da Umberto Corsini, Piombino
Caro Dr.Sabelli, chissà quante indulgenze ha guadagnato Sergio Valzania per aver messo a disposizione del Papa a Colonia 7 trasmissioni su Radio 3 di 45 minuti ciascuna, più gli spiccioli a spese del povero abbonato RAI.
da Bruno Stucchi, Cuggiono
Forse Biagi (quello ancora vivo) e Santoro torneranno in televisione. Cosa sara’ piu’ imbarazzante? Un’intervista di Biagi a Santoro o una di Santoro a Biagi? P.S. La seguo sempre a Primapagina, ma vista l’ora non posso intervenire telefonicamente.
da Giorgio Guiotto
Si stanno ritirando e non va bene. Perchè se ne vanno da una terra che non era loro. Perchè buttano giù le case. Perchè chissà dove andranno. In quella terra, arida e disabitata, non dovevano andarci. Le case, le loro case, costruite da loro, dovevano lasciarle in piedi, magari pure con i mobili dentro. Epperò lasciano gli edifici pubblici. Un contentino di Sharon. Sharon che aveva mandato i coloni e che adesso li obbliga ad andare via. Sharon, che non interessa proprio a nessuno, sta facendo qualcosa di incredibile. Ma lo fa dopo aver sbagliato. Ma che razzo volete? Non vi va mai bene niente!!! Siete proprio di sinistra e “chi” dice di non essere antisemita lo è, oh, se lo è. Adesso me ne vado in ferie, disgustato.
Buone vacanze. E si rilassi (csf)
da Claudio Urbani, Roma
Caro Freda, sicuramente stiamo dicendo le stesse cosee. Dico sunicamente che chi arriva nel nostro paese, con le opportune cautele, indagando seriamente, evitando quindi di accogliere eventuali criminali incalliti, siano accolti e protetti con leggi meno restrittive e vessatorie. Lasciarli nel limbo della clandestinità, o peggio costringendoli noi, è sicuramente un grave danno, prima per loro e poi per noi.
da Stefano Momentè
Poiché in passato hai ospitato qualche mia segnalazione, ti comunico che da qualche giorno ho cominciato timidamente a esporre il mio pensiero su comunicazione e dintorni nel mio blog http://diretto.zeptepi.org
da badante rumena di signor Santi Urso
Il signor Urso, che detesta i fatti personali, mi autorizza pero’ a questa breve nota. a) in un salotto perbene ancorche’ garrulo, qual e’ certamente quello del signor Sabelli Fioretti, l’ultima parola spetta sempre e soltanto al gentile padrone di casa, giudice insindacabile d’ogni conversazione. Solo Vittorio Emanuele prende a pugni l’ospite in casa d’altri. Ove il signor Colantuono fosse parte fondante, perche’ estensore o sponsor, del salotto, mi scuso perche’ non ho saputo riconoscerlo in nessuna parte dell’homepage. b) la signora Soncini non (ripeto: non) ha scritto quello che il signor Colantuono e’ riuscito a leggere. Ma su questo e’ giusto non insistere: eventuale interpretazione autentica va lasciata all’autrice, senza interferenze che sono, lo ammetto, maternalistiche c) Ma se non interessa al gentile corrispondente nulla di Guia Soncini e del suo intimo, come mai tanto insiste e tanto s’accalora? (Lo so, domanda senza risposta, come e’stato con eleganza anticipato). Io, benche’ rumena, m’infiammo perche’ penso che se non esistesse bisognava inventarla. E mi spingo a dire che chi, in una eletta cerchia, dice di non conoscerla o di non apprezzarla, mente o non sa leggere. ps. Hasta D’Alema siempre. E niente primarie.
da Gianluca Freda
Sostiene Arienti che la Costituzione non prevede che il diritto d’asilo sia accordato a qualsiasi clandestino. E’ vero. Essa prevede che sia accordato al solo straniero al quale “sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla costituzione italiana” (art. 10), il che vuol dire che il 99,9% degli stranieri che arrivano in Italia ha diritto di rimanerci in base alla suprema legge del nostro ordinamento giuridico. Non è un caso che migliaia di clandestini vengano deportati in altri paesi – dove verranno incarcerati o uccisi – prima di essere informati dei diritti che hanno. Non si vuole correre il rischio che si mettano in testa strane idee, tipo di essere persone, e pure con dei diritti. Sostiene poi Arienti che il clandestino deve, suvvia, arrangiarsi un pò come può, immagino in omaggio a quel caposaldo della nostra cultura nazionale per cui ognuno va per sé e ciascuno bada al suo, che ci ha resi il grande paese che siamo. Beh, arrangiarsi è proprio ciò che i clandestini fanno meglio, anzi, è l’essenza stessa della clandestinità, e potrebbe essere cancellata solo dalla regolarizzazione. Caro Arienti, è stato accontentato. Ora vorrebbe, per cortesia, smetterla di parlar male di queste persone, che sono solo desiderose di venirle incontro?
Caro Urbani, condivido in pieno la sua definizione di “clandestino”, ma penso che la lotta alla clandestinità non si faccia deportando migliaia di esseri umani dove verranno imprigionati, torturati o uccisi, in barba ad uno dei principi più importanti del nostro diritto costituzionale; la lotta alla clandestinità si fa con la regolarizzazione, senza se né ma, per chiunque venga da paesi che non rispettano i diritti civili, salvo i casi di pericolosità sociale comprovata. Non ho dimenticato i meriti di Di Pietro, ma la storia mi ha insegnato a non fidarmi di chi parla di moralizzare la vita pubblica e allo stesso tempo disprezza la sofferenza e la vita altrui, e non mi va di correre rischi. Di Pietro è persona che non ha mai corrotto, né si è lasciata corrompere, ma questo è dell’onestà il minimo sindacale; dietro le parole di Di Pietro, apparentemente innocue, io vedo la morte e la sofferenza di migliaia di persone, da cui una persona onesta e giustamente desiderosa di una moralizzazione del paese non dovrebbe mai permettersi di prescindere.
da Gianni Guasto, Bogliasco
Sì signor Guiotto, noialtri “sinistre figure” possiamo anche dimenticare per un attimo il dramma dei palestinesi che stanno fuori degli insediamenti, per la tristezza e l’istintiva solidarietà verso tutta quella gente strappata dalle case, e dalla terra nella quale molti di loro sono cresciuti. E abbiamo abbastanza lucidità per chiederci: dove andranno ora? Forse in Cisgiordania? E tra venti, trent’anni (altri venti, trent’anni di guerra) a qualche successore di Sharon verrà forse in mente che anche di lì dovranno andarsene, perché Gaza basterà forse ad altri decenni di propaganda (“vi abbiamo dato il sangue! cos’altro volete?”), ma non basta né basterà a restituire giustrizia ai palestinesi. Perché quel Sharon che oggi passa meritatamente alla Storia per un indubbio gesto di coraggio, é lo stesso Sharon che gli insediamenti li ha voluti e sospinti fino a trovarsi nel budello cieco che intrappola i palestinesi e gli israeliani di oggi e di domani.
Carissimo Santachiara, sono io quello che gioca a Diplomacy. Siamo già in sette e tutti nello stesso ambito lavorativo. Una mossa al giorno, comunicati vari e giornale ufficiale. Le mosse e il consuntivo lo mettiamo, su mappa originale, in Power Point… adesso siamo fermi causa ferie, a settembre inoltrato riprendiamo. Purtroppo c’è già una lista d’attesa ma se sei interessato, tramite Cisf, ti posso fare avere le mappe… Ci “sentiamo” a settembre!!
Cisf?