da Rocco Ciolfi, Arce
Sartori su Prodi: “Il suo smisurato orgoglio ferito trasforma una tempesta in un bicchiere d’acqua in uno tsunami”. Beh si, la crescente tendenza a somigliarsi tra Romano e Silvio comincia a essere preoccupante.
da Vittorio Grondona
Da qualche anno a questa parte, nella scia di un sistema elettorale stravagante, che, senza esagerare, personalmente definisco il più idiota e pericoloso del mondo, in Italia si sta consolidando un sistema di votazione, per fortuna ancora sconosciuto dalla nostra Costituzione, concentrato sulle persone fisiche anziché sui partiti e sui relativi programmi. Possibile che non sia ancora recepita dalla gente l’opportunità di dosare il potere a gocce in tanti bicchieri anziché versarlo tutto in uno solo? Il leader deve essere individuato dai politici eletti e non dal popolo che nella follia dell’entusiasmo provocato o nell’indifferenza del menefreghismo farebbe santo anche il diavolo… Di questo passo prima o poi rivedremo un altro figuro affacciarsi spavaldo al balcone di Piazza Venezia e lo risentiremo gridare alla folla, radunata democraticamente a suon di salutari bevute di olio di ricino, le più grande scemate possibili che gli frulleranno nella testa ubriaca di potere. Follie che tutti dovremo peraltro condividere col sorriso sulle labbra pur avendone tremendamente paura. In un tale deprecabile, ma possibile remake, non solo l’avvocata Lina Arena, ma anche tutti noi saremo fortemente interessati al pensiero del pazzoide di turno, tralasciando di botto tutti i pensieri nostri e quelli degli altri.
CONTRORDINE di ALESSANDRO ROBECCHI (da Paola Bensi)
Immagino che la sconvolgente svolta della Margherita abbia per sempre segnato le vostre vite, che abbia lasciato una ferita mai più rimarginabile, che non vi abbia fatto chiudere occhio tutta la notte. So di gente che ha pensato ai barbiturici. Finalmente dei motivi nuovi per non dormire… non quelle solite menate sulla rata del mutuo, sul contrattino in scadenza, quei piccoli egoismi che vi riempiono la vita. Finalmente politica! Può la Margherita perdere la sua identità di Margherita senza farsi fagocitare dall’Unione e senza farsi egemonizzare dai Ds come in un filmino sado-maso giapponese? No che non può! E del resto, come potrebbe una Margherita succube di Fassino (maddài!) intercettare sul territorio i voti della destra, cioè di quella buona e brava gente della nazione che fino a ieri si spellava le mani per il capocomico Silvio? Tre anni di pane e cicoria, ha detto Rutelli, ma forse la cicoria era lisergica, o era quell’erbetta che viene dall’Albania, insomma roba buona, visti gli effetti. CONTINUA…
da Guglielmo Calori, Milano
Mi scusi, caro Freda, una sola domanda rispetto al suo intervento sugli accadimenti recenti a Cuba: ma se invece di un regime comunista, fosse uno di destra a cacciare i giornalisti non graditi, lei è proprio sicuro che avrebbe scritto le stesse parole? E mi raccomando, non si sforzi troppo nel riconoscere “… pure ai dissidenti …” legittimità morale!! Mi permetta un consiglio: se non l’ha già fatto, si legga l’intervista di Battistini ad Osvaldo Payà apparsa sul Corrire della Sera di ieri. Magari, le fa sorgere qualche dubbio in più sul “castrismo”…
da Alberto Arienti
“…i giornalisti italiani stavano partecipando ad una riunione di dissidenti il cui fine ultimo è il rovesciamento del regime cubano con l’appoggio di paesi terzi”. Rovesciamento del regime cubano, tradotto in termini terra terra, vuol dire alternaza democratica. Fa così schifo, caro Freda?
di MICHELE SERRA – Repubblica del 24 maggio 2005 (da Virgilio Mancini)
Bene fanno, persone di sinistra come Marco Revelli, a ricordare al sindaco di Bologna Cofferati che la legalità, in sé, non è un valore assoluto, se serve solo a coprire le ingiustizie. Però succede che il casus belli, nella polemica in corso su Bologna, sia appunto un´ingiustizia reiterata e antica, quella di una stravagante lobby di rissosi ubriaconi che da anni ha sequestrato alcune zone del centro cittadino, tra bottiglie rotte, minacce, spaccio, insulti, zampilli di vomito, concerti di bonghi, urla e aggressioni, impedendo il sonno e rendendo infernale il transito. Il fatto che le vittime siano (anche) bravi borghesi ivi residenti non cancella il problema, a meno che si decida che i bravi borghesi non sono portatori di diritti, nemmeno se pagano l´Ici e la tassa sui rifiuti (rovesciati in strada da chi quella tassa non la paga).Almeno in questo caso, dunque, non la legalità, ma l´illegalità garantisce i prepotenti. Circostanza non rara in un Paese dove i doveri sono considerati una fissazione perbenista, e i cavolacci propri sono ammantati di una soave luce di libertà. Definire “aperta e ospitale” una città che tollera la privatizzazione di fatto del suo quartiere universitario, in concessione permanente a una pittoresca ghenga di freaks né innocenti né pacifici, è una notevole ipocrisia. E la sinistra, si dice sempre, non deve essere ipocrita.
