dall’avv. Lina Arena
Il programma politico del cavaliere si arricchisce di impreviste proposte: la casa per i meno abbienti o meglio per i poveri. In altri termini, il tetto per tutti. Prodi da ometto modesto ha rivolto una critica da sacrestia. Mancano i compagni di Rifondazione ai quali suggerisco di far propria la proposta di Silvio gridando: vogliamo la casa subito. Il tetto scotta e non aspetta perché abbiamo freddo. Attendere i tempi della costruzione non possiamo. Vogliamo l’esproprio proletario ! Sarebbe la fine del mondo. Come sempre bisogna dare la palma dell’originalità a Silvio !
di Matteo Tassinari
Clemente Mastella non si risparmia. Da quando è arrivato terzo alle Primarie poi è diventato è incontenibile. Non che prima non lo fosse, però la brocca non era mai stata così tracimante di vuoto. Cambiando cappello come Fregoli, nelle ultime settimane ha rilasciato una valanga d’interventi come se premier fosse lui: “Una volta al governo Rifondazione resterà all’interno dei suoi consueti paletti” è la minaccia del Masaniello terzo millennio. “Ora la Margherita non può far finta di niente” e siamo al solito soggetto politico di centro. E infine ai Ds: “E’ giunta l’ora di pareggiare i conti”. Urca! Domando: ma cos’ha vinto la controfigura di Verdone? Qualcuno l’ha proclamato re di Francia o dei Balcani e nessuno mi ha detto nulla? Ha fatto Bingo? Si è aggiudicato lo “Strega”? Se la fa con Afef? No… A sortire in quest’uomo tale effetto lisergico-paranoidale, è stata la banalissima terza posizione alle Primarie dell’Unione, che hanno dimostrato tutto ciò che già si sapeva anzitempo. A “Porta a Porta” faceva paura. Una Senna tracimante. Altro che Tsunami! E allora molti hanno iniziato a non capirci più niente. Lui pure. Non sapeva quello che diceva, però lo diceva. E’ fatto così. L’importante è esternare e poi fare il finto tonto. E ci riesce come pochi nella finzione che quasi pare naturale. All’Unità ha detto vibrante: “Ho vinto su tutta la linea, ma non sono affatto appagato”. Mastella, stacca la spina! Vuole un neurolettico? (…)
da Gianluca Freda
E’ fin troppo facile far notare a Serafino Brighenti – e a Carla Bergamo che sottoscrive il suo pensiero – che le “persone sagge” come Cofferati sono quelle che hanno ridotto le città come Parigi – o come Los Angeles – a campi di battaglia, rifiutandosi di affrontare i problemi degli immigrati con le politiche sociali, e ricorrendo ai metodi spicci del menefreghismo, dell’emarginazione e della repressione. Chirac, quando era sindaco di Parigi, utilizzò metodi simili, e oggi ne stiamo rimirando i risultati. Tutto per accontentare il fanatismo razzista dei loro elettori, i quali, si noti bene, nella scala sociale sono appena un gradino al di sopra dei poveracci che oggi chiedono di bastonare. Una volta normalizzata la politica della mazzate, i prossimi a prenderle potrebbero essere loro, quando protesteranno contro inceneritori e linee ad alta velocità costruiti vicino casa. O quando scoppierà la prossima rivolta degli immigrati. Sempre la stessa storia: se i poveri non fossero così stupidi da farsi la guerra tra loro, probabilmente non sarebbero poveri.
da Virgilio Mancini
Il signor Granata ci fa notare che durante i disordini francesi è stata danneggiata una sinagoga, gesto infame, non c’è dubbio; ma andrebbe aggiunto che nel corso degli stessi tumulti sono state lanciate due molotov contro una moschea e due chiese sono state semidistrutte. Questo per dire che la rabbia distruttrice dei giovani di periferia ( che fanno benissimo ad incazzarsi ) se la prende con tutto e tutti, senza alcuna distinzione.
