da Vincenzo Rocchino, Genova
E invece no, è il nome che si è dato Papa Ratzinger. Devo dire che mi fa un certo effetto? A proposito di bombardieri, avete notato che in Iraq, a guerra finita da un bel po’, si continua a bombardare come se nulla fosse? e che B16 (Benedetto XVI) non trova nulla da dire?
da Pino Granata
Io non ho niente contro Masssimo Fini. E’ anche vero che non sono un suo ammiratore, ed è per quello che non capisco il suo vittimismo. Ha fatto una scelta di vita e basta. D’altronde mi domando se Freda, Caporale e gli altri che sono solidali con lui, sanno che la coerenza non è proprio il forte di Massimo Fini che ha elargito la sua opera intellettuale a giornali di Destra e di Sinistra. Io non sono affatto d’accordo con chi , pur di scrivere, offre le sue prestazioni a chiunque senza tener conto della della collocazione politica.
Eh no, caro Pino, queste sono stronzate. Anche andare al confino era una scelta di vita? E inoltre ti risulta che per scrivere a destra e a sinistra Fini abbia mai modificato le sue idee? E allora che mi dici di chi, come te, che di mestiere hai sempre fatto il venditore di fotografie? Vendevi le fotografie solo a giornali din sinistra? NON MI TOCCATE MASSIMO FINI! (csf)
Mi aveva escluso tassativamente che avesse una storia con il ministro Urbani. Mi aveva detto, Ida La Bugiarda: “Ho due figlie, un compagno da 15 anni, una società di produzione appena nata. Devo subire tutto questo per una volgare strumentalizzazione politica?” E poi mi aveva detto: “Ad Urbani di amanti gliene appiccicano una al giorno. Basta leggere Dagospia”. Io le avevo chiesto: “Lei ha una storia con Urbani?” E lei mi aveva detto: “La risposta è: assolutamente no”. Io le avevo detto: “Dagospia ha pubblicato la lettera di un signore che sostiene che vi vede ad Acqualoreto, lei e Urbani”. E lei mi aveva risposto: “”Sicuramente ha visto me. Lì abbiamo una casa di famiglia, c’è mia sorella, c’è spesso mia madre, ci vanno spesso le mie figlie. E io ci andrei con il mio amante? Questa è fantasia a briglia sciolta”. E poi mi aveva detto: “Conosco Urbani da circa nove anni. È una delle pochissime persone dell’ambiente politico che stimo. Non ci vediamo molto spesso. Possono passare pure sei mesi senza che ci incontriamo”. E adesso ha detto a “Chi” che lei e Urbani sono amanti da 11 anni. Che la possinoacciaccà (csf)
dal sito di Beppe Grillo
Ieri sera, ad Arcore, Umberto Bossi, insieme a Calderoli e Maroni, ha incontrato a cena Silvio Berlusconi per discutere di Fazio e della Banca d’Italia.Di quello che si sono detti mi interessa molto poco, ricordo solo che esistono luoghi istituzionali per prendere decisioni su temi che riguardano i cittadini italiani.Bossi però mi intristisce, una volta era diverso, una persona con cui si poteva non essere d’accordo, ma che aveva il coraggio delle sue parole.Ascoltiamo alcune sue dichiarazioni grazie alla Macchina del Tempo, prima che si alleasse con Berlusconi.Com’eri grande Umberto prima di fare il cameriere ad Arcore.Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente piu’ accordi col Polo. Con questa gente niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell’Utri, inquisito per mafia.Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E’ una costola del vecchio regime. E’ un povero pirla, un traditore del Nord. Il suo Polo e’ morto e sepolto, la Lega non va con i morti.Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E’ un Kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi e’ il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E’ molto peggio di Pinochet. Berlusconi e’ l’uomo della mafia. E’ un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord.La Fininvest e’ nata da Cosa Nostra. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini. In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c’erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra.Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto in Italia e c’era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le holding. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L’uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l’Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per azioni.Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Berlusconi, come presidente del Consiglio e’ stato un dramma. Quando e’ in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sud America. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al votoï?½.
