da Silvia Palombi
E bravo Urbani, vedi la panzanella e’ uno dei miracoli delle cucine povere, indimenticabile e insostituibile come la bruschetta. Inoltre il pane secco nel latte, che si ammorbidisce ma non si ammolla e dunque riempie la bocca di forma e sostanza, e’ una delle cose piu’ buone per colazione, secondo me (ma anche per cena, quando non ci sono i soldi per imbastirne una completa); e grazie a Schiavone che ricambio con una confidenza. Narrano le scritture che ero scesa da poco dal seggiolone e articolavo rare frasi di senso incompiuto quando un giorno a pranzo, chissa’ perche’, butto un pezzetto di pane verso la finestra. Ho preso pochissime botte in vita mia perche’ la mia mamma era un generale prussiano al quale era sufficiente disubbidire una volta sola. Al lancio del tozzetto e’ partito uno sganassone memorabile che mi ha chiarito per sempre il valore e il significato del pane e, per traslato, del cibo universale. Herr General a volte lo faceva a casa, il pane, ed era una festa, dall’odore un po’ acido della palla di pasta messa a lievitare sotto al canavaccio bianco a quello caldo della pagnotta appena sfornata. Bei tempi.
da Paola Ragone, Brescia
Non manca mai nei tiggì l’aggiornamento su quanto fa caldo: qual è la temperatura effettiva e quale quella percepita. Vi spiego come si fa a misurarle. Rilevamento della temperatura effettiva: si sceglie un termometro adeguato e lo si piazza in un luogo idoneo, poi si legge sulla scala graduata o sul display elettronico un numerino. Semplice. Banale. Rilevamento della temperatura percepita: si sceglie un soggetto adeguato (meglio se ottantenne cardiopatico) e lo si piazza in un luogo idoneo (al centro di un cortile deserto e assolato), poi gli si chiede “Che temperatura percepisce?” e quello risponde: “Percepisco esattamente trentanovevirgolacinque gradi Celsius, corrispondenti a centotrevirgolauno gradi Fahrenheit”. Scientifico! Padre nostro, se sei nei cieli e sei onnipotente come si dice in giro, salvaci dal caldo ma soprattutto salvaci dai servizi giornalistici sul caldo.
da Bruno Stucchi
SE la riforma della giustizia scontenta tutti: magistrati, avvocati ecc. ALLORA deve avere qualcosa di buono.
da Piergiuseppe Caporale, Roma
Mi sa che la fantastica (nel senso che non sono ancora convinto che esista veramente) avvocata confonde brutalmente liberali con liberisti selvaggi. Potrei umilmente consigliare di leggere quanto scritto da Giulio Einaudi sul “liberismo controllato” in tempi decisamente differenti (mi sembra fosse il 1938). Tempi che, peraltro, si avvicinano molto all’attualità (Vico e ricorsi?).
da Giulio Bulgarelli, Correggio
Mai sognato di buttare il pane. In primis come resistenza passiva al porco bastardo modello di vita che ci prospetta TV (e Cavalier cantante): non taccagneria ma avversione allo spreco delle risorse: quando stacco, alla sera , spengo luci e condizionatori di tutti gli uffici della mia ala, nonostante i cancheri che mi giurano. In secundis la mamma mi ha sempre ammonito che “BUTTARE IL PANE E’ PECCATO”. Il precetto mi è rimasto, ma la lontananza a divinis mi fa chiedere a bloggisti più devoti: peccato anche buttare le merendine ? Io dico di no.
da Alessandro Ceratti
Ecco, appunto. A proposito dei concerti di beneficenza come live8 di cui parla Carla Bergamo e di chiesa Cattolica (di cui parlo io). Qual è la percentuale che raggiunge veramente i poveri del terzo mondo del denaro raccolto in occasione di quei concerti? Forse è meglio che il vostro obolo lo diate alle suorine del Sacro Cuore addolorato di Gesù. Magari al referndum si astengono invece di votare 4 SI ma i derelitti li aiutano per davvero, anche se ogni tanto spendono qualche milione (di lire!) per costruire nella loro casa la riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes.
