da Claudio Urbani
Leggo su Mediavidio che Bush è in Europa per una visita di quattro giorni. Ha espresso la sua contrarietà a incontrare Camilla perché divorziata. E’ una sua nuova avversione che coinvolgerà tutti nella medesima situazione? Se è così qualuno in questo momento sarà molto triste…
da Luciano Buonaiuto, Aversa
Caro Ceratti, non si dice “distorsioni”, ma semplicemente “errori storici”; l’errore poi è tuo, non mio. Gli americani non furono cacciati dai vietnamiti, si stancarono, beninteso giustamente; ma militarmente non avevano perso una sola battaglia. Questo avvenne nel 72. Tre anni dopo, nel 75, i nordvietnamiti occuparono Saigon, e Pol Pot occupò Pnom Penh. Molti frequentatori del blog forse esultarono; il popolo indocinese, in questi ultimi 30 anni certamente no.
da Natalino Russo Seminara
(…) vorrei chiedere una cosa a Schiavone, che mi pare tra i meno faziosi del blog, sperando di non offenderne la suscettibilità: non pensa che quanti chiamano resistenti e partigiani i terrosristi iracheni, offendano gravemente i partigiani veri come il suo povero papà Dio l’abbia in gloria, e il papà della Sgrena che mi sembra fatto della stessa buona pasta ? Non l’offende il paragone ? Ricca non ha risposto a Castelli perché da buon mantenuto da paparino suo, non ha mai studiato, nè lavorato. Vedrete che qualcuno lo candiderà al Parlamento, come se non fosse già pieno di troppi pirla. Maltese avrà ragione, ma finché la maggioranza degli americani rielegge Bush e lo stesso Kerry vota per aumentare i fondi per l’Irak, la teoria Bush non è fallita, tutt’altro. Otto milioni di votanti iracheni lo dimostrano.
Otto milioni di iracheni hanno votato dei candidati che nel loro programma chiedono il ritiro delle truppe americane (csf)
da Serafino Brighenti
Curioso: Pier Franco Schiavone si è deciso a non comperare più le pessime (lo dice lui, ma in questo concordo) cibarie svedesi vendute nel reparto food dell’Ikea solo perché lo ha fatto incazzare lo spot antiberlusconi. Cosa lo spingeva prima a nutrirsi di cose che offendono il suo palato? Una buona dose di masochismo latino? La volontà di sostenere le socialdemocrazie boreali? L’interiore necessità di espiare antichi peccati?
Un plauso a Pino Granata, di tutto cuore, per le sacrosante parole sulla magistratura, e contro le velleità della sinistra di servirsene come alleata nella lotta politica.
da Pino Granata
Questa frase è diventata il mio tormento e se voi non mi aiutate, credo che passerò le mie notti insonne a cercare di capire quale messaggio la mia concittadina Avv. Lina Arena vuole trasmettere. Che l’avvocato più famoso del blog si serva del Sabellifioretti.com per trasmettere messaggi in codice. E se così cosa dobbiamo aspettarci? Aiuuutooo…
da Alessandro Ceratti
Questa storia di Ricca trascinato via dai poliziotti incomincia a farmi innervosire. Questa procedura potrebbe avere un senso nel momento in cui Ricca fosse uno sconosciuto di cui non si possono sapere le intenzioni, per cui per precauzione, viene allontanato. Ma se si sa chi è, allora è un abuso intollerabile. Se si sa chi è non ha più senso appunto identificarlo. Visto che poi si è preso varie volte dell’ignorante dal “ministro” (le virgolette sono necessarie), consiglio di denunciarlo per ingiurie. Vale di più un ignorante o un buffone? Magari lo risarciscono con 1000 euro, il che darebbe un guadagno netto di 500. Potrebbe incominciare a diventare remunerativo.
Mi inserisco nel dibattito fra Schiavone e Ceratti con un’osservazione banale, scusandomi se a qualcuno parrà stupida. I rivoluzionari tendono a credere troppo in se stessi, pensando che i loro metodi possono cambiare presto e bene la società. Poiché la realtà è molto più complessa, l’esito del loro attivismo è
* o lavorano inconsapevolmente per altri; * o, se hanno più fortuna e riescono a prendere il potere, diventano essi uguali agli altri.
Il nostro 68 non poteva fare eccezione. Gli italiani non avevano nessuna voglia di rischiare il loro benessere per dei fumosi ideali.
Anche se Bonaiuto non ha bisogno di nessun riconoscimento per la sua civiltà, devo dirgli che io apprezzo molto il tono pacato con cui esprime le proprie idee.Per quel che riguarda la Corea del Nord e l’Iran, credo che la faccenda sia un tantino complicata. Credo che a nessuno faccia piacere che un Paese disperato possieda armi nucleari. Certamente la Corea usa il deterrente nucleare come arma di ricatto, ma siamo sicuri che usando la maniera forte, si otterranno i risultati sperati? Non sarebbe meglio aiutare la Corea del Nord a battere la miseria nella quale vivono i suoi abitanti? Cosa diversa per l’Iran. In questo Paese le cose stanno cambiando, anche se lentamente, e non sono proprio sicuro che l’Iran voglia sconvolgere i precari equilibri mondiali. Ma anche qui io vedo che c’è un cartello di Paesi che possiede un’arsenale nucleare e vuole imporre ad altri Paesi di non averlo. Certamente è desiderio delle persone come noi che vogliono vivere in pace che gli arsenali nucleari non aumentino. Ma chi ci garantisce che i Paesi che hanno il monopolio delle armi nucleari domani non decidano di ricattare quelli che non ce l’hanno.Vorrei poi rassicurare Bonaiuto sul fatto che non sono affatto antiamericano. Ho vissuto molti anni negli Stati Uniti. Ci sono molte cose che apprezzo dell’America. Ce ne sono , naturalmente, altre che apprezzo molto meno. Ma nell’insieme mi sento anche un po’ americano. Spero che Sabelli mi permetta anche di salutarti molto, ma molto cordialmente.
da Antonio Gnocchini, P. S. Elpidio
Caro Sig. Buonaiuto, la sua è una ricostruzione strana. Senza citare monografie (anche recenti), qualunque buon manuale di storia le darà elementi sufficienti per cambiare idea facilmente. Le occupazioni più durano e più lasciano danni. Danni complessi, difficili da stabilire in tempi brevi. Ed il coinvolgimento USA nel sudest asiatico, tra momenti di alta e di bassa intensità, coprì qualche decennio. Da cui, i danni terribili. La situazione fu disastrosa PERCHE’ durò a lungo. Non viceversa