(grazie a Virgilio Mancini )
C’è qualcosa che non quadra. Da sinistra, giustamente, si è molto biasimata la crescente attitudine dei vescovi italiani a intromettersi nelle leggi dello Stato: l’autorità spirituale è un conto, l’ingerenza politica un altro. Ora, però, capita che i vescovi esprimano dubbi sulla cosiddetta devolution, che non mi pare esattamente un problema loro: e da sinistra (per esempio Piero Fassino ) si invita il governo a riflettere su quanto dice la Chiesa.Scusate, ma così non vale. A me la devolution non suscita dubbi, semmai una solida ripugnanza, e vederla respinta al mittente sarebbe una vera e propria festa. Non per questo, dal momento che il parere dei vescovi italiani mi fa comodo, smetto di credere che i vescovi siano del tutto fuori-contesto quando si esprimono sui meccanismi politici e, in questo caso, addirittura istituzionali della Repubblica. L’ingerenza non è definibile come tale a seconda che disturbi oppure favorisca una parte politica. E’ ingerenza comunque, e lo rimarrebbe anche se la Cei, in un momento di follia, dichiarasse incostituzionale la presenza di campanili ( troppo rumorosi ) sul territorio italiano. I princìpi, se sono princìpi, hanno un prezzo: quello di essere, a volte, poco convenienti anche per chi li sostiene.
da Claudio Urbani, Roma
Sul sito del ” Corriere della Sera” c’è la notizia di un filmato, protagonista il marito di Annamaria Franzoni. Si vuole dimostrare, usando la telecamera come gli occhi della Franzoni, che l’assassino poteva entrare e uscire senza essere visto. Esperimento riuscito, ovviamente, ma non si tiene conto di un particolare: che il presunto colpevole doveva sapere ogni istante, e con tempi strettissimi, dove si trovava la Franzoni per non farsi scorgere da lei. La verità purtroppo la conoscono solo una persona, l’assanino, o due se la Franzoni è innocente. Solo una cosa ci si domanda: perché tanta attenzione mediatica, visto che il solo Vespa ha dedicato a tale argomento almeno 5 puntate?
da Michele Lo Chirco
Ribadisco che a me la Guzzanti da Celentano non mi ha fatto ridere, ma in altre occasioni l’ho trovata splendida Se quella sera avessi visto uno dei primi Fantozzi o un Lino Banfi d’annata, avrei riso fino alle lacrime di sicuro. Il fatto è che, mentre da un lato vengo accusato di non rispettare le altrui opinioni, delle mie si ride e vengo definito Biscardi della satira. Soltanto, mi sarei aspettato che la Guzzanti preparasse un pezzo tostissimo, anche su Berlusconi. Leggere che sarebbe stata censurata per il suo proposito, mi fa riflettere sul fatto che forse avrebbe fatto meglio a non calcare il palcoscenico, per rendere evidente e clamorosa la sua limitazione artistica.
dA Silvia Palombi
Fa male, stucca e fa uscire dalla grazia di dio trovare nei discorsi di tanti cattolici il tono cinico che leggo nel commento di Ceratti sull’aborto. Non tocco l’eterna diatriba su quando un agglomerato di cellule diventa un individuo, non ne usciremmo vivi e il blog non e’ la terrazza di casa nostra. Voglio solo dire due cose: per voi l’individuo donna che decide di abortire (per motivi eventualmente criticabili ma validissimi per lei) perche’ non si sente in grado di sostenere una maternita’, non conta niente? Difendete con le unghie e i denti un feto, ma la madre? E come si permette Ceratti anche solo di pensare che una donna possa abortire “con la massima leggerezza come gli pare” o che “usi pure l’aborto come metodo contraccettivo”. USINO? Ma lei davvero crede che una donna, per quanto distante dal suo ideale, possa scegliere di “usare” l’aborto, difficile e traumatizzante comunque, invece che il diaframma, la spirale, la pillola, o di convincere il suo compagno a infilarsi un preservativo? Alle parole come le sue, lento e inesorabile mi sale il fottone e con esso il forte desiderio che certe esperienze poteste provarle anche voi, allora forse capireste. Ma non ne sono sicura.
