirito missionario e dà via certe pillole che sono magiche». Ora, per carità, tutto può essere: ma lo stesso Scapagnini, quando sotto l’effetto delle medesime pillole svelò al Corriere che «Berlusconi è tecnicamente quasi immortale», sostenne di avergli scalato 12 anni. Non 25. Impossibile sapere chi abbia ragione, fra il medico e il paziente, anche perché si stenta a distinguerli: entrambi parrebbero molto bisognosi di cure. Se ha ragione il medico, il premier ha mentito addirittura su una menzogna altrui: una balla al quadrato. Se invece ha ragione lui, se ne deduce che ha appena compiuto 45 anni, e non 69. Lui vive ancora nel 1980 (il che spiega fra l’altro l’insistenza sul pericolo comunista). Il Tribunale di Milano segue gli sviluppi con ansiosa attenzione: la retrodatazione del Cavaliere potrebbe valere anche per il calcolo della prescrizione dei suoi reati, con tanti saluti alla Salvapreviti.
Certo, a dar retta alla chioma, Bellachioma di anni parrebbe averne non più di 12. È tutta una questione di nuances. Anni fa i pochi peli superflui che ornavano la capa presidenziale pre-trapianto denotavano sfumature giallo paglierino. Poi l’ancor rada peluria volse a un più credibile marron scuro, tipo mogano. Caduta la bandana dopo il trattamento tricologico, la rigogliosa criniera si presentò di un rosso intenso, tipo tramonto sul Bosforo (infatti trapelò, è il caso di dirlo, l’indiscrezione che il donatore di bulbi fosse la sorella Maria Antonietta, l’unica rossa in famiglia). Ultimamente si è passati a un impeccabile nero melanzana, che fra l’altro si porta su tutto. Specialmente su Rauti. Resta da capire come avvengano queste repentine metamorfosi del Cavalier Multicolor. L’ipotesi più accreditata è che la corte dei miracolati si sia arricchita di un maestro pittore che ogni sera, basco in testa e tavolozza in mano, s’ispira al crepuscolo di Arcore e gli dà una pennellata.
Anche per questo i comizi del Cavalier Melanzana si stanno trasformando in grandi gag di avanspettacolo e vengono presi d’assalto da chi vuol farsi quattro risate. L’altro giorno, quando ha scoperto la targa dedicata a Don Sturzo proclamandosene l’erede universale, han dovuto transennare Via del Plebiscito. S’era sparsa la voce che fosse per Don Lurio, o per Don Backy o per Don Bairo l’Uvamaro. Alcuni fra i più devoti si aspettavano l’intervento dello stesso Don Sturzo, accompagnato da papà Cervi e da Romolo e Remolo. Ma all’ultimo momento l’anziano sacerdote ha declinato l’invito per una lieve indisposizione.
«La sinistra vorrebbe tanto ricoverarmi», ha detto Bellachioma in un raro sprazzo di lucidità, visitando un ospedale. Ma poi l’han lasciato uscire. E lui ha ricominciato da par suo, elencando almeno parzialmente i milioni di morti fatti in Siberia da Prodi e Fassino. Molti elogi per Bertinotti, ma non per Cossutta che – in base a informazioni riservate – «è il ministro dell’Interno dell’Unione in pectore». Ce n’è abbastanza per «temere per l’Italia», anche perché ultimamente stanno emergendo fatti davvero agghiaccianti: dopo i pensionati assoldati per recitare da poveri sui tram e sui metrò, ci sono i deputati dell’Unione che «si voltano dall’altra parte per non salutarmi». Lui però ha in mente le contromisure. Primo: «Il Ponte sullo Stretto sarà un grande set cinematografico e verranno da tutto il mondo per vederlo» (nei migliori cinema multisala, distribuisce Medusa). Secondo: «Per aiutare i paesi in via di sviluppo, un sistema di amministrazione digitale» (con tanto di impronte). Terzo: «Guerra alle organizzazioni criminali, con le quali siamo assolutamente in lotta» (gruppo di lavoro coordinato da Dell’Utri e Cuffaro). Quarto: caccia ai terroristi, casomai ce ne fosse ancora qualcuno in circolazione dopo che lui, con le nude mani, ne ha «arrestati almeno 200». Quinto: terapie adeguate contro la devianza psichiatrica che porta alcuni italiani a votare centrosinistra: «È una vera e propria forma mentale», denuncia pensoso, trattenendo a stento la molla che gli esce dalla tempia.
da Alberto Arienti
Abbiamo già da difenderci dalla (ormai) fastidiosa petulanza di Ceratti che sulla 194 non molla (e non viene censurato…), adesso dobbiamo sorbirci anche i perbenismi per gli show di Mosconi. Che noia il polically correct!
