di Franco Barone, Milano
Sono d’accordo con Carla Bergamo: bisogna sentire 10, 100, 1000 campane. Vorrei dire che è in realtà il regime castrista che ci impedito di sentirne alcune, vale a dire quella dei due giornalisti e quelle dei “due o tre politici polacchi” (che Minà sembra disprezzare), come pure quelle degli inviati dal Parlamento Europeo, ai quali è stato vietato l’accesso. Comunque la campana di Minà l’ho letta, ma, oltre ad essere la fotocopia delle solite veline del regime, l’ho trovata tristemente simile alle campane che giustificavano, sino a pochi anni fa, il muro di Berlino, i carriarmati a Praga (e di Piazza Tienanmen..), Budapest nel 56,….e così via.
CONTRORDINE di ALESSANDRO ROBECCHI (da Paola Bensi e Giulia Fiorani)
Quando avete finito di elencare i declini del nostro paese, economico, politico, imprenditoriale, occupazionale, morale ecc. ecc., aggiungete, se avete tempo, anche un certo qual declino culturale. Oddio, forse “culturale” è parola grossa (e in più non saprei come mimarla a Calderoli), ma si può dire che una certa deriva trash del potere sta avvolgendo il paese come un gas esilarante. Intendiamoci, il potere è sempre un po’ ridicolo di suo e lo è sempre stato, ma una volta, almeno, aveva fatto la terza media. E’ talmente fitta, questa vaporizzazione di scemenze nell’aria che si fatica a distinguerne i contorni, ci si perde nel valutare caso per caso. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: quando nei bar, invece che della partita, si parla delle interviste di Anna Falchi, vuol dire che l’encefalogramma collettivo sta al minimo storico. Mentre un palazzinaro ben fornito assalta il primo quotidiano italiano, la first-signorina del Corriere racconta di rose rosse e scie di profumo e precisa – ce ne fosse bisogno – che il patrimonio del suo fidanzato (alcune migliaia di milioni di euro) dipende dal fatto che ha cominciato a lavorare a 14 anni. Le regala i pagliaccetti per la notte. Le ha regalato un aspirapolvere. Lei del Corriere quel che preferisce è Alberoni. Quando giri pagina (o cambi canale) ecco invece i giovani impegnati per il sociale e la solidarietà. Sono i ragazzi e le ragazze di Milano Young, che si chiamano Tronchetti, Berlusconi, Moratti, Versace, Ligresti e altri, con l’appoggio di un young La Russa. CONTINUA…
da Filippo Scognamiglio, Milano
Caro CSF, l’intervista a Lavinia mi ha fatto morire dal ridere. Il titolo del box sul Foglio che la riprendeva mi ha dato il colpo di grazia.
da Rocco Ciolfi, Arce
E’ triste rilevare come tutta questa farsa tragicomica sia caratterizzata da uno scontro del tutto inutile e fine a se stesso, per lo più attribuibile ad egoismi personali, sete di potere e vecchie faide. Non sui programmi (quali?), men che mai per i contenuti; insomma, passano i giorni il fumo si dirada e l’arrosto latita. Se a ciò aggiungiamo il solito Bertinotti acquattato nella marana che si gode lo spettacolo e aspetta che la sua preda sanguinante si indebolisca ulteriormente per sferrare il colpo finale, allora definire incerto il futuro dell’Unione diventa un eufemismo.
da Carla Bergamo
Mi sembra di vedermelo il blog con le foto, certamente dissimile da quelli cui partecipa mio figlio diciottenne: piercing, capelli viola o verdi, occhiali da sole, ditini di su e di giú, sorrisi o bronci allettanti. E noi? Che faccia facciamo? Qual’è l’età media dei frequentatori di questo blog? Ma dico: qui prodest? Io non sono d’accordo nel mostrare le foto, è molto più intrigante immaginare. Chi vuole vedersi in fotografia, perchè non si scambia gli indirizzi di posta elettronica e si soddisfa la curiosità? Oppure si organizza una cena, una pizza, un caffé. Che ne so. Spero che la foto sia volontaria, perchè la mia non la mando. (…)Fai bene, non la mandare. Nemmeno io l’ho mandata. Ma chissà che un giorno non si organizzi la grande pizza? (csf)
dall’avv. Lina Arena
Ho avuto contezza dell’errore non appena ho riletto ciò che avevo scritto in fretta. In ogni caso non ho attenuanti di sorta. Sono in grave colpa anche se non ho potuto impedire la pubblicazione dello svarione che Lei ha segnalato. Per rimediare dovrei uccidermi? Non può bastare l’attenuante De Mauro ? Le giungano i miei ringraziamenti per la lezione impartita pur se tardivamente.
da Silvia Palombi
Uhm… ma mi si nota di piu’ se mando una foto o se non la mando? E se la mando ne mando una a colori, che e’ di destra, o in bianco e nero, che e’ di sinistra? E se aspettassi di essere almeno un po’ abbronzata? Ma no, in fondo tra un po’ tutti i giornali si occuperanno di me e la mia foto guanciuta uscira’ ovunque…
da Gianluca Freda
Le motivazioni addotte da Egidio Morretti per giustificare il suo astensionismo referendario sono preoccupanti. Morretti crede che il referendum serva a decidere se l’embrione è persona o “mucchietto di cellule”, mentre ciò che è in gioco riguarda la semplice scelta su chi debba essere a decidere le modalità dell’impianto degli embrioni; se le donne, che sono le dirette interessate e mirano alla tutela della propria salute, o i politici della destra clericale, che nel regolare la materia prescindono da ogni considerazione che non sia pregiudizialmente ideologica. Quanto a Fini e Pannella, anch’io non li sopporto, ma non è detto che una strada o una destinazione siano sbagliate e da evitare solo perché abbiamo antipatia per un paio di viandanti incontrati sul cammino.
da Domizia Di Giallorenzo
Beh, che vi è preso? Un bell’anonimato (visivo) è sempre un gran bel vedere e soprattutto stimola la fantasia. Potrei mandare una mia foto solo se mi aveste fatto qualcosa di veramente imperdonabile. Vi risparmierò per pura solidarietà lobbistica.
da Massimo Puleo
Puleo è fatto bene ma non è entusiasta dell’idea di spiattellarsi su internet, maniaco com’è della privacy. Adesso che scrive in terza persona poi…meglio evitare di averci a che fare. Comunque ci penserà su.