da Pier Franco Schiavone, Milano
La cosa che mi preoccupa di più è che la crisi di questo Paese non ha speranza di sbocchi a causa dell’inadeguatezza dei Governanti. Il Presidente del Consiglio fa le corna, i segnacci col medio e si fa rappresentare ultimamente da signorine con le misure giuste; un ministro odontotecnico non sa mettere in croce due concetti decenti e, nella sua coalizione, passa per saggio; un padre di una patria inesistente, nonostante la malattia che di solito porta l’uomo a meditare, spara stupidaggini a ripetizione e viene amplificato dai media. E poi ministri ombra arroganti alla Tremonti, impresentabili alla Storace, e così via. Sembra un film di Franco e Ciccio con la partecipazione straordinaria di Bombolo, del Monnezza, del commissario Zagaria, di Pierino e di Giovannona Coscialunga.
da Aldo Albiero
Sleale, a dir poco, Il Foglio che che virgoletta Ceronetti in poeticissimo afflato millenaristico e si dimentica (sic!) di citare il bel pezzo dello stesso sulla prima della Stampa di domenica mattina. Dove si parlava, difendendo le propie idee sulla personalità dell’embrione e i non-sense degli allettamenti genetico-mefistofelici, della miseria di chi si astiene; e della condizione peggiore di chi ad astenersi, invita. Pasolini, parlando del minimo che si potesse fare per tendere ad una reale democratizzazione del paese, sosteneva non si dovesse – mai, in nessun caso, temere l’immaturità degli elettori: ciò è brutalmente paternalistico: è lo stesso ragionamento che fanno i censori o i magistrati quando considerano il pubblico “immaturo” per vedere certe opere-.
di ALESSANDRO ROBECCHI – Il Manifesto – 28 Maggio 2005 (da Paola Bensi)
Il sole, il mare, la bella Brianza, i playboy che mandano sms alle ragazze (dieci al giorno, a più ragazze). Il paese più bello del mondo. La gioia. La ricchezza. Abbiamo il telefonino, abbiamo la macchina e la casa in proprietà. Cumpa’, e chi ci ammazza a noi!? Oplà! L’ultimo modello di Silvio disponibile sul mercato, un Big Jim con la camicia hawayana e le infradito coi brillanti. Potete buttare il modello «pensoso statista», che ormai è vecchio di due settimane, e lui si è già stancato. Ma questa volta, forse per la prima volta, Silvio assomiglia veramente a qualcuno. Per la precisione somiglia a quel tipo finto-svagato che si incontra su ogni spiaggia bella del mondo, in paesi poverissimi e lontani. L’indigeno furbetto e paraculo che dice in continuazione: It’s a paradise, man! E’ un paradiso, ah, come si sta bene… e poi ti chiede un dollaro. Ecco il Silvio del momento, la nuova versione, accessoriata di nuove rutilanti cazzate. Non per sminuire Tony Blair che assisteva alla scenetta, ma per un momento si è pensato che Silvio gli vendesse il Colosseo, o la fontana di Trevi, o che più modestamente gli allungasse il numero di una ragazza. Naturalmente non passa giorno che qualcuno non dica che la nostra economia fa schifo e compassione. L’Europa, l’Istat, la Confindustria, lo stesso ministero del Tesoro, i principali indicatori economici, quelli degli investimenti, quelli della ricerca, si fatica a trovare un numero che non dica che abbiamo le pezze al culo. Ma al nuovo Silvio Tropical questo non interessa… It’s a paradise man! Guarda qui che sciccheria, guadagnare si guadagna, benessere e gioia, e anche – non per vantarsi – ma si scopa parecchio (oltre al sole, oltre al mare e ai monumenti, francamente in quanto a raffinatezza non ci fotte nessuno).Poi, lo straniero ricco prende l’aereo e torna a Londra. L’indigeno con la camicia hawayana e le infradito passa ad altri affari. Viene fuori (grazie al giornale comunista della Confindustria) che gli spot della presidenza del consiglio finiscono quasi tutti sulle reti del presidente del consiglio. Silvio Tropical fa spallucce, non sa, non conosce le cifre. E’ un po’ come dicesse: sapete, i tempi sono duri per tutti, c’è grande crisi, l’economia non tira, bisogna arrangiarsi. Che c’è di male a fare i soldi con qualche trucchetto? Che male c’è se chi paga con soldi pubblici è lo stesso che incassa? E soprattutto, che male c’è se tutti quanti, quello che paga, quello che incassa e quello che se la ride che siamo ricchi è sempre lui, Silvio?Ora del tramonto, sulla nostra spiaggia bellissima, in questo Bengodi, c’è ancora qualche turista. L’indigeno torna verso la sua baracchetta con le sue infradito, la sua camicia hawayana e la certezza di aver fatto anche oggi qualcosa per sbarcare il suo personale lunario. Gioia, benessere. It’s a paradise, man!
