Adriano Sofri sul Foglio
?Scrivo di Ovidio, ma non solo di Ovidio: perché quello che capita a lui capita a tan ti altri. Non dirò: può capit re anche a voi. Per gentilezza, e perché voi pensate che a voi no. Tanti auguri. Dunque: degli agenti dell’ordine vanno a controllare che lui sia in casa come deve, trovandosi agli arresti. Questo è normale (anche che ci vadano tre volte al giorno, e alla notte, che può essere tutt’al più valutato come un eccesso di zelo, incombendo altre occorrenze sulla sicurezza del paese, ma sono opinioni). Lo trovano, Maramao, nell’orto, in una escursione per l’insalata, mentre pane e vin lo aspettano in tavola. L’orto è, sia pure per un’escursione rapida, vietato. Ovidio è fuorilegge di dieci o quindici metri. I bravi agenti fanno rapporto. Passa qualche tempo, la pratica cresce e germina, diventa un rinvio a giudizio, poi un processo. Al processo, previo dibattimento e interventi delle parti, si arriva alla sentenza: assolto. Non era evaso. Era andato un momento nell’insalata. La Pubblica Accusa ne è malcontenta. La legge è legge. (Summum ius eccetera, ma questa appendice non se la ricordano. Nemmeno si fanno impressionare dai processi giacenti, i soldi del contribuente e tutta la solita sequela di luoghi comuni intimidatori). Ricorso della Procura, fissazione di un nuovo processo, questa volta non più al Tribunale cittadino di Massa, ma nella sede della Corte d’Appello, a Genova. Nuovo processo, requisitorie arringhe voci alte e fioche teste che ciondolano e cedono al sonno, eccetera: camera di consiglio e condanna a sei mesi per evasione. Fin qui l’affaire è durata sette anni. Niente paura: ci sarà la Cassazione. Non sembra uno scherzo? E quanti disgraziati agli arresti domiciliari si sono visti processare condannare e risbattere in cella perché si erano seduti a sventolarsi, a ferragosto, sul marciapiede di casa, a due metri dall’interno? E chi può ancora dubitare che, se pure non esista la giustizia, esista tuttavia, e formidabile, inesorabile, l’ingiustizia, e perfino una sua capricciosa parodia fra beffarda e meticolosa? L’insalata era nell’orto, una casa avevi tu: letteratura d’evasione, troppa grazia?
da Alessandro Ceratti
Le foto dei loculi non si vedono. Ormai sono curioso. Provvedete.
da Peter Freeman
Caro Csf, saro’ faceto ma, se tu me lo consenti, lancerei un sondaggio tra i frequentatori del Blog. E’ peggio il lifting di Claudio Baglioni o quello di Valeria Marini?
da Gigi Nocera
Dai giornali: “L’Udeur ritiene che, per dignità, questa situazione non sia più oltre procrastinabile e, pertanto dichiara pubblicamente che da oggi esce dalla maggioranza del Comune di Bologna.” Il partito di Mastella non è rappresentato nel Consiglio comunale nè nella Giunta Cofferati. Qualcuno mi sa dire chi esce visto che dentro non c’è nessuno?
da Gianluca Freda
Sono sicuramente contrario all’aborto. Lo considero soppressione di una vita e sconsiglierei a qualsiasi donna, anche la più povera e disgraziata, di sottoporsi a questa pratica. Sono invece favorevolissimo alla legge sull’aborto. Essa consente a ciascuna donna di non essere costretta a seguire i miei preziosi consigli e di decidere in proprio su una faccenda che riguarda la sua vita e il suo futuro. A Ceratti chiedo perlomeno di realizzare che l’onere della prova andrebbe invertito. Un feto è un essere vivente, e non ci piove, ma non somiglia ad un essere umano sotto nessun profilo, a meno di non avere dell’essere umano un concetto puramente genetico, il che sarebbe un po’ nazista. Dovrebbe essere lei, Ceratti, a dimostrare che nonostante l’evidenza ci troviamo di fronte ad un essere umano a tutti gli effetti. Il che implica fornire una definizione convincente di essere umano che vada oltre le implicazioni fisiche, filosofiche e sociologiche con cui siamo soliti definirlo nella vita quotidiana. E’ un’impresa disperata, ma le giuro che faccio il tifo per lei.
