da Pino Granata
Sono esattamente due settimane che cerco freneticamente le interviste del nostro CSF sul Corriere Magazine e non le trovo. Era già successo nel passato che il Corriere Magazine per qualche numero non ci deliziasse con le interviste del sub-comandante e poi si ritornasse alla normalità. Ora da un accenno di CSF mi pare di capire che lui sia stato sostituito da Cesare Lanza.Credo che tutti i bloggisti siano ansiosi di sapere che cosa sta succedendo. Claudio sei pregato di dirci qualcosa. Se vuoi e puoi naturalmente.
Succede solo che ad una certa età si ha bisogno di riposo. Riprendo ad agosto. Grazie comunque di queste mail di preoccupazione. Sono balsamo per il mio ego. (csf)
I miei peggiori timori sono confermati. Ecco le foto scattate da Roberto Sala
da Cacao
E’ stato reso noto il rapporto Censis sul giornalismo italiano. Dei 301 redattori intervistati, alla domanda ‘Le capita di non riuscire a raccontare i fatti osservati/accaduti perche’ condizionato da qualcuno?’ il 50% ha risposto ‘si”.(Fonte: ansa)
dall’avv. Lina Arena
Credo che la Cina stia attraversando una fase di transizione dalla dittatura socialcomunista a un capitalismo primitivo.Il fatto che sia possibile il commercio libero e da rapina in uno alla produzione di merce da rapina lascia intendere che la vecchia dittatura comunista sia in disfacimento e che autorizzi una trasformazione capitalistica. Bisogna tuttavia vedere in quale misura la libertà di mercato sia consentita e cioè se stabilmente oppure con la presenza di strutture di Stato.Sotto questo profilo, la Cina rappresenta una novità molto interessante da conoscere e studiare.
da Michele Lo Chirco, Palermo
Esimio signor Granata, non penso di aver mai espresso posizioni di appiattimento alla linea di un governo cui, in verità, con il mio voto di quattro anni or sono ho contribuito: mi sto semplicemente interrogando sulla eventuale presenza di una valida alternativa allo sfacelo di questi anni. E francamente ne ho le scatole piene di un ingegnere che fa il ministro della giustizia: si è mai visto un avvocato progettare un ponte?
da Gianluca Freda, Arezzo
Cara Paulon, ferma restando la necessità – e la convenienza – di contenere n dibattito entro i limiti dell’educazione (che non mi pare d’aver trasceso), io ho sempre pensato che un dialogo si fondi sul confronto, non sul rispetto. Il rispetto rende il dialogo inutile o talmente noioso che la gente cambia canale. Il “rispetto” mi è sempre apparso come una delle tante favole ipocrite del potere, inventate per relativizzare le sue pratiche ignobili generando verso di esse agnosticismo e indifferenza. Il rispetto èil dito dietro il quale si nasconde chi non sa come sostenere le proprie posizioni, come tragicomicamente dimostrano le esternazioni di certi indecenti figuri di destra che invocano il rispetto del proprio diritto di aggredire e insultare. Le chiedo pertanto di essere esentato dall’obbligo di rispettare chi non fa il proprio dovere di cittadino (o lo fa eleggendo individui che considero immondi), obbligo a cui mi è fisicamente impossibile ottemperare. O così o si costringe il dialogo all’asfissia, ed è questo, casomai, che denota un’assoluta mancanza di rispetto per l’interlocutore.