da Alessandro Ceratti
Non so che collocazione politica e religiosa abbia il signor Giambroni. Però anch’io credo che il “diritto naturale” sia un concetto piuttosto debole e contradditorio. In quanto cattolico io non ne sento particolarmente la fragilità, visto che su questioni etiche posso fondarmi più solidamente su quanto la morale cristiana, rivelata, prescrive. Sono però sempre curioso di capire in base a quali ragioni teoriche un non cristiano possa considerare iniqui il furto, l’oppressione del debole, l’omicidio ecc. ecc. se non quelle che a lui personalmente quelle cose non piacciono. E’ un appello a tutti i laici del sito: spiegatemi perché io dovrei avere rispetto degli altri.
da Serafino Brighenti
Aderisco con entusiasmo alla proposta di Silvia Palombi di formare una comunità di persone tolleranti e democratiche, ma nello stesso tempo non disposte a subire tutte le cazzate che i ducetti e i ras del centro-sinistra si inventano quotidianamente al solo scopo di aumentare la loro visibilità, per tornaconto personale e della loro consorteria. Avrei solo qualche problema a spostarmi in una località di mare, essendo io allocato nel cuore della pianura Padana.
da Peter Freeman
Caro Csf, francamente io la caccia all’uomo con Cicciobello Rutelli non la capisco. E siccome non sono nato ieri, quando dico “caccia all’uomo” intendo, sia pur metaforicamente, proprio quella cosa li’. Basta leggersi “Repubblica” e il Corrierone.
Cio’ detto. e premesso che l’uomo non mi piace neppure un po’ e che solitamente non condivido una virgola di quanto sostiene, conviene un po’ di cronistoria.
a) nell’estate 2003 il prof. Prodi lancia la proposta di una federazione dei partiti dell’Ulivo; b) a palla gli rispondono entusiasti sia Fassino che D’Alema e il secondo, in un’intervista a “Repubblica” che ben ricordo, si spinge oltre e ipotizza che l’erigenda federazione diventi a tutti gli effetti “il partito di Prodi”; c) Rutelli dice si’ fin da subito ma ad alcune condizioni: che non si parli di partito, e lo ripetera’ a piu’ riprese nei successivi 18 mesi; d) alle europee del 2004 il listone raccoglie meno della somma dei partiti che lo compongono (31,3%) e al parlamento europeo Ds e Margherita vanno in due gruppi distinti, ma il progetto va avanti e alle Regionali ultime il listone va meglio. Cio’ nondimeno la Margherita frena sia sul partito, che continua a piacere assai a Diesse e Sdi e prodiani, sia sulla scelta di un simbolo unico alle politiche del 2006; d) La moratoria viene rotta da Prodi (su richiesta della Quercia) e la Margherita sceglie di andare da sola nel proporzionale.
Questi i fatti.Considerazione numero uno: la questione “partito riformista” ha determinato un costante inalzamento delle tensioni tra i due alleati.
Considerazione numero due: mettiamo che tra me e lei, caro Csf, vi sia una bella amicizia. Pero’ ad un certo punto io decido che dobbiamo fare di piu’: sposarci. Lei obbietta: “Caro Peter, non ti amo. Restiamo amici e sodali”. Ed io: “No, dobbiamo sposarci”. Di piu’: annuncio urbi et orbi che ci sposeremo. Risultato: Lei, caro Csf, mi manda a stendere. Niente matrimonio e amicizia a serio rischio.
da Giorgio Guiotto
Che una “riunione” di oppositori del governo Castrista, ascoltata da gruppi di giornalisti (con visto e senza visto), venga vista da Freda come un gruppo (con giornalisti) mirante al rovesciamento del Governo Democratico Cubano mi sembra molto “arrampicata sugli specchi”. La prossima volta mandiamoci un Mazzini, almeno la carbonara avrà modo d’essere inventata in quel di Cuba.