Massimo Gramellini sulla Stampa
Vota Oriana. Vota Afef. Altro che quei due maschi attempati in lizza per Palazzo Chigi. Oriana Fallaci e Afef Jnifen sono la declinazione al femminile di un bipolarismo soltanto italiano. Fallaci è la nuovissima destra: quella che è stata a sinistra per tutta la vita, prima di rimanere fulminata sulla via di Manhattan, credersi la reincarnazione dei Templari e chiedere udienza privata al Papa. Ratzinger gliel’ha concessa senza farlo troppo sapere in giro, forse pensando che fosse il male minore: in caso di rifiuto, l’alternativa poteva essere una enciclica fallaciana di 200 pagine sulla sostanziale connivenza fra il vescovo di Roma e l’imam di Carmagnola. Afef è la sinistra del brillante, quella dei ricchi ma belli con uso di mondo e idee progressiste nel campo dei diritti civili: cordialmente detestati dai borghesi piccoli e medi, che trovano incoerenti i miliardari animati da pensieri inconciliabili col loro portafogli. Afef non è stata dal Papa, ma da Mastella. E ha difeso la società multirazziale che Oriana e il suo vice Pera ritengono inattuabile in Europa. Le è stato proposto di sfidare il presidente del Senato nel collegio di Lucca, ma a destra hanno subito alzato la posta: perché non metterle contro la scrittrice che Rossella e Feltri già volevano senatrice a vita? Non succederà, statene certi. Gli uomini politici sono troppo gelosi e le politiche di professione troppo invidiose, nonostante la loro debolezza o forse proprio per questo. E mentre fra pochi giorni una donna ha ottime probabilità di entrare nella cancelleria di Berlino, da noi le cosiddette primarie dell’Unione e le esibizioni d’ego della Casa delle Libertà restano un affare per maschi, persino più del calcio.
da Vittorio Grondona – Bologna
Piena solidarietà a Massimo Fini. Però non è il solo a subire questa società qualunquista nella siamo costretti a vivere. Pochissimo tempo fa quando si raggiungevano i 60 anni di età il governo ed i datori di lavoro spedivano in pensione il lavoratore col motto: largo ai giovani. Dopo c’è stata la rivoluzione culturale leghista che al motto: a 60 anni si è ancora giovani, ha rincoglionito molti lavoratori convincendoli a restare sul posto di lavoro, congelando loro la pensione in cambio di una miseria a costo zero per lo Stato. In questo modo i giovani sono rimasti al palo nell’indifferenza di tutti. segue
di Piergiuseppe Caporale
Sono con Freda per quanto riguarda le considerazioni di Granata su Fini. Vorrei chiedere: ma Marcella Andreoli (di cui ho sempre ammirato stile e contenuti) è forse una free-lance? Se sì il paragone potrebbe calzare. Se no, mi sembra che, anche se non lavorasse, percepirebbe ugualmente lo stipendio. E questo è un altro sassetto che fa pendere la bilancia dalla parte di Fini. Come sanno tutti i free-lance (=non contrattualizzati). Mi piacerebbe, poi, sapere se il fatto di aver scritto sull’Avanti possa essere considerata nota di demerito.
da Lorenzo Barracco
Ma Collina non era quello che vedeva una strattonatina in area e, come da regolamento, concedeva il rigore tra gli applausi (certo: di strattonatine ne vedeva una o meno a partita, ma è sempre qualcosa…) dei Tosatti? E ora, per una violazione di Regolamento dovremmo chiudere gli occhi?E poi. Non è forse vero che l’arbitro non può scommettere sulle partite? E che l’arbitro della sezione di Milano non può arbitrare il Milan? E allora, questa sfiducia sancita per Regolamento non ha mai turbato il Nostro caro arbitro?
di Silvia Palombi
Dopo 30 giorni di lavaggio ginostrino (no radio, no televisione, no giornali, no bar, elettricita’ solo dall’anno scorso ed eravamo sinceramente preoccupati, trasporti pesanti solo col ciuco, trasporti persone solo via mare) eccomi qua, frastornata e stordita che faccio fatica a riprendere contatto con la citta’, il computer, le notizie, l’aria che puzza. Sto invecchiando, la comodita’ di un letto normale, di un water nel quale poter gettare la carta igienica e ripulire spingendo un pulsante anziche’ ingropparsi il secchio dell’acqua di risulta del lavandino stavolta non sono sufficienti a farmi apprezzare la civilta’ delle macchine. L’anno prossimo nell’isola del capo ci sara’ qualcosa dedicato al mio librino (beh? e gli ampi strali? non l’avete comprato dite la verita’, tanto fumo e niente arrosto, non sapete cosa vi siete persi); Salina confronto a Ginostra e’ Tokyo, sara’ dura pero’ io comincio a cercare lavoro la’. Ho letto tutto il blog con attenzione per gettarmi verso nuove polemiche ma la mia testa e’ attualmente ricettiva come un ciottolone di fiume pero’ una parola per Fini M., che apprezzo e del quale mi spiace la comprensibile amarezza, la dico: non solo il Cavaliere bergmaniano e’ un po’ stanco, anche Forrest Gump dopo la lunga corsa disse “mi sento un po’ stanchino”. Un po’ poco, lo so, ma questo passa il convento, oggi. Una prece, per il mio reinserimento. Bentrovati tutti.
di Roberto Vittorioso
Anche se l’estate sta finendo, consiglio “il bar sotto il mare” di Stefano Benni, un libro di qualche anno fa: lo stavo leggendo in treno ed ho dovuto interrompere, perchè ridevo troppo e mi vergognavo…