da Serafino Brighenti
Avevo obiettato qualche giorno fa al rossissimo Freda che i suoi toni e i suoi pensieri sono perfettamente duali, se non addirittura identici, a quelli della destra nerissima e, di conseguenza, altrettanto ripudiabili da chi ha sale in zucca. La conferma me l’ha fornita Michele Lo Chirco, che non ha simpatie per la sinistra -come sanno bene i blogghisti-, quando ha dichiarato di pensarla come lui su alcuni punti, portando a suffragio della cosa alcune citazioni di Evola. Ma Freda se ne impippa e continua a vagheggiare un futuro politico in cui un partitino di quattro utopisti per niente democratici, qual è RC, possa nuovamente condizionare pesantemente la politica e le sorti del governo di centro-sinistra, proprio come la Lega ha fatto con quello di centro-destra. E Bellachioma, che di tutto può essere accusato salvo di essere un “pirla” (per usare un termine caro a Freda), con il ritorno al proporzionale gli sta offrendo la possibilità di farlo.
“La legge italiana non può essere applicata solo se ed in quanto rispondente alla proprie convinzioni morali” dice Paola Altrui. Infatti io in questo caso non chiedo di non applicare la legge, chiedo di cambiarla. Tuttavia tengo a ribadire che la legge non merita rispetto assoluto. Se oggi fossero valide le leggi razziali io non avrei la minima resistenza a violarle. Lei dice: “in un Paese civile nessuna donna può essere obbligata a mettere al mondo un figlio che non desidera”. Giusto. Io dico: “in nessun paese civile è tollerato l’infanticidio”. Giusto? Evidentemente ci sono due interessi legittimi e inconciliabili, quello della donna e quello del nascituro. Nei paesi civili, così come non è legittimo uccidere il ladro che ha violato il nostro domicilio se questi non ha in nessun modo messo a rischio la nostra vita, anche se senz’altro è riconosciuto il diritto di ognuno di salvaguardare le proprietà personali, allo stesso modo mi aspetterei che non fosse riconosciuto il diritto di uccidere una vita nascente anche fosse per salvaguardare interessi nobilissimi della donna gravida. L’unica cosa che può giustificare l’aborto è la certezza che ciò che si va a sopprimere non è un uomo. Diversamente è un orrore intollerabile. Credo con questo di aver risposto anche a Palombi.
Satira preventiva di Michele Serra (grazie a Paola Bensi)
La tv italiana è il luogo prediletto della politica, l’unico luogo. La centralità della classe operaia è stata rimpiazzata dalla centralità delle truccatrici e dei microfonisti
Tutto ebbe inizio un lontano giorno del ’94, quando il decano dei comici Raimondo Vianello e la valletta Antonella Elia, nel corso di un varietà tv, dichiararono il loro voto per Berlusconi, seguiti a breve dalla cantante Zanicchi. Di lì in poi, la tv italiana divenne il luogo prediletto della politica, e presto l’unico luogo. La centralità della classe operaia venne rimpiazzata dalla centralità delle truccatrici e dei microfonisti. E di qui in poi? Di qui in poi, ecco cosa prevede il palinsesto politico. CONTINUA…
da Isabella Guarini
Proprio ieri, in cronaca di Napoli, i quotidiani hanno pubblicato la richiesta del Sindaco di un Comune vesuviano di abbattimento di abitazioni, costruite dopo il terremoto del 1980. Altri casi si sono verificati e sie ne verificheranno ancora. Lo Stato ha costruito in Campania un notevole patrimonio di alloggi , spesso lasciati all’incuria. Le costruzioni odierne non sono certo come quelle di una volta, ma con ciò bisogna fare i conti. Se consideriamo che circa il quaranta per cento degli inquilini di alloggi pubblici non paga il fitto e che l’ICI è versata dagli enti proprietari, ritengo conveniente donare le case, applicando i criteri di selezione che già esistono per l’attribuzione delle case di edilizia economica e popolare. Si sottrarrebbe in questo modo molta farina ai furbi.