Ho sempre pensato che un europeo filoamericano che non è pagato per esserlo, deve avere per forza le idee molto confuse. Ed ecco infatti la dimostrazione di ciò nelle parole del signor Serpieri. Dunque, negli Stati Uniti ci sono stati violentissimi scontri razziali ( Los Angeles, Crown Heights, Detroit, tanto per citarne alcuni ) e ci sono stati tremendi ‘riots’ di questo tipo anche in Inghilterra e in Australia ( uno dei paesi con le leggi sull’immigrazione più severe del mondo ); questi giorni gli stessi problemi di ordine pubblico si stanno verificando in Francia. Conclusione di Serpieri: gli americani hanno ragione e i francesi torto. Esiste un ragionamento logico che spieghi questa conclusione? Secondo me no.
da Claudio Urbani, Roma
Non mi è chiaro quale confronto ponga il sig. Serieri tra i fatti francesi e l’america e l’ammissione dovuta su i torti o le ragioni dell’altro. Portare poi l’esempio americano quale esempio di integrazione o di stato sociale mi sembra quanto mai avventato. In Usa se non hai una assicurazione medica privata corri addirittura il rishio di non essere accettato in un pronto soccorso! Percio’ su cosa hanno ragione? Se vogliamo far paragoni facciamoli poi su casi simili, ad esempio dove sta la differenza tra le stragi chimiche di Saddam e il fosforo usato sulla popolazione civile a Falluja? E allora se uno è processato per crimini contro l’umanità l’altro come dovrebbe essere trattato? Questo tanto per fare due più due…
da Gianni Franchini
Vedi, caro Sabelli Fioretti, fin quando ci sarà gente che nega l’evidenza, come lo splendido Michele Lo Chirco, che dice che la Sabina non ha fatto ridere no no no, nemmeno un po’, e che quindi vada pure a morire censurata, passi avanti nella cultura del rispetto delle opinioni altrui non se ne faranno. Passi la critica artistica negativa, figuriamoci, (anche se mi piacerebbe sapere cos’è che fa ridere Lo Chirco, giusto per capire), il problema serio è che nemmeno sotto tortura i berluscones ammetteranno mai di aver fatto qualcosa di sbagliato, come quei ragazzini che danno la colpa alla nonna che ha mostrato loro dove si trovava la marmellata. Dieci o venti anni fa, una censura così sistematica e plurale (nella quantità) di soggetti colpiti, avrebbe causato sollevazioni popolari. Oggi ci tocca subire, per giustificare l’ingiustificabile, anche le foglie di fico di aspiranti Biscardi che fanno il processo alla satira. Ma assumersi le proprie responsabilità proprio no, eh?
da Massimo Puleo
Quest’anno pare ci sia la corsa al vaccino antinfluenzale da parte di tutti. Gli stessi tutti che stanno evitando come la peste uova e pollame per i noti, ipotetici, rischi. Sennonché i vaccini vengono “coltivati” proprio nell’uovo! Ora, sarebbe da morir dal ridere se il virus aviario alla fine fosse veicolato dall’antinfluenzale.E comunque gli italiani, poi, si confermano incoerenti anche nelle loro fobie.
da Vittorio Grondona – Bologna
Si dovrebbe chiamare alta capacità. Infatti le attuali linee ferroviarie sono ormai sature e supportano malamente l’enorme mole del traffico esistente. In poche parole oggi circolano sugli stessi binari treni velocissimi e treni lenti. Detto in poche parole, il treno veloce per garantire velocità e frenata in sicurezza ha bisogno di avere spazio libero davanti a sé per diversi metri (minimo 1200 metri per treni a velocità normale). E’ evidente che se nello spazio di frenatura del treno veloce (eurostar) si trovasse a viaggiare un treno lento (merci), il treno veloce è costretto a rallentare e di conseguenza non riesce a mantenere l’orario sul quale è impostato. Questo stato delle cose è la triste conseguenza di una disattenta e clientelare politica dei trasporti che nel passato ha favorito la gomma alla rotaia in modo esageratamente poco previdente. (…)
“Le masse diventano tali quando gli individui smettono di ragionare in proprio”. Se così fosse, caro Brighenti, staremmo oggi assistendo al trionfo delle masse sull’individuo. E’ difficile infatti ricordare un altro periodo storico in cui l’omologazione del pensiero abbia raggiunto livelli così assoluti. Invece ciò che definisce una massa non è l’abiura al pensiero indipendente – che può esserci oppure no – ma l’unità d’azione. Una massa è fatta di persone che agiscono insieme per un obiettivo comune. Tale obiettivo può essere indicato da un leader carismatico, il che, mi rendo conto, ha i suoi rischi, anche se al mondo non sono esistiti solo Hitler e Stalin, ma anche Gandhi e Peron; oppure può essere identificato autonomamente da una moltitudine di individui divenuti consapevoli di avere interessi in comune, che diventano così una classe sociale con relativa coscienza di classe. Le masse ingaggiano, in entrambi i casi, battaglie grandiose che possono essere vinte eroicamente o perse disastrosamente. Ma tutto è meglio dell’individualismo, che segna sempre il declino di una società: squallido, morboso, doloroso, orribile a vedersi.