da Mirco Pirini
“Attualmente, sulla maggior parte dei prodotti commercializzati nella CE non vi è obbligo di indicare il nome del paese di origine. Ritenete che sarebbe auspicabile o che dovrebbe essere obbligatorio far figurare questa informazione? La Commissione sta esaminando la possibilità di elaborare una normativa comunitaria sul marchio di origine (“Made in…”) per alcuni prodotti industriali importati. Tale normativa imporrebbe un marchio obbligatorio indicante il paese di origine (“Made in + nome del paese”) per taluni prodotti importati nella CE.Siete invitati – in qualità di organizzazione o di privato cittadino – ad esprimere la vostra opinione su una normativa comunitaria in materia di marchio di origine.”Il questionario è on line e scade il 30 aprile.http://europa.eu.int/yourvoice/forms/dispatch?userstate=checked&form=401&lang=IT&action=changelangformviewer
da Feliciano Bechelli
Mi rendo conto che, tra crisi di governo, granite al caffè e quiz, la questione è alquanto marginale e fuori tema. Però questo blog si contraddistingue anche per un certo rispetto della lingua italiana. E allora vorrei chiedere a csf e ai blogger cosa ne pensano della moda crescente nei quotidiani italiani dei “periodi monoparola” o, al massimo “biparola” o “triparola” (che brutti neologismi, ma in questo momento non ricordo la definizione esatta di questi brevi periodi). Frasi quali “Comunque. I punti fondamentali…” (tratto da Dipollina, su Repubblica di stamani); “In ogni caso. Non è necessario che…”. Certo, rispondono all’esigenza di una migliore aderenza alla lingua parlata, però mi fanno storcere la bocca. Comunque.
dall’avv. Lina Arena
Vorrei segnalare agli esperti di diritto una strana contraddizione tra la rivendicata libertà per gli individui e la pretesa di vincolarli poi con i contratti. Il matrimonio tra i gay lungi dall’essere una conquista è solo per un modo subdolo per schiavizzare il più debole. Tutti gli ordinamenti hanno strumenti veramente liberi che non sono i contratti. Un esempio è dato dal diritto di far testamento. Vi pare poco?
da Mariarosaria Di Domenico
Caspiterina allora un Diletto anche per me c’è ??!! E scrive anche in rosso come il padrone del blog!!! Che gentleman, che adulatore:-)))) Grazieee sono commossa.
da Franco Barone, Milano
Ho visto il governo sognato da Roberto Reali: mi tocca dare ancora una volta ragione a Pannella, quando dice che se vince la sinistra va all’estero.P.S.:a meno dei ministeri a Vendola e a Sabelli Fioretti che comunque vedrei meglio come presidente della RAI.
da Francesco Laganà
Scusate se mi intrometto, ma non avete mai assaggiato la granita di Reggio Calabria? Non ha nulla da invidiare a quella di Messina! E che diamine! Perchè dimenticare sempre i pregi della bella città calabrese a discapito della gemella siciliana? Perchè, ad esempio, si dice stretto di Messina e non stretto di Reggio?
da Alberto Arienti
Segnalo lo spuntino fatto con brioche farcita alla granita (la versione povera è col pane) che furoreggiava a Catania anni fa. Non è prevista zuppetta…
da Virgilio Mancini
Scusate ma volete mettere una banale granita che causa spesso quella fastidiosa sensazione di gelo ai denti e gli effetti intestinali descritti dal signor Forzese con un bel cono di soffice gelato artigianale, con tanto di panna sopra? Per me non c’è paragone. Qui a Roma poi, abbiamo delle gelaterie formidabili.
da Maurizio Giambroni, Cagliari
Concordo pienamente con quanto scritto da Alessandro Ceratti. Trovo scandaloso e indegno di un paese civile il fatto che le donne vagolino nell’ignoranza e non sappiano quanti Gran Premi ha vinto Alonso! E’ una vergogna.
da Mauro Pigozzi
10 SU 14, MICA MALE DOPOTUTTO, NO?