Marco Migliavada, http://marcomiglia.blogspot.com/
Sapessi com’è strano, riuscire a respirare, a Milano. Si chiama “Ecosistema urbano 2006” la classifica che mette in fila i capoluoghi di provincia italiani secondo le proprie attitudini ecologiche. Milano, la città dove lavoro, è messa malissimo, arrancando 82esima (su 103) nel gruppone delle città metropolitane. Sembra che a penalizzarla sia fondamentalmente il traffico. La soluzione più apprezzata sarebbe creare un pedaggio per chi vuole entrare in centro (immagino che Londra sia il punto di riferimento), ma finché l’assessore alla viabilità meneghina Giorgio Goggi parla di problema ‘più percepito che reale’ appare difficile si passi alle vie di fatto. Insomma, alla fine la colpa è sempre nostra. Prima percepiamo l’inflazione, poi il traffico. Smettiamola di inventarci problemi, altrimenti ci influenziamo a vicenda e i nostri magnifici si sentono in imbarazzo se non propongono soluzioni.
di Matteo Tassinari
Umanista acido. Cinico esibizionista. Monetizza le sue asprezze: “Il giorno del suicidio di mio figlio, mi sono preparato delle ottime uova al pomodoro” dichiarò. Si rischia, a scriverlo, di apparire retrò e patetici. Ma di fronte ad un “caso” come quello di Michael Houellebecq è impossibile rimanere neutrali. Chi lo considera il nuovo Louis Ferdinand Celìne, chi lo definisce un petardo bagnato. A complicare le cose c’è che non sono più gli scrittori e i libri a creare il “caso”, ma viceversa. Credo servano ben altre prove prima di trasformare uno degli scrittori più interessanti degli ultimi anni nel Celìne dei nostri tempi. Posso sbagliare. Ma se così non fosse, vorrebbe dire che questi nostri tempi sono ancora peggio di come Houellebecq li rappresenta.
da Virgilio Mancini
Se mi è concesso vorrei lanciare un sondaggio anch’io. Noto con piacere che in questo blog ci sono ben tre persone che tifano per la Lazio: CSF, il signor Ciolfi e il sottoscritto. La cosa mi rende felice perché mi ricordo che quando andavo a scuola, nelle classi che ho frequentato, eravamo al massimo in due a sostenere i biancocelesti e quindi in questo caso siamo già sopra la media. Quanti altri tifosi della squadra che ha portato il calcio a Roma ci sono nel blog?
da Alessandro Ceratti
Sono pronto a venire a Canossa (pardon Castenedolo) con la cenere sul capo. Il panorama non è mozzafiato, così come la pianta di cachi, ma comunque non è malaccio. Lo ammetto: pensavo decisamente peggio. Mi lascia un po’ perplesso la terzultima foto. Che cos’è quella porta da capannone industriale che si apre sulla destra e quella specie di muro alto praticamente attaccato alle case? Inoltre: nelle foto dove compare il caco appaiono anche delle costruzioni. Quelle sono veramente brutte, checché ne pensi Diana. E le case in Italia sono fatte così per il 90%.
da Massimo Puleo
Ma istituire una tassa sulla morbosità, no?
da Montini Enrico, Brescia
Finiti in televisione perché la puntata era incentrata sugli sfratti e sulle case popolari quelle costruite fino ad oggi che davvero ti fanno vergognare di abitarci dentro. Castenedolo, per chi non ci fosse mai stato, è un paese che ha sventrato una ridente collina e, pur essendo a 10km da Brescia e’ circondata da capannoni .Nel suo interno si trovano case vecchie a filo della strada principale, villette con microgiardino, palazzine anni ’60 e distese di villaggetti di case popolari umide con pareti di carta velina. L’indigeno ripreso alla fine che modestamente ricorda di vivere in un cascinale di tre piani che sta ristrutturando ha per vista, ai piedi della collina, un capannone che produce articoli per i gabinetti (ed e’ il primo di una distesa) . Se qualcuno non ha visto il servizio, i bungaloculi sono in realtà bilocali per coppie di anziani costati 1100€/mq e all’ interno non sono affatto male (e nemmeno dall’esterno sono andato a vederli di persona). (…)
da Gianluca Freda
“Non dirò: può capitare anche a voi. Per gentilezza, e perché voi pensate che a voi no”. Caro Sofri, per quel che conta io penso tutti i giorni che possa capitare anche a me, e temo assai più una “giustizia” come questa che qualsiasi forma di criminalità. Grazie per averci ricordato dove va a finire un paese quando il concetto tecnico di “legalità” prevale su quello etico di “giustizia”. Per inciso, un principio simile potrebbe applicarsi anche ai rapporti internazionali in generale, e al conflitto iracheno in particolare, ma infierirò su di lei in un’altra occasione. Per questa volta, grazie.
da Lorenzo Barracco
Report ieri sera ci ha spiegato perché la pena di morte è male: in Iran se uno è omosessuale o, da religioso, abbandona la fede, viene giustiziato. In effetti, anche secondo me questi criminali andrebbero puniti diversamente.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Chi aveva il sospetto che, dopo l’ultimo referendum, avrebbero attaccato la legge sull’aborto aveva ragione. Dopo anni dall’approvazione della 194 ancora stiamo a discutere se l’aborto è omicidio o no. Gli antiabortisti non ricordano i dati terribili sugli aborti clandestini. La proposta di Ruini poi è perfida, l’inserimento di consulenti del movimento per la vita nei consultori serve solo a delegittimare una buona legge. Cosa andrebbero a dire queste persone alle donne in procinto di abortire che non possa essere detto dagli specialisti? Stimolerebbero i sensi di colpa inevitabili e naturali in tali circostanze, ottenendo così il risultato di scatenare dinamiche devastanti nella psiche delle donne. Quando Ceratti dice che i cattolici sarebbero fin troppo fievoli nelle reazioni dice qualcosa di terribile, credo in maniera inconsapevole; negli USA i cosiddetti militanti dei movimenti per la vita sono arrivati all’omicidio dei medici abortisti.
dall’avv. Lina Arena
L’operazione di sgombero dei baraccati condotta e diretta da Cofferati a Bologna è solo una tappa per condurre a termine lo sdoganamento del capitalismo da parte della sinistra ex comunista e l’abbandono di qualsivoglia illusione o utopia socialista. Cofferati ha solo dimostrato che la legalità deve prevalere sul senso di umanità e sulla solidarietà invocate dai gruppi che si ispirano al socialcomunismo.