da Alberto Arienti
E’ vero che le elezioni hanno legittimato Bush e ridato la speranza che in Iraq si possa aprire una strada “democratica”, però non esageriamo nell’usarle a giustificazione di qualsiasi cosa. E non dimentichiamoci che il “garante” delle elezioni in Iraq era stato persino portato davanti alla corte suprema, in occasione della sua prima vittoria elettorale.
da Virgilio Mancini
Innanzitutto, gli Usa ( insieme ad una coalizione di “volenterosi” anche in quel caso ) non stavano portando democrazia, ma stavano sostenendo un regime militare che era salito al potere nel 1963 con un golpe ai danni del presidente sudvietnamita Diem ( che fu anche ucciso), divenuto inviso a Washington. Diciamo pure che se gli stessi Usa non si fossero opposti alle elezioni per la riunificazione, stabilite dalla conferenza di Ginevra entro il 1956, la guerra non sarebbe neppure cominciata. Non parliamo poi delle atrocità commesse da parte dell’esercito statunitense come ad esempio il massacro di My Lai e dei bombardamenti a tappeto con armi non convenzionali effettuati dall’aviazione ( in Indocina furono sganciate 14 milioni di tonnellate di bombe, tre volte tanto quelle cadute in Europa ed Asia durante la Seconda Guerra Mondiale; famosa la frase “divenne necessario distruggere la città allo scopo di salvarla” ). Il Viet Nam è l’unico paese che, dopo una tremenda guerra anticolonialista, sia riuscito a riconostruire la propria unità nonostante il volere contrario della più grande potenza planetaria e tutto ciò comportò immensi sacrifici nonché nuove guerre; dal 2003, comunque, il Viet Nam ha superato la barriera dei 1035 $ annui di PIL procapite, entrando nel gruppo dei paesi a sviluppo intermedio.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Caro Natalino, fin quando gli americani staranno in Iraq non potremo sapere con certezza chi sono i guerriglieri che li combattono. Quelli che fanno sequestri e mettono bombe ovunque, sono terroristi che cercano di dividere quello che resta della società civile irakena. Non sono certo idealisti, sono sodali di quell’assassino di Saddam o di altri come lui. Però la guerriglia, chiamiamola come vogliamo, contro un esercito occupante, è politicamente legittima e non è detto che quelli che guerreggiano oggi contro gli americani sognino un ritorno della dittatura. C’è tempo per storicizzare, per adesso dobbiamo solo leggere con attenzione gli avvenimenti e prendere delle posizioni, possibilmente anche con i reportage di giornalisti non embedded come Sgrena. Gli americani invece, farebbero bene ad iniziare a trattare con i guerriglieri. È la politica che lo impone.
da Paolo Beretta
Otto milioni di votanti dimostrano solo che ci sono un bel quattro milioni di iracheni che sono ansiosi di veder sloggiare le truppe di occupazione con le buone, altrimenti non si sarebbero espressi come hanno fatto. Agli altri, vanno bene anche le cattive. Quanto ai partigiani, che siano iracheni, palestinesi, italiani o francesi, se lottano contro una forza militare occupante sono partigiani, e, visto che prima di loro sono stati chiamati “terroristi” anche Ghandi e Mandela, non vedo proprio cosa ci sia da vergognarsi.
da Alessandro Ceratti
Be’, eroe è una parola grossa. Io considero Piero Ricca piuttosto un cittadino con grande senso civico che fa il suo dovere. Non capisco che cosa ci sia di penoso in lui e ancora di più in me. Trovo che questo tipo di considerazione possa nascere dal fastidio che un servo della gleba prova quando vede un altro servo della gleba provare a contestare l’aristocratico, trattandolo da pari. Per il servo della gleba è un atto sconveniente, di grande arroganza, e appunto, un po’ penoso. Però io e Ricca non ci sentiamo servi della gleba. Evidentemente noi abbiamo ben fissata in testa l’idea di essere dei cittadini.
da Luciano Buonaiuto, Aversa
Gianluca Freda rivendica i meriti del 68, le cui idee hanno migliorato il mondo, e in particolare la società italiana e il nostro benessere. Il merito di ciò deve essere attribuito, secondo me, al fatto che l’Italia è un paese libero, democratico, capitalista, pluralista. Le stesse idee, applicate con metodi violenti, in un paese comunista, partito unico, ecc, hanno prodotto un disastro: alludo alla rivoluzione culturale cinese, che pure fu un modello per i libertari italiani del 68. Conclusione: il merito di certe conquiste è del regime in cui le idee si sviluppano, almeno quanto delle idee stesse; nel caso in esame è del capitalismo e della democrazia. E possiamo condividere questa conclusione anche se è esistita una parte retriva di capitalisti, che a queste conquiste si è opposta.
da Giorgio Guiotto
Ricca, basta, ecchecavolo! Assomogli ad un compagno di classe di mia figlia Gaia (7 anni) il quale ha problemi di comunicazione con gli altri bambini (mena e insulta); la psicologa ha suggerito alle maestre che, in caso di una domanda, lui possa rispondere senza dover alzare la mano e senza aspettare il proprio turno. Ricca, perchè continui a rompere le palle a tutti per motivi inutili? Cosa pretendi, cosa ti aspetti? Mi sembri un gagno dispettoso e rompipalle. Per par condicio, magari solo una volta, vai da Prodi a chiedere qualcosina sull’IRI o in ultimo su Eurostat.
da Claudio Urbani
Nella notte dei tempi forse sarà stato così, ma nell’era moderna qualcosa è cambiato. Dal buon Hitler, che non era certo povero ma forse guerriero. Se poi non vogliamo nasconderci dietro un dito, gli Usa tramite la CIA assassinarono Allende, il quale voleva che gli Usa pagassero il rame a prezzo di mercato, invece che pochi cent, ma questo avrebbe gravato troppo; il Vietnam era il più grande produttore di gomma, il 70% della produzione mondiale, crediamo ancora che furono gli ideali anticomunisti i motivi di quella guerra? Come poi lo lasciarono, lo documenta il famoso filmato dell’abbandono della ambasciata americana a Saigon. Oppure ancora ci ostiniamo a credere che il petrolio non c’entri nulla in Iraq? Per inciso il ’68 iniziò a Berkeley, in California, USA.
da Michelangelo Moggia
Qualcuno può spiegarmi perchè non c’è nessuno fra maggioranza e opposizione che si vergogni di mercanteggiare così con i radicali? Non importano le idee, i programmi, le sparate che hanno fatto in tutti questi anni; dove andiamo. destra? Sinistra? Centro, vediamo chi offre di più. Non posso sentirmi dire che il loro 1,5% può essere determinante, che questa è la politica, perchè poi con Pannella e compagni se vinci devi anche governare.
da Pino Granata
Non mi risulta che gli Americani lasciarono il Vietnam di loro spontanea volontà. Tutt’altro, l’ambasciatore americano lasciò la sua residenza in elicottero mentre Saigon bruciava. Il che vuol dire che i Vietcong avevano occupato la capitale militarmente. Senza perdere una battaglia poi è assolutamente inesatto. Ricordiamoci di Da Nang. E poi chi dice che le cose con Americani ed i loro alleati sudvietnamiti sarebbero andate meglio di come vanno adesso? Bonaiuto si ricordi dell’embargo che c’è stato nei confronti del Vietnam e che credo non sia ancora stato tolto. Questo per la cronaca e per la precisione.