da Roberto Reali
Il messaggio di Sergio mi ha fatto vivere un sogno dove ho addirittura sentito il sapore e il gusto della GRANITA MESSINESE. Grazie!!
da Riccardo Bianchi, Roma
Perchè il servizio del GR sul nuovo aereo europeo, con l’Airbus unico concorrente dell’altrimenti monopolista americana Boeing, parla unicamente di eventuali problemi di sicurezza, che non ci sono, e non dei dati fortemente innovativi del progetto? Ulteriore dimostrazione del gusto catastrofistico del giornalismo nostrano? Pubblicità occulta? O intervistatore con fobia del volo?
Forse perchè la prima decisione del governo Berlusconi (quello vecchio) fu di star fuori dal progetto?
da Pier Franco Schiavone, Milano
Visto che si è parlato molto di motori a colza, riporto i dati della prova effettuata da Quattroruote. Hanno provato con colza al 100%, con colza al 70% e gasolio al 30% e con colza al 30% e gasolio al 70%. Con la colza al 100% è praticamente impossibile partire, la batteria si scarica e quando viene effettuato un ponte con un’altra vettura si osserva un’enorme quantità di fumo bianco, un forte odore di olio bruciato come quello dei fast-food e un rumore infernale del motore. Più l’olio brucia e più migliorano le condizioni, in particolare della puzza e del rumore, ma non è pensabile utilizzare l’olio vegetale al 100%. Le prove col gasolio al 30% e col gasolio al 70% hanno dato esito positivo ma, a parte l’odore da friggitoria sempre presente (dunque non provate a girare con l’olio di colza perché vi beccano subito e sono cazzi amari), diminuiscono tutte le prestazioni, aumentano i consumi in proporzione all’olio di colza utilizzato e diminuisce l’emissione di polveri. Infine dovrà essere provata la resistenza nel tempo col carburante all’olio di colza, Quattroruote diffonderà i risultati nei prossimi numeri. L’auto utilizzata è una Punto Diesel; a proposito, Quattroruote ha escluso che le auto italiane o col motore common rail siano meno adatte di tutte le altre. Una cosa è certa, se immaginiamo di girare tutti con le auto all’olio di colza, le nostre città puzzerebbero come una cucina del Mac Donald’s e dovremmo coltivare a colza anche i balconi delle nostre case, se non vogliamo che i Paesi con grandi territori ci facciano pagare la materia prima come l’oro. Mi sa che dovremo aspettare l’idrogeno.
da Gigi Forzese
Il tono e’ quello dell’addio dimesso misurato come gia’ suggerito da Ferrara. Siamo all’attuazione della “exit strategy” signori! Mentre parla fa intendere che l’avventura e’ finita : “…sarei gia’ contento se dopo dieci anni di vita politica lasciassi in eredita’ a questo paese un nuovo partito moderato”. Sono frasi da commiato. Ancora: “…mi piacerebbe conoscere la ricetta di questa sinistra per quando sarete voi a governare visto che siete cosi’ sicuri di vincere cosa che per altro io comunque non credo”. Si vede gia’ tra i banchi, semplice deputato. Generale la guerra e’ finita il nemico e’ scappato e’ vinto e’ battuto e dietro la collina al massimo c’e’ Casini. Adesso che i suoi problemi di varia natura sono pressocche’ risolti e non rischia piu’ la galera (un rinvio a giudizio per qualche filmetto comprato falsificando i bilanci di Mediaset non lo spaventa punto) puo’ ben restituire l’Italia presa in ostaggio dieci anni fa e tornarsene a casa. Adesso speriamo che l’ostaggio passi indenne i posti di blocco cosa che quando ci sono di mezzo gli americani non e’ mai certa.
da Giorgio Goldoni
Caro Sig. Granata, le aziende statali e parastatali a diretto contatto con l’implacabile mercato internazionale erano già collassate a causa delle loro inefficenze, che le differenziavano dai loro agguerriti concorrenti stranieri. Ci siamo dimenticati che il manuale Cencelli vigeva anche per queste aziende? I managers erano selezionati il più delle volte non per le loro capacità , ma per la loro tessera politica. Se l’Italia vuole sopravvivere come paese industriale, la ricetta è meno stato e non più stato.