da Paolo Capè, Milano
Non condivido nulla di quanto scrive oggi il Sig. Pino Granata. Frequento i tribunali tutti i giorni (faccio l’avvocato); conosco perfettamente le disfunzioni e i ritardi della macchina della Giustizia. Conosco anche giudici che lavorano di più ed altri che lavorano di meno. Non sono affatto strapagati. I motivi della lentezza delle cause sono due: a) le cause sono moltissime e i giudici troppo pochi; b) la procedura, sia civile sia penale, sembra fatta apposta per dare appigli all’avvocato che vuole “tirare tardi”. Segnalo un dato; solo a Milano ci sono più di 10.000 avvocati; i magistrati in tutta Italia (civile, penale e amministrativo) sono 7.500. Ditemi voi come può funzionare il sistema. La riforma approvata ieri dal Senato, lungi dall’affrontare e/o risolvere almeno in parte i problemi, ha come unico scopo quello di mettere i magistrati sotto un maggiore controllo politico. Da ciò non può derivare alcun beneficio per i cittadini, anzi. Né potrà accorciarsi di un sol giorno la durata dei processi, anzi. Se poi si aggiunge la palese incostituzionalità di alcuni articoli, ce n’è abbastanza per protestare.
da Gianni Guasto, Bogliasco
Caro Granata, siamo d’accordo sull’impopolarità e l’antipatia dei magistrati, ma, grazie al (si fa per dire) ministro Castelli, il problema sarà presto risolto. Grazie al “colloquio psico-attitudinale” e ai vari marchingegni volti ad assoggettarli all’esecutivo (a proposito: quale? e se a governare fosse il , dovrebbero mostrarsi tutti “comunisti”?), presto ai magistrati toccherà di mostrarsi simpatici, accomodanti spiritosi e capaci di raccontare barzellette. Lo stesso dovranno fare gli imputati, che se sapranno essere simpatici, potranno godere di trattamenti di favore. E per tutti gli altri, pazienza.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Chi ha assistito al dibattito su La7 sul caso Itavia, non puó essere rimasto insensibile alle sparate di Taradash. Non so voi ma quando in una tragedia ci sono di mezzo gli americani, inevitabilmente spuntano i loro avvocati Teodori e Taradash che iniziano a suonare la grancassa per non far sentire le voci di dissenso. Secondo Taradash l’abbattimento dell’aereo italiano per errore, probabilmente da parte di militari americani, è una panzana inventata dalla sinistra italiana. A chi gli faceva notare che è provato che gli stessi americani si misero subito a cercare un responsabile e che c’è una sentenza di primo grado che offre almeno tre probabilità di cause, tra cui anche quella del missile, Taradash ha risposto che a commettere la strage è stata una bomba di Gheddafi e che lo stesso Libico avrebbe anche fatto esplodere la stazione di Bologna; le prove? Semplice, l’Italia aveva in corso delle non ben chiarite trattative con Malta e Gheddafi era irritato.
Satira preventiva di Michele Serra (da Paola Bensi)
Alessia Merz trascorrerà tutto il mese di agosto, da sola, nel laboratorio di anatomia di Camerino
In applicazione della direttiva 74bis, giugno 1981, del Codice Professionale dei giornalisti, eseguo, a norma di legge, l’articolo ‘Dove vanno in vacanza i vip’, che ogni testata ha l’obbligo di pubblicare entro i primi di luglio di ogni estate, pena sanzioni.