da Vittorio Grondona – Bologna
Venerdì 17 giugno, non essendo per niente superstizioso, invece di chiudermi in casa come fanno i divoratori di amuleti portafortuna, decisi di fare un giretto a piedi per il centro della mia bella Bologna. Cosa che ultimamente faccio purtroppo raramente per via dell’aria poco salutare che si respira soprattutto sotto i portici. Niente di nuovo sotto il sole: ragazzine e giovanotti con la divisa di moda del momento, rigorosamente con la pancina scoperta le prime e col cavallo dei virili calzoni mimetici che spazza il pavimento i secondi; signore di mezza età, visibilmente prive di un minimo di femminilità, che stralunando gli occhi mormoravano a mezza voce un ma va là di disapprovazione o di invidia; qualche vecchietto sclerotico che ce l’aveva con tutti; banchetti di ambulanti in Piazzola e in Montagnola che mostravano stracci a prezzi di boutique ed altre cianfrusaglie che dopo aver accertata la loro completa inutilità si buttano regolarmente il giorno dopo l’acquisto; bar non necessariamente lussuosi dove se ti azzardi a prendere l’aperitivo non ti restano i soldi per mangiare… Preoccupante e disagevole era invece la massiccia presenza di una caterva di postulanti, per lo più giovanissimi e con la sigaretta accesa in bocca, che fermavano gli impacciati pedoni ogni dieci passi chiedendo loro un euro… per tornare a casa, dicevano alcuni? per comprare un panino impietosivano altri? Il via vai delle auto, nonostante i divieti severissimi, era quello di sempre. Dato il caos che mi circondava, ebbi l’impressione che il divieto di circolazione riguardasse esclusivamente la mia modesta automobile. Probabilmente, pensai, per dare un esempio agli sfigati come me di una severa legalità applicata, oggi più che mai di moda in questa città che, detto fra noi, ha visto albe di gran lunga migliori. Verso le 13 notai stupende auto nere, fuori serie con autista, ovviamente straniere e dal costo equivalente allo stipendio di tre vite intere di un operaio, munite della targhetta con lo stemma del Comune applicata accanto alla targa posteriore, attestarsi nelle proibitissime zone di Piazza Maggiore e lungo la via dell’Indipendenza in attesa dei VIP di turno, beneficiati senza meriti particolari da entrambe le cieche fortune celeste e terrena, da portare a casa o in lussuosi ristoranti per il pranzo. In città si borbotta al riguardo che questi personaggi, importanti per caso, non hanno nemmeno bisogno di chiedere i permessi, glieli portano d’iniziativa direttamente e ossequiosamente a casa. Dulcis in fundo, nei pressi della stazione ferroviaria c’era affisso un manifesto che rappresentava la caricatura di Cofferati nelle vesti di Tex Willer?
da Feliciano Bechelli
Rispondo a Claudio Urbani: Fini permettendo, c’era sempre disponibile (ooops!!!)la Prestigiacomo. Domanda: ma con un presidente del consiglio che alza il dito medio, fa le corna nelle foto ufficiali, dà della zoccola (o quasi) alla presidentessa finlandese, perché dovremmo stupirci di un ministro che chiede la castrazione agli stupratori e di altri due o tre che ce l’hanno apertamente con gli omosessuali? P.S.: perdonatemi la risposta a Claudio Urbani… ma la domanda era posta in modo tale che qualcuno si doveva assumere l’incombenza di scrivere la risposta, che non poteva non essere quella.
da Cristina Paulon, Padova
Senta Freda, anche se non la penso come lei, cerchi di rispettare le mie decisioni ed eviti di dare dei giudizi di valore su persone che neanche conosce. Ho dato delle giustificazioni alle mie azioni per poterne discutere, non per essere insultata. Se questo è un esempio di dialogo…
da Alessandro Ceratti
Claudio, in questi ultimi tempi, quando si trova dinnanzi un cardinale vede rosso. Di buone ragione non gliene mancano (considerato anche come vanno vestiti in giro). Però, siccome il discorso è serio, di nuovo mi tocca ricordare che in ogni modo la Chiesa Cattolica, pur con tutte le sue pecche, è la più grande organizzazione mondiale di soccorso per i poveri. Il grado di efficienza con il quale utilizza i soldi destinati a scopi umanitari sorpassa di gran lunga quello di tantissime altre organizzazioni (Pensiamo che cosa succede a 100 euro destinati al terzo mondo gestiti dall’ONU). Oltre a tutti gli interventi umanitari che la chiesa svolge nelle missioni non possiamo trascurare l’opera di assistenza sociale che capillarmente svolge sul territorio italiano. Assistenza che va dall’oratorio feriale per i ragazzini che hanno finito le scuole, alle mense per i poveri e i barboni, all’opera di migliaia di infermiere-suore in tantissimi ospedali ecc. ecc. Senza contare poi il fatto che, essendo molti italiani cattolici, anche il semplice confortospirituale non può essere dimenticato. Come sarebbe giusto contare come voce di assistenza una seduta psicoanalitica