da Giovanni trombetti
Analogamente ai prodotti che compriamo, anche le nazioni devono ottenere un certificato di conformità, la conformità democratica. Senza, una nazione, un popolo, una tribù non hanno diritto di esistere: a questo orrendo misfatto stiamo fortunatamente mettendo mano. Quel che mi sconcerta però è che questo vaglio serve per censurare tutto ciò che non è omologato: se non sei democratico, non sei niente ai nostri occhi, visto che la democrazia sembra essere il bene più grande e la condizione necessaria per definirsi civili. E allora ho pensato che la storia dell’Italia, dagli Etruschi al fascismo è tutta da censurare, che paesi come Spagna e Germania hanno avuto civiltà zoppe, perché non democratiche: la civiltà di questi paesi sembra essersi sviluppata solo negli ultimi 50 anni. Sono contento di essere tra i migliori: fra un mese voterò per un referendum che se passerà verrà ignorato e fra un anno alle politiche dovrò scegliere tra due persone ben che vada insulse, altrimenti detestabili. Ma parteciperò al rito democratico e mi sentirò meglio.
da Giorgio Goldoni
Il potere politico è inerme a fronteggiare – in un sistema economico e sociale aperto – i problemi appunto economici (e sociali). Governi di destra (Italia) , e sinistra (Germania) fanno le stesse cose e falliscono. Quando l’economia tira i governi si appuntano le medaglie, quando c’è crisi i governi servono come capri espiatori. La stessa dizione “destra e sinistra”, ne esce sconfitta. Qualche coraggioso in futuro dovrà inventarsi qualcosa di nuovo e di diverso.
di Massimo Fini – Il Gazzettino, 23/05/05 (da Giovanni Peretti)
Il problema della democrazia italiana è che se perde la destra vince la sinistra. Perché sono una banda di idioti. Gli basterebbe star fermi per vincere le elezioni politiche del 2006. E non certo per meriti loro, perché in questi anni di opposizione non hanno partorito alcun progetto alternativo minimamente comprensibile e hanno lasciato la battaglia su alcuni nodi di fondo posti dal berlusconismo (il trust, il conflitto di interessi, le “leggi ad personam” vale a dire la violazione del principio cardine di una democrazia liberale: l’uguaglianza almeno formale, l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge) ai “girotondini”, salvo poi affossare anche quelli per timore che un movimento che nasceva dalla base potesse minare le loro personali posizioni di potere, ma per l’obiettivo fallimento del governo Berlusconi che dopo tante promesse miracolistiche e “patti con gli italiani” firmati in quella terza Camera del Parlamento che è il salotto dell’onorevole Bruno Vespa, ha lasciato il Paese sul lastrico economico e dietro di sè una politica interna fallimentare di cui si ricordano solo le leggi “pro domo sua” che, per salvarlo da quelli che, eufemisticamente, vengono chiamati i suoi “problemi giudiziari”, hanno devastato i Codici penali e delegittimato completamente la Magistratura, e una politica internazionale che, a botte dell'”amico Bush” e dell'”amico Putin”, ci ha infilato in una guerra senza senso da cui ora sarà difficile tirar fuori i piedi e ci ha messi, noi soci fondatori, mezzo fuori dall’Europa che conta, scavalcati anche dalla Spagna di Zapatero. CONTINUA…
da Pier Franco Schiavone, Milano
da Carla Bergamo
Oggi il blog mi è sembrato un po’ un dialogo tra sordi. Abbiamo spaziato da un argomento all’altro, ma “struca-struca” il popolo mi sembra spaventato. E a dire la verità i motivi sono palpabili, soprattutto visti da lontano. Dato che la distanza raffredda le emozioni, quello che mi arriva è la visione di un paese in mano a nani (e ballerine), rappresentati come più blogghisti citano, da leghe nord e sud, cicciobelli, bertinotti, curatori d’immagine (sic!)…sono loro ancora una volta l’ago della bilancia del nostro belpaese? L’Italia è una repubblica fondata sul ricatto, non più sul lavoro? Bella la citazione del Sig. Grondona, “in mezzo ci stanno i coglioni”…purtroppo devo dirvelo, questa è l’impressione che si riceve navigando per i giornali, siti, blog italici. Speriamo di non dover nuovamente ricorrere alla cura del Berluscolin, come cita giustamente il Sig. Schiavone, per far si che i “coglioni” insorgano ed escano finalmente da tale imbarazzante condizione. Non sarebbe meglio l’olio di ricino, una bella scarica, e via?
da Massimo Puleo
Vistane la gracilità fisica, più che di un consulente per l’immagine Piero Fassino necessiterebbe di un consulente per l’immaginazione. Ma non so se s’è capita.