da Pino Granata
I Francesi hanno detto no alla Costituzione europea e gli Olandesi si accingono a gridarlo il loro no, visto che i sondaggi prevedono il 60% di no. La destra xenofoba(Lega) e la sinistra comunista (Rifondazione bertinottiana), plaudono per motivi diversi a questo dietrofront antieuropeo. C’è da chiedersi il perchè la situazione si sta evolvendo in modo così drammatico. Non oso pensare a quello che accadrebbe se passando di sconfitta in sconfitta , quel po’ di Europa che si è creato venisse smantellato. Certo i burocrati europei sono senza cuore e mi domando a chi possa interessare un’Europa che si basa sulle virgole del pil invece che sulla solidarietà e sulla cultura.
di Paolo Beretta
Quello che Ciolfi fa notare é ampiamente condivisibile. Il problema, peró, non sta tanto nello stabilire se un embrione (o, piú correttamente, una morula, perché é di questo che si parla) é vivo o meno. Personalmente, come ho detto, sono sulle posizioni di Ciolfi, ma se chiedete invece ad un taoista (o filo-tale, vedi Vescovi), vi dirá che la vita nasce dall’unione delle Due Essenze e degli Shen del Cielo, quindi inizia col concepimento. Entrambe le posizioni hanno le loro giuste motivazioni e possono essere altrettanto giustamente criticabili. In realtá, la questione é che, se io non pretendo di decidere per Vescovi o Morretti, esigo quanto meno che non siano loro a decidere per me. Per questo é importante votare quattro si, al referendum.
da Peter Freeman
Caro Csf, la mia foto non l’avrai e gli altri facciano un po’ quel che gli pare. Quanto alle fattezze del sottoscritto, non so cosa tu conosca ma intanto specifichiamo una cosa: mi chiamo Freeman e non Friedman, se no qui si rischia di confondere le mie fattezze con quelle dell’Alan, ed io non ci tengo affatto.
Infine, Schiavone mi tratta da ingenuo e passi. Ma se l’ottanta per cento del gruppo dirigente di un partito dice che vuole presentare il proprio simbolo alle elezioni, e lo va ripetendo da tempo, il problema non e’ l’ingenuita’ del sottoscritto, ne’ il sordido presidente del partito di cui sopra. I partiti non si sciolgono su richiesta di Confindustria, ne’ per volere di “Repubblica”, e neppure per la pretesa del candidato premier o, ancora, per gli auspici dei “Cittadini per l’Ulivo”. E il motivo e’ semplice: i partiti appartengono ai rispettivi iscritti. Punto. Gli elettori, semmai, possono non votarli.Caro Alan, manda la foto e non rompere i coglioni. Altrimenti la trovo io da qualche parte e la pubblico. Sei bello, non puoi privare i lobbisti della visione. Rutelli te lo chiede (csf)
da Gianluca Freda
Dopo la sacrosanta bocciatura francese alla costituzione europea – redatta e approvata senza che la maggioranza dei cittadini europei potesse dire “a” – le invettive contro Laurent Fabius e la sinistra radicale francese si sono moltiplicate. La più gettonata: “vi siete schierati sullo stesso fronte di Le Pen”. Poiché immagino che critiche simili si stiano preparando a colpire Rifondazione e la sua presunta intelligenza col nemico leghista, avviso in anticipo i possibili facinorosi: non ci provate. Andare in chiesa per dire preghiere non è lo stesso che andarci per ammazzare il prete, le intenzioni contano più delle destinazioni e dei compagni di viaggio, e le intenzioni di Rifondazione sono esattamente opposte a quelle xenofobe e bigotte del partito di Bossi. Si dirà che di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno. Quand’anche fosse, hai detto niente. Senza Rifonda e lo “strappo” di Fabius ci toccherebbe andare all’inferno camminando, irrilevanti e impotenti, su una stradaccia sterrata.
da Vittorio Grondona
Però una certa confusione si è creata. Basta sentire come suonano le campane per capire che non si capisce nulla. Da una parte Rutelli vuole la lista distinta nel proporzionale per accogliere i delusi del centro-destra; dall’altra parte ci sono le dichiarazioni plaudenti di Buttiglione che ravvisa nella strategia rutelliana il desiderio celato della Margherita di voler passare dalla sua parte. Poi è vero che Prodi ha vinto contro Berlusconi, ma è anche vero che ha perso contro la parte più bisognosa del paese non riuscendo per questo a terminare il suo mandato. Personalmente credo di più all’Unione che all’Ulivo. Ci dica il centro sinistra cosa farà se sarà eletto… Cambiare bastone servirebbe a poco: le bastonate fanno sempre male! Bologna docet… Scusate se batto sempre lì: la lingua, si sa, batte dove il dente duole…
da Giuseppe Lo Conte
Nuova voltagabbana candidasi per l’elenco di CSF. Trattasi dell’Avv. Lina Arena.
da Germano Paciocco
Com’è possibile che l’avv. si sia accorta solo adesso della scarsa considerazione che il cavaliare ha del’altra metà del cielo? Non l’hanno mai insospettita le uscite sull’avvenenza delle segretarie italiane, l’uso strumentale dell’appeal mediatico di donne come la Prestigiacomo o la Gardini (per non parlare di quello che passa sulle sue tv), o l’ultima sugli sms dei playboy italiani?