da Massimo Puleo
Tra un problema e l’altro scrivo sull’argomento Ponte per supplicare tutti gli ideologizzati del blog di darmi un po’ di credito. Sono forse l’unico qua dentro ad essere passato dallo Stretto dozzine di volte, mi manca una materia per la laurea in Ingegneria dei Trasporti e mi diletto a scrivere cose vere da un bel po’ di tempo. Fidatevi, avete torto. PS la materia mancante non è “Ponti”
da Alessandro Ceratti
Capisco le posizioni ideologiche di Freda e anche ammettendo (perché no?) la sua definizione di “massa” resta però il fatto che esse difficilmente nella storia sono state fattore di sviluppo e di progresso. Senz’altro a volte sono state una strumento insostituibile dell’evoluzione storica, perché ovviamente esse hanno una potenza e una capacità d’impatto incommensurabili rispetto a quella dell’individuo. L’interpetazione giusta alla questione è Freda stesso a fornircela in un’altra sua lettera: se i poveri non fossero così stupidi da farsi la guerra tra loro, probabilmente non sarebbero poveri. Io potrei eventualmente suggerire questa piccola correzione al suo pensiero: se i poveri non fossero così stupidi probabilmente non sarebbero poveri.
da Paola Altrui, Roma
Caro Ceratti, la legge italiana non può essere applicata solo se ed in quanto rispondente alla proprie convinzioni morali. Che piaccia o no, nel nostro ordinamento l’interruzione volontaria della gravidanza è consentita, salva la libera scelta di ciascuno (ciascuna) di farvi ricorso o meno. Io ritengo che la paternità e la maternità debbano costituire una scelta libera e consapevole, e che in un Paese civile nessuna donna possa essere obbligata a mettere al mondo un figlio che non desidera; eppure considero l’interruzione volontaria della gravidanza un evento traumatico tanto sul piano fisico che psicologico, e mi guarderei bene dall’adottarla come metodo contraccettivo (le statistiche dimostrano, fra l’altro, la pretestuosità di tale argomento: i casi di “recidiva” sono scarsissimi). Il problema in realtà è proprio questo: per prevenire l’aborto, bisogna prevenire le gravidanze indesiderate. La Chiesa cattolica lo sa bene, ma rifiuta di prenderne atto e boicotta la diffusione delle pratiche contraccettive, esercitando un’incessante pressione affinché lo Stato italiano espunga l’interruzione volontaria della gravidanza dal proprio ordinamento. (…)
da Pier Franco Schiavone, Milano (Capricorno)
Quante lampadine si sono fulminate nel (di solito) brillante cervello di Silvia? Tutte! (Oddio, adesso mi odierà). Silvia, se vuoi sorridere leggi questa: un fachiro in una piazza; il suo assistente grida: Forza, colpite il fachiro con questa mazza, provate signori, è un’esibizione senza precedenti. Un robusto giovanotto si fa avanti, prende la mazza e rifila un colpo tremendo al fachiro che sviene. Lo portano all’ospedale dove, in coma, è ricoverato in terapia intensiva. Passano sei mesi e un giorno il fachiro dá segni di vita; lo staff medico circonda il suo lettino; il fachiro apre gli occhi, si siede faticosamente sul letto e dice: Et voilà!!
da Rocco Ciolfi, Arce
Che ingenuo sei Claudio; ci hai provato, con le tue solite subdole domande, ad appioppare qualche “etichetta” al passato della “bella e figa” Kanakis, ma lei granitica e asfittica ha resistito e non ti si è appalesata. Peccato che come ti sei distratto un attimo ti ha fregato e senza colpo ferire si è appuntata sul petto la spilletta del “centro sinistra”. Satanassa e lungimirante la siculo-greca; la primavera è prossima e lo spoil system dei boiardi della cinematografia statale si avvicina foriero di opportunità.
da Vittorio Grondona – Bologna
Caro Guglielmo Calori, anche il fascismo era unito. Era così unito che per rimettere in carreggiata chi avesse dimostrato segni di sbandamento partivano almeno venti bastonatori. Venti contro uno era la regola vincente. Per scongiurare il ritorno al potere di simili ideologie era nata la nostra bellissima Costituzione, estremamente curata nei minimi particolari. Noi da perfetti beoti, scordandoci inconsciamente del passato, abbiamo permesso che ce la cambiassero proprio i discendenti di quelle barbarie fasciste. I motivi per votare a sinistra ognuno se li deve cercare da solo, in base alle esperienze personali ed ai propri interessi, finché è in tempo, però. Dopo, se riprende la logica del venti contro uno, sarà molto difficile cambiare idea. Ci pensi bene signor Calori, è meglio avere sempre a disposizione un freno di riserva. Se il freno è lasciato in mano ad uno solo è sufficiente un suo improvviso attacco di sclerosi per finire tutti nel fosso.