da Rocco Ciolfi, Arce
Ci hanno fatto tribolare ma alla fine fiducia è stata. Tutti ai loro posti (quasi) con qualche meravigliosa rentrée (come mi mancava il principe delle cazzate creative). Con un trust di cervelli di siffatta mole sono garantite minchiate a profusione, così noi questa estate potremo davvero rilassarci scatenandoci nel cazzeggio di commento. Certo sarà dura rimpiazzare il mitico “Aigor” Gasparri, ma ce la faremo ne sono certo, anche in questo ci aiuteranno i suoi ex colleghi.
da Vittorio Grondona
Qualcuno mi sa dire cosa significa più sostegno alle famiglie? Diversi anni fa quando gli assegni famigliari consistevano in poche lire esistevano strutture sociali abbastanza efficienti e una famiglia riusciva a sbarcare il lunario con modestia, ma senza gravi traumi. Una visita o un esame diagnostico si poteva fare gratuitamente al massimo dopo una settimana dalla richiesta. Ora non è più così. E’ sufficiente avere bisogno appunto di una visita medica che in pratica se ne fa una buona fetta di stipendio o di pensione, non solo per la visita, ma anche per far leggere un esito di un esame. La tariffa minima è di 120,00 euro a botta per un massimo di dieci minuti di prestazione. Qualcuno obietterà che esiste il SSN. Ho visto gente piangere davanti allo sportello CUP alla notizia che il “posto” ci sarebbe stato nel migliore dei casi dopo sei sette mesi… In uno Stato come il nostro, dove è consentito ai ricchi di diventare sempre più ricchi alle spalle della povera gente, il sociale e l’abbattimento di fatto dei costi esagerati delle cose necessarie alla sopravvivenza sono le uniche realtà importanti da perseguire con tutte le nostre forze.
intervista a Umberto Veronesi – Corriere della Sera (da Paola Bensi)
MILANO È una legge devastante, come quei proiettili che si spezzano e si dividono, distruggendo tanti organi in un colpo solo. Una legge che con la scusa di combattere il Far West si infila nel corpo della società rimbalzando pericolosamente tra etica, scienza e diritti.Umberto Veronesi non ha dubbi: quella sulla procreazione assistita è una legge medievale (la definizione è del New York Times) «perché impone obblighi antichi». E il 12 giugno voterà sì, anzi quattro volte sì.Proprio per questo l’ex ministro della Salute ha accettato di diventare testimonial della campagna promossa dai Ds e dal Comitato per il referendum. CONTINUA…
da Feliciano Bechelli
Attendo editoriale di Panebianco, Della Loggia, o Romano (Sergio) in cui si afferma che l’eventuale partito unico di Berlusconi non potrà avere come unico collante l’anti-“sinistrismo”. In subordine, potrei accontentarmi di un veloce commento dell’ottimo Pigibattista in cui si critica il presidente del consiglio e il coordinatore di Forza Italia per essersi soffermati, durante i loro interventi in aula, sulla demonizzazione dell’avversario piuttosto che sulle proposte realmente concrete (il programma, il programma, il programma) per far uscire l’Italia dalla crisi.
da Ezio Avaldi. Provaglio d’Iseo (BS).
Il nostro Paese, per nutrire qualche speranza di tornare ad essere un paese civile, ha bisogno di osservare le seguenti priorità. 1- Mettere in soffitta l’ideologia, sostituendola con la concretezza dei programmi;2- risolvere il problema del Sud nell’unico modo possibile, ossia con una lotta spietata alla criminalità organizzata; permanendo il ricatto di quest’ultima, non c’è via d’uscita per l’economia del Meridione;3- lotta con ogni mezzo all’evasione fiscale: porremmo fine all’oltraggio del più elementare principio di giustizia distributiva e le entrate dello Stato raggiungerebbero livelli semplicemente inimmaginabili.Ciò non è utopia, richiede solo energica ed onesta volontà politica. Ignorando questi tre punti, come puntualmente fatto fino ad ora, Destra e Sinistra possono darsi all’ippica. E noi con loro.