da Alberto Arienti
Furnaga e Buonaiuto hanno evidentemente voglia di cabaret. Insieme mi ricordano i fratelli De Rege. Il primo giura sulla buonafede ed onestà di Berlusconi, il secondo esalta il pluralismo editoriale del medesimo perchè ha allegato ad una rivista (a pagamento immagino) un opuscolo pro Bassolino. La domanda sorge spontanea: siete proprio così o ci fate? Visto che il vostro attivismo nel blog è molto recente, propenderei per la seconda. Volontari?
da Pier Franco Schiavone, Milano
Mi piacerebbe che gli intervistati avessero tutti la simpatia e l’ironia di Chiambretti, invece leggiamo interviste di ex Marxisti immaginari che scambiano un bambino di otto anni per un “giovane fascista” e di rivoluzionari indecisi su quale orologio comprarsi coi soldi di un attentato. Che squallore! Questi li detestavo quando ero adolescente per la loro arroganza e l’atteggiamento ridicolmente sussiegoso, oggi, che scrivono brutti libri o collaborano con la nuova destra, mi fanno un po’ rabbia e un po’ pena. Invece è divertente il refuso di Fioretti, in risposta a Sabelli, secondo cui la GM avrebbe pagato “2 milioni di dollari” alla FIAT, sí, per il mangime di Lapo e Yaki!
“Black and White, Sacco e Vanzetti, Giulietta e Romeo, Smith and Wesson, Romolo e Remo, Moët et Chandon. Esistono alcuni binomi inseparabili. Piano piano lo sono diventati anche loro. Dolce e Gabbana. Pochi sanno che uno, quello alto, si chiama Stefano Gabbana ed è nato a Milano 43 anni fa. E che l’altro, quello calvo, si chiama Domenico Dolce, è nato a Polizzi Generosa, in Sicilia, ed ha 47 anni. Dolce e Gabbana, un marchio internazionale che compie 20 anni nel 2005, una griffe on the edge, (non so che cosa voglia dire ma lo dicono tutti quelli della moda), una sigla negli affari e nella vita. La loro storia di coppia gay la raccontarono qualche tempo fa proprio a questo giornale. Un vero e proprio coming out realizzato con la complicità di Stefano Jesurum che li intervistava. Oggi seconda puntata del coming out. Sorpresa: Dolce e Gabbana non stanno più insieme. Meglio: quasi separati in casa. Ed io sono qui, nella loro reggia milanese di via San Damiano, a raccogliere le loro confidenze. «Intendiamoci, che avessimo fatto un coming out non lo sapevamo nemmeno noi»”, spiega Stefano, quello alto. «Era un’intervista e noi raccontavamo la nostra storia d’amore. Una storia che conoscevano tutti nel nostro ambiente». È vero, la conoscevano tutti nel loro ambiente. Come tutti sanno, nel loro ambiente, che si sono lasciati. Ma il loro ambiente è il regno degli happy few. Vediamo di approfondire l’argomento per tutti. Il popolo deve sapere.”
Sul sito. (csf)
da Alessandro Ceratti
Con questi ultimi articoli Massimo Fini sale ulteriormente nella mia stima e considerazione raggiungendo ormai vette vertiginose. Ai miei occhi, più autorevoli di lui ci sono soltanto Travaglio e gli Evangelisti. Molotov e Champagne è un piccolo gioiello. Ci spiega in poche parole che l’ancien règime non è ancora finito, e l’aristocrazia conserva tutt’ora inalterati i suoi privilegi. Leggendo quell’articolo, quando parla di Piperno e di Mancini, non sembra di rivedere le vicende di Don Rodrigo e dell’Innominato?
da Luigi Crespi, Milano
Ho letto le lettere di Paolo Pagani, Monica Sargentini e Adolfo Valente e, anche se non è mio costume, la quantità di fango gratuito che queste persone hanno gettato su di me mi mette in condizione di tutelarmi nelle sedi opportune. Per qualcuno la vicenda HDC è un cattivo ricordo, per me è un terribile presente visto che devo far fronte a milioni di euro di debiti che mi hanno accollato. Inoltre questa vicenda che ho portato nelle aule del tribunale dovrà essere risolta in quelle sedi e, come tu sai, per rispetto di tutte le parti coinvolte, non ho mai voluto parlare pubblicamente di questo argomento e non romperò ora questo mio precetto. Il tempo sarà galantuomo.