Magari non sembra, ma qui c’è gente sveglia.
da Feliciano Bechelli
Francamente, mi sono un po’ rotto le scatole di tutta questi discorsi contro la sinistra che non si mobilita per Clementina Cantoni. Sì, è vero: non si è mobilitata. E’ anche vero, però, che sull’Afghanistan, oggi come oggi, non c’è quella copertura mediatica che riguarda l’Iraq e quindi l’impatto emotivo per scatenare reazioni di massa non è adeguato. Ed è altrettanto vero che coloro che si scandalizzano per l’inerzia dei pacifisti sono i primi a non dare grande risalto alla vicenda Cantoni, mentre se c’è un giornale che ha dedicato prime pagine al rapimento questo è il Manifesto.P.S.: se la sinistra si fosse mobilitata sarebbero comunque arrivate le critiche… per la mobilitazione, ovviamente!
da Maurizio Giambroni, Cagliari
Tra gli argomenti preferiti dai Ferrara boys e in generale dai sostenitori della legge 40, ce n’è uno che mi incuriosisce molto. E’ stato citato anche dal Cardinale Angelo Scola nell’intervista di oggi su Repubblica. Di norma, è utilizzato da chi vuole negare che la propria posizione sia influenzata dal credo religioso. Si tratta del fantomatico “diritto naturale”. So benissimo che menti più raffinate della mia, filosofi e studiosi del diritto, in passato hanno affrontato l’argomento con qualche qualifica in più. Però non c’è niente da fare, per come la vedo io, diritto-naturale è un ossimoro.
da Pino Granata
Ho vissuto dodici anni a Catania. Dal 1942 (anno in cui sono nato) al 1954 . Mi ricordo che già allora le inaugurazioni di opere pubbliche, con l’immancabile on. Scelba e l’allora sindaco Magrì , richiamavano migliaia di persone ed il commento tra i presenti era:” Certu ca stu governu ni sta facenno cose”. Sono passati più di cinquant’anni e leggendo ciò che scrive Grondona non credo che sia cambiato molto.
ROMANO PRODI, candidato dell’Ulivo alle prossime elezioni politiche, ha detto che “ci vuole una coalizione e un governo in grado di prendere le decisioni necessarie per salvare l’Italia”. Ha detto, cioè, delle banalità, se si considera che Prodi fa parte del centro sinistra e alle prossime elezioni si batterà per mandare a casa la coalizione del centro destra. Sorprendente sarebbe risultata una sua dichiarazione a favore, non dico di Berlusconi, ma anche di Gasparri, di De Michelis, di La Malfa, di Maroni, di Siniscalco. O magari una presa di posizione a favore dei grandi risultati ottenuti dalla Casa delle Libertà nella difesa dell’occupazione.
ISABELLA BERTOLINI, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, però, di fronte alla dichiarazione ovvia di Romano Prodi, si è inalberata. “Prodi ha una bella faccia tosta”, ha detto Isabella. “L’unico governo che può continuare a fare il bene dell’Italia è quello presieduto da Silvio Berlusconi”. E qui, sinceramente, non si capisce se quel “può” sta a significare che Silvio Berlusconi ha l’esclusiva del bene per l’Italia oppure se è l’unico in grado di farlo. Sembra di capire comunque che l’unica dichiarazione che avrebbe potuto evitare a Prodi la reazione di Isabella avrebbe potuto essere qualcosa tipo: “Votate Forza Italia”, o giù di lì.
FABRIZIO CICCHITTO, vice coordinatore di Forza Italia, noto anche per essersi iscritto, a quei tempi, alla loggia massonica P2, non ha potuto fare a meno di intervenire anche lui nella questione. “Prodi deve evitare di cadere nel ridicolo”, ha detto con grande sicurezza, precipitando nel ridicolo. Qualcuno, per favore, approfittando di un attimo di tempo libero, avverta Isabella e Fabrizio che Prodi non è dei loro e che fra i diritti della maggioranza non c’è quello di stabilire che cosa deve dire la minoranza. Allora, amici miei, un po’ di ripasso: il governo governa, l’opposizione si oppone e cerca di andare al governo alla prima occasione possibile. Capito? Scrivere sulla lavagna cento volte. Il governo governa, l’opposizione si oppone.
(csf)