da Gianluca Freda
In effetti, uno dei più grandi mali del nostro tempo è quel devastante corollario dell’individualismo che impedisce di concepire un qualsiasi sistema etico che abbia per coordinate le necessità di una collettività nel suo complesso, anziché i valori personali. La morale antica era una morale sociale: il divieto di bigamia nacque dall’esigenza pratica di tutelare l’ordine pubblico evitando faide familiari; l’anatema contro l’incesto nacque da intuibili esigenze di tutela eugenetica dei gruppi; la proibizione di desiderare la roba e la donna d’altri, il divieto di mangiare certi animali o consumare certe bevande nascono da altrettante necessità di ordine sociale e profilassi. Al contrario, l’avversione alle adozioni gay sacrifica molte esigenze sociali concrete (quella di uomini, donne e bambini a sentirsi parte di un gruppo socialmente riconosciuto) sull’altare dei personalismi etici più astratti ed egoistici. Non c’è contatto col mondo nel rifiuto di riconoscere alle minoranze i nostri stessi diritti, solo presunzione, isolamento, e quella prigioniadisperata nelle proprie astrazioni teoriche che è la peste dell’etica e del vivere civile di oggi.
da Alessandro Ceratti
E’ normale che la carriera di un dottore (vel insegnante, vel dipendente statale vel…) sia dovuta in larga parte all’anzianità di servizio e all’ appartenenza alle correnti varie? E’ normale che solamente passando un sia pur massacrante esame di teoria si possa decidere della vita delle persone senza che nulla si sappia sulle attitudini psicologiche del singolo dottore (vel insegnante, vel dipendente statale, vel…) E’ normale che un dottore (vel insegnante, vel dipendente statale, vel…) possa abbandonare la professione per darsi alla politica e riprendere la carriera come se nulla fosse? E adesso lo chiedo per davvero io: è normale che ci si ponga tutte questioni per i giudici e non per tutte le numerosissime altre categorie per le quali esse varrebbero? Vorrà dire qualche cosa? Ci sarà un motivo? Chissà?
da Vittorio Grondona – Bologna
La durata del processo è direttamente proporzionale all’importanza e alla ricchezza dell’accusato. Se un poveraccio ruba un pezzo di pane per sfamarsi dopo pochissimo tempo è già in galera, processato per direttissima senza possibilità materiale di disporre dei costosissimi tre gradi di giudizio, difeso nel primo ed unico grado da un avvocato d’ufficio alle prime armi. Se l’imputato invece è potente e ricco sfondato, il suo processo dura giusto giusto fino a quando il reato attribuitogli non sia distrattamente caduto in prescrizione fra gli ohh di meraviglia, con ricorso per tutto l’iter processuale all’assistenza di qualità fornita da uno stuolo di avvocati di grido, magari, per ironia della sorte, pagati col frutto del reato prescritto. Oggi poi è di moda il patteggiamento. In pratica nel nostro paese si può truffare e mandare sul lastrico una caterva di persone volutamente male informate e, sempre per ironia della sorte, patteggiare la pena con una piccola parte dei soldi truffati. Lu cani muzzica sempri lu strazzatu!
dall’avv. Lina Arena
Per averle affibbiato il meraviglioso appellativo di ? ceceno sovietico? Le chiedo un corrispettivo.Scelga tra i tanti: una targa, un premio, una lapide, una dedica anche su marmo.Il tutto con decori moderni, lineari. Non amo il barocco e quindi niente volute o riccioli.
di Paolo Beretta
Solo per ricordare a De Tomasi che, oltre ai fenomeni “concorrenza” e “libero mercato”, che in Italia esistono poco, ne esistono altri che si chiamano, ad esempio, “monopoli”, “cartelli”, ecc., molto piú diffusi nel nostro paese, che hanno reso necessaria l’istituzione di una comissione antitrust (che peraltro funziona maluccio). Quanto a noi naviganti, navigando verifichiamo effettivamente che banche ed assicurazioni ci spellano. Tutte, chi piú o chi meno.
di Piergiuseppe Caporale, Roma
Buona parte di coloro che si occupano seriamente di esoterismo asseriscono che il fenomeno dell’omosessualità si è allargato, nel corso della storia, nei momenti in cui era necessario frenare la crescita demografica. Se, in effetti, ci si pensa bene, sarebbe un buon sistema, non soltanto, appunto, per fare meno figli, ma anche – ed è, in parte, il discorso del momento – perchè ci sia qualcuno (oltre alle coppie cosiddette legali) in grado di allevare meglio dei brefotrofi e dei vari istituti e/o affidatari vari. Non credo proprio che una coppia di gay possa essere negativa per un figlio adottivo, anche e soprattutto perchè anch’io sono convinto che ben difficilmente si diventa gay: ci si nasce, a prescindere da madri ossessive ed iperprotettive, da padri fuggiti da casa, da ambienti frequentati ecc. Tutto ciò, naturalmente, prescinde dal tribalismo insito nel (falso) senso della paternità o della maternità: ho quattro figli e li amerei come amo questi anche se li avessi adottati e non fossero… il frutto dei miei lombi. Alla faccia della soggettività, dirai tu…
da Michelangelo Moggia
Riguardo al dibattito sulle adozioni gay mi pongo questa domanda: una volta stabilito per legge che le coppie omosessuali possono adottare bambini, chi opera la scelta? Mi spiego, chi decide: “tu avrai due genitori etero, tu invece due omosessuali”. Non mi dite che è indifferente, perchè se io chiedo a 100 persone: “preferiresti avere come genitori un padre e una madre, oppure due madri o due padri?” L’esito sarebbe, diciamo così, plebiscitario.
Anche se io chiedo a 100 persone: “Preferiresti avere genitori ricchi o poveri? Sani o malati? Stupidi o intelligenti? Del nord o del sud?” avrei delle sorprendenti risposte. Fortunatamente nessuno chiede cose del genere. (csf)
da Gian Paolo De Tomasi, Busto Arsizio
Ciao Ceceno, che palle (scusa il francesismo). Ma è mai possibile che in Italia ci si debba sempre lamentare? E le banche italiane hanno tassi da usuraio, e le assicurazioni ci fregano. Come se noi, tra l’altro, non fossi i campioni del mondo di fregare il prossimo, tra l’altro. Informo i signori naviganti che – grazie al cielo – esiste un fenomeno che si chiama “concorrenza” e “libero mercato”, grazie al quale è possibile scegliere la banca o l’assicurazione che più ci piace. La cosa che troverete meravigliosa è che le differenze tra le varie offerte, ceteris paribus, sono notevoli. Voi tutti, che siete naviganti, con pochi clic potete verificare che non tutte le banche ci spennano, non tutte le assicurazioni ce lo mettono nel didietro. Basta cercare.
di Silvia Palombi
Vabbe’ allora provocate. L’americano e’ l’unico popolo che dallo stato primitivo e’ arrivato alla depravazione senza passare della civilta’. George Bernard Shaw.
da Rocco Ciolfi, Arce
Stupendo! Standing ovation per la nostra avvocata. Anzi di più; io gli faccio pure la ola!Vi odio (csf)