LOREDANA LECCISO (ORDINE PER FAVORE). E’ stata radiata dall’ordine dei giornalisti delle Puglie. Perché balla come una svitata in tv? No. Perché si mostra seminuda negli spettacoli della domenica? No. E’ stata radiata per morosità non avendo pagato le quote associative per due anni. Loredana può stare tranquilla. Basta fare ricorso e pagare il dovuto. Ma la prossima volta, per favore, paghi. Non è stato esaminato invece un altro procedimento avviato due mesi fa per “violazione del decoro professionale”. Forse è meglio cheaspetti di pagare
MARCO PANNELLA (RADICALI LIBERI). Va in giro chiedendo ospitalità a tutti. Ma non è tempo di gentilezze. Sia il Polo che l’Ulivo lo fanno penare. Ha chiesto ospitalità anche ad Alessandra Mussolini, pare. Non è questione di programmi, dice. Và dovunque lo prendano. Sembra sia interessata la Juventus.
MARIO BORGHEZIO (MATER SEMPER CELTA EST). Ha detto: “Noi siamo celti e longobardi. Non merdaccia mediterranea”. Magari potrebbe essere merdaccia celta. E come dice l’adagio, “mater semper celta est”.
CARLO ROSSELLA (CAMILLA SLING). Il nuovo direttore del Tg5 ha mantenuto la sua utilissima rubrica sul Foglio, intitolata “Alta società”. Quella dell’altro giorno: “Camilla Parker Bowles beve sempre prima di cena due Singapore Sling”. Come direbbe Antonio Socci, perché perché perché perché perché?
Claudio Sabelli Fioretti
da corriere.it
Le foto della Sgrena citate nel video, inviate da Riccardo Bianchi, in Documenti.
Capisco lo spirito con il quale M. Fini afferma che in democrazia ho diritto di odiare chi mi pare e di manifestare questo mio odio, e che il discrimine è l’azione, la violenza (fisica, intende lui). Però anche parlare è un’azione, e non delle più inoffensive. Tra un editoriale intriso di sordide menzogne e una sberla anche ben assestata io penso che faccia più male, sia più violento il primo. E quindi ha senso anche pensare di limitare la libertà di espressione. Si potrebbe obbiettare: “Certo, così poi diventa un casino!”. Sicuro. Chi ha mai detto che la democrazia è una cosa semplice?
da Alcide Furnaga
Sono certo dell’onestà e delle buone intenzioni di Berlusconi come sono certo della mia stessa vita. Urbani e Freda mostrano un grande disprezzo dell’evidenza (per non dire della loro indifferenza alla libertà dei popoli, tipicamente comunista) quando insinuano che Berlusconi avrebbe inviato i soldati italiani in Iraq per trarne dei vantaggi. E quali, visto che ha già tutto, e che avrebbe potuto trascorrere la vecchiaia a godersi il frutto del lavoro di una vita, invece che dedicarsi alla pace e al benessere dell’Italia e dell’intero genere umano, visto che questi sono i ringraziamenti? Oggi gli iracheni ringraziano lui e Bush se sono liberi dalla tirannia, non certo la doppiezza catto-pacifista!
da Gianluca Freda
Caro Buonaiuto, avrei voluto rispondere al suo ultimo intervento in modo esauriente e lineare, sintetico ma politicamente pregnante. Vediamo: in una manciata di righe vengono citati Rafik Hariri; il Libano; Berlusconi; Baghdad; i coraggiosi modernizzatori della società islamica; le tirannie; l’elevazione della politica; il tran tran quotidiano; la necessità di meditare. Ho cercato di seguire il filo, ma mi sono smarrito nei meandri logici di questo complesso intervento. I pompieri, intervenuti su mia richiesta, stanno ancora tentando di raggiungermi. Sento la sirena ma non li vedo, forse si sono persi anche loro. Mi dicono che è in arrivo l’elisoccorso. Spero si sbrighi, perché sto morendo dalla voglia di un frullato.