da Luigi Nocera
Io non ho mai visto tanto odio nella voce, nell’atteggiamento, nelle espressioni di Berlusconi quando parla dei “cumunisti”! E poi lui dice che è il Bene! Guardatelo bene in faccia quando fa questi discorsi e vedrete che non mi sbaglio.
da Matteo Tassinari
Pochi anni fa non volevo morire democristiano, pur non avendola mai votata. Oggi la rimpiango. Non l’avrei mai pensato. E lo scrivo con il cuore in mano, quindi coi polsini imbrattati di sangue. Non avrei mai pensato che ad un certo punto potessi provare nostalgia per De Mita, Forlani, Craxi, Andreotti… no per o’ Giulio non provo alcuna nostalgia, anche perchè è ancora lì ospite del presentatore della Piaggio. Non capisco più di che si sta parlando, quali sono i riferimenti, quali invece sono saltati per aria a causa del “berlusconismo”. I fascisti al Governo e agli esteri, brivido dorsale. La Lega che propone (per poi essere tutto bocciato) la giustizia fai da te e l’abolizione del porto d’armi. I bus per bianchi e negri (loro li chiamano così, anche quando si tratta di cinesi). Sparare sui gommoni che arrivano al largo delle Coste italiane. E’ come se l’avvento berlusconiano avesse stappato la pancia degli italiani. Anch’io sono convinto che succederà qualcosa di tragico, come scrive Dalla Chiesa sull’Unità. Perché manca l’altra parte, l’opposizione che dovrebbe tutelare la democrazia in Italia, ora che al governo c’è un tizio che detiene l’88% della tv in Italia e l’83% della pubblicità. L’Ulivo potrebbe vincere a mani basse e invece si perde in mille rivoli per non ritrovarsi. Una legnata nei denti ci sveglierà una mattina, quando capiremo che per altri 5 anni dovremo beccarci un Berlusconi bis. Saremo in molti ad aver bisogno di un po’ di nirvana.
da Stefano Santachiara http://www.centomovimenti.com/2005/gennaio/28_dipietro.htm
Vi siete persi la puntata di Punto ea Capo di giovedì sera, cosiddetta “riparatrice” della trasmissione Report in cui si era osato parlar male della mafia? Un breve assaggio:”Parlate di cultura di legalità, ma allora non si solidarizza con Marcello Dell’Utri (cofondatore di Forza Italia et braccio destro di Berlusconi, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, per estorsione e con sentenza definitiva per false fatture) e con Salvatore Cuffaro (presidente Udc della Regione Sicilia, sotto processo per favoreggiamento alla mafia)”. Le parole tabù nella tv di Regime irrompono fragorose dopo un’ora nella puntata riparatrice di “Punto ea Capo”. Le pronuncia Antonio Di Pietro, tutte assieme, dopo aver atteso gli illuminati interventi della Palombelli, dei due conduttori Vergara e Masotti, dei politici in diretta da Palermo, del duo Schifani-Nania da Roma, interventi tutti tesi come da copione alla riabilitazione di una Sicilia “ottimista” e “in crescita”, in cui s’arrestano latitanti e aumentano la fiducia e gli investimenti…
Vi siete persi la puntata di Punto ea Capo di giovedì sera, cosiddetta “riparatrice” della trasmissione Report in cui si era osato parlar male della mafia? Un breve assaggio:”Parlate di cultura di legalità, ma allora non si solidarizza con Marcello Dell’Utri (cofondatore di Forza Italia et braccio destro di Berlusconi, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, per estorsione e con sentenza definitiva per false fatture) e con Salvatore Cuffaro (presidente Udc della Regione Sicilia, sotto processo per favoreggiamento alla mafia)”. Le parole tabù nella tv di Regime irrompono fragorose dopo un’ora nella puntata riparatrice di “Punto ea Capo”. Le pronuncia Antonio Di Pietro, tutte assieme, dopo aver atteso gli illuminati interventi della Palombelli, dei due conduttori Vergara e Masotti, dei politici in diretta da Palermo, del duo Schifani-Nania da Roma, interventi tutti tesi come da copione alla riabilitazione di una Sicilia “ottimista” e “in crescita”, in cui s’arrestano latitanti e aumentano la fiducia e gli investimenti..
da Gianluca Freda
Guiotto, le spiacerebbe farci capire che cos’ha che non va la vignetta di Vauro? Non mi risulta che Abu Ghraib e Guantanamo siano luoghi in cui i diritti umani vengono rispettati più che ad Auschwitz. Vauro, bontà sua, si è perfino dimenticato di citare i massacri spaventosi compiuti dagli americani in luoghi come Falluja, Mazar-i-Sharif, e mille altri, e stiamo parlando dei crimini di guerra commessi dagli USA solo negli ultimi tre anni della loro esistenza. Il ricordo di Auschwitz dovrebbe servire come monito per evitare genocidi futuri, non come astuto diversivo per dimenticare quelli presenti, o diventa solo un appuntamento con la mattanza e l’orrore al quale non sento, onestamente, il bisogno di partecipare.
da Alcide Furnaga
Io credo, Guasto, che la sinistra abbia un problema di schizofrenia, probabilmente consapevole. Conosco bene Rossa e Berlinguer. Erano ottime persone, ma con una visione del comunismo e della sinistra esattamente antitetica a quella dalemian-moderata che vedo emergere da tanti interventi di questo blog. Si parla tanto dell’incoerenza di destra, di Berlusconi che vive in un eterno presente in cui ciò che è stato detto ieri viene dimenticato domani. E’ vero, è così. Ma a sinistra non lo è? Vogliamo ammettere che ciò che bisogna governare non è un club di integerrimi gentiluomini, ma una moltitudine rozza, che ha bisogno di promesse, inganni, perfino di forza bruta, per poter diventare corpo sociale?
da Marco Ciacci
La vignetta di Vauro sul giorno della memoria non aveva niente di vergognoso. Come di Auschwitz, dobbiamo ricordarci di Guantanamo ed Abu Ghraib. Tutto qua.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Sostenere una similitudine tra le vicende di Mandela e quelle di Craxi, è operazione ardita. Se Craxi avesse accettato di difendersi in un tribunale democratico (non in un tribunale del Sudafrica dell’apartheid) come hanno fatto altri, avrebbe usufruito di tutti i benefici di legge e, secondo me, non avrebbe fatto nemmeno un giorno di carcere o ne avrebbe fatti pochissimi. Craxi, che non ha mai riconosciuto la legittimità delle inchieste sul suo conto, non accettò il confronto coi giudici, se non per fare quel famoso monologo in cui tentò di coinvolgere la sinistra comunista. Spero che il figlio la pianti di continuare a coltivare rancore e, pur continuando a sostenere l’innocenza del padre, riconduca quel partito socialista nell’alveo di una tradizione storica più consona, costringendo così la sinistra a fare i conti con Craxi, riconoscendone, insieme alle responsabilità in negativo, anche il ruolo di primo piano.