ISOLE EOLIE La moda neo-hippy impone un ritorno romantico alle vacanze isolane, sobrie e naturali, già ben descritte da Stefano Benni nell’ispirato poemetto ‘Tutti nudi a Filicudi / a mangiare pesci crudi’. Alessia Merz è la capofila di questa nuova tendenza, pur non avendola ancora capita (crede che i figli dei fiori siano una nuova linea di bagnoschiuma). Con alcuni amici, suonerà il bongo fino all’alba sulle pendici del vulcano Stromboli per assorbirne l’energia vitale, cercando di schivare i lanci di pietra degli isolani infurentiti. Qualora una colata lavica ponga termine alla performance, si trasferiranno tutti in piazzetta per raccogliere da terra i noccioli di pesca e albicocca sputati dai turisti e confezionare simpatiche collanine vegetali, la cui vendita sarà destinata alla salvezza dell’Africa. Look suggerito: scalzi, indossando solo un perizoma di fibra di cocco. Nello zaino bastano un sacco a pelo, un libro di Coelho, uno scalpello per livellare tutte le sere la pianta dei piedi e il richiamo dell’antitetanica. Lo spazzolino da denti, per i veri neo-hippies, sarà sostituito da una seppia appena pescata.
MONASTERI Il ritorno alla spiritualità ormai dilaga: Alessia Merz suggerisce le vacanze in monastero, con sveglia all’alba, colazione in refettorio con i frati, cura dell’orto (una parte del raccolto di fagiolini è destinato alla salvezza dell’Africa), preghiera vespertina. La regola del silenzio, fin qui adottata solo in alcun eremi, è stata estesa in tutti i monasteri dopo il soggiorno di Alessia Merz. Molto articolata l’offerta: ormai si va dai monasteri Executive, una catena internazionale nella quale si può dormire con i paramenti da messa e un sosia di Padre Pio che ti rifà la stanza, ai monasteri Adventure, a bassissimo costo, dove si pernotta nel recinto degli asini o, con un piccolo sovrapprezzo, nei confessionali, e si mangia con le mani. Con le mani dei monaci, però, rispettando la regola. Ottimo, ovunque, il vitto (cardi e fagiolini dell’orto, o frittata di cardi e fagiolini dell’orto). Vino dei monaci, che lo acquistano personalmente al Conad del paese e lo correggono con un infuso di cardi e fagiolini.
VACANZE AD HONOREM Visto il successo promozionale delle lauree ad honorem (l’ultima, in filosofia teoretica, è stata assegnata a Serse Cosmi), numerosi atenei fanno a gara per ospitare durante l’estate, ad aule chiuse, i più prestigiosi vip. Alessia Merz trascorrerà tutto il mese di agosto, da sola, nel laboratorio di anatomia di Camerino (il 15 verrà visitata, nottetempo, dal Comitato Goliardi al completo) e ne approfitterà per concludere la sua tesi di laurea in scienze delle comunicazioni, un album di fotografie, con la copertina all’uncinetto, che raccoglie più di duecento cartoline dalla Costa Smeralda. Verrà messo all’asta dal Senato Accademico per la salvezza dell’Africa.
COSTA SMERALDA Resiste a tutte le mode. Gli yacht dei vip attraccano a fine giugno e non salpano che a fine agosto: due mesi è giusto il tempo necessario per riuscire a capire come si sciolgono i nodi delle gomene. Importante novità, la Costa Smeralda cerca di allargare la sua clientela: oltre ai piloti di Formula uno, quest’anno ci saranno anche piloti di Formula due e Formula tre. Spiritosissimo il nuovo locale di Flavio Briatore, il Pit-Stop, dove i camerieri rubano le gomme alle macchine degli avventori in pochi secondi e le sostituiscono con strofinacci usati: grande divertimento, a notte fonda, appostarsi a Cala Cutriddu per vedere precipitare in mare le automobili manomesse. Alessia Merz ha aperto una boutique di gavettoni firmati: splendidi quelli di Etro, con chiusura in laccio di pecari, e quelli di Paco Rabanne, in maglia di acciaio, che fanno un figurone quando sfigurano il destinatario. Parte degli incassi verrà destinato alla salvezza dell’Africa.