Abbiamo passato, senza accorgercene, il milione di pagine viste. Mica bruscolini (csf)
da Michele Lo Chirco
A voi leziosi e delicati virgulti della maschia sportività consiglio di lasciar perdere le molli prodezze del calcio e del rugby, invitandovi a cercare riparo e felicità nella pratica del kokborou, che è lo sport nazionale del Kirghizistan. E’ come il polo, si usano i cavalli ma la palla non c’è, c’è la carcassa di una capra decapitata prima del fischio d’inizio, e sul campo se la contendono 8 robusti cavalieri per parte che se le danno di santa ragione pur di insaccare la capra nell’apposito canestro. Ci vuole forza fisica, destrezza, agilità, furbizia. A fine match vi attende la soddisfazione di cucinarvi a fine gara una capra morbida al punto giusto (avete mai provato a mettere sulla brace un pallone di cuoio?).Sì, è ottimo (csf)
da Gianni Franchini
La mia sull’aborto, così come sull’eutanasia, sulla fecondazione artificiale, sulla terapia del dolore, e in generale su tutte le questioni che toccano molto i cattolici, è semplice ancorché banale: nessuno può imporre (per legge) un proprio punto di vista a nessuno. Mai. La Chiesa è libera di formare coscienze, di predicare soluzioni, di esternare opinioni urbi et orbi. Io devo essere libero di usare la medicina e la scienza come meglio credo sia per me. E uno stato che non è una teocrazia, né una dittatura me lo deve permettere.
di Roberto Reali dal sud dell’Emilia Romagna
Prendere ai poveri per dare ai ricchi. Questo è quello che ha fatto Silvio Hood e i suoi allegri compagni. Diceva ?sono ricco e quindi non posso rubare? e ritengo che legalmente non lo si possa smentire in quanto ha legalmente cambiato la legge. Comunque posso mandare a quel paese tutti quelli che 5 anni fa mi dicevano: ?è ricco e ci farà ricchi tutti? ? E’ una magra consolazione ma di questi tempi ?che sà da fà pe’ campà?.
di Moreno Carlini
Non so se qualcuno ne ha già scritto, ma vorrei condividere con questo blog, un dubbio piccolo piccolo: A proposito del latte macchiato, mi è venuto da pensare: ma se questo latte non è più consumabile, se le migliaia di litri o forse milioni, fanno male ai bambini, bisognerà buttarlo no? E dove lo buttiamo? Nel lavandino? quindi nei fiumi poi nel mare? Direttamente per terra rischiando di inquinare falde acquifere e coltivazioni? Oppure faremo la bella figura di regalarlo a qualche paese disgraziato avvelenando – intossicando – disturbando i suoi bambini? O magari lo congeliamo e lo “ricicciàmo” fuori ad allarme passato?
da Alessio Statera, Roma
Perché Pier Franco Schiavone è sempre così incazzato? Perché è sempre così netto e perentorio, al limite dell’assolutismo, nell’esprimere le sue opinioni-giudizi (su tutto e su tutti). Ma soprattutto: perché rosica così alla grande quando csf cionca i suoi post?
di Mauro della Porta Raffo
Suscita stupore (e i quotidiani ne danno notizia non sapendo bene cosa dire) il fatto che l’ex segretario alla difesa USA Ramsey Clark, dopo essersi a suo tempo schierato a?sostegno delle tesi?di Slobodan Milosevic nel procedimento che lo riguarda, sia entrato a far parte del collegio?di avvocati patrocinanti la causa di?Saddam Hussein. Ora, per il vero e per la Storia (con la esse maiuscola),?frequentemente, importanti giuristi e uomini politici americani si sono pronunciati contro ogni tipo di processo “fatto ai vinti dai vincitori”. Al riguardo, riporto le?espressioni (che faccio mie) usate dal senatore USA Robert Taft (figlio del presidente William Taft e più volte invano,?tra il 1940 e il 1952,?in corsa tra i repubblicani per ottenere la nomination e poter quindi lottare per la Casa Bianca)?il 6 ottobre 1946, in Ohio, parlando dei processi di Norimberga, così come riferite nel suo ‘Profili del coraggio’ da John Fitzgerald Kennedy, che, scrivendone, lascia chiaramente intendere di avere la medesima opinione: “Il processo fatto ai vinti dai vincitori non può essere imparziale per quanto lo si voglia ammantare delle forme di giustizia. Io dubito che l’avere impiccato, benché fossero spregevoli, coloro i quali furono i capi del popolo tedesco scoraggerà mai chi voglia fare una guerra aggressiva. Intorno a tutto questo giudizio si libra lo spirito della vendetta e la vendetta raramente è giustizia. In questi processi lo scopo è evidentemente politico/governativo…Vestendo la politica con le forme della procedura legale possiamo screditare il concetto di giustizia per molti anni a venire!”