da Franco Barone, Milano
Nell’articolo di Marco Travaglio del 7 dicembre, sul giornale fondato da Antonio Gramsci, Marco dice testualmente che Berlusconi è stato il primo a insultare gli avversari, usando, tra i vari insulti, la parola “comunisti” (per i politici di opposizione e per i magistrati). Gramsci non credo lo sarebbe, ma voialtri bloggisti siete tutti d’accordo che sia un insulto? P.S.: grazie a Csf, proprio perchè sul suo sito ci si può trovare di tutto, sia Travaglio che Mattia Feltri (e persino io…), e senza il bilancino idota della “par condicio”.
da Giulia Morello
Il 26 ottobre è uscito il mio primo romanzo intitolato “SchienacontroSchiena” ed. Le Lettere ambientato in un centro di accoglienza penale minorile, luogo che esiste dal 1989 in Italia per tutti i minori in stato di arresto in attesa di incontrare il G.I.P. Dall’omicida a chi ruba il pane. Tutti finiscono lì. Al C.P.A possono restare al massimo 96 ore,ovvero 4 giorni. Esiste solo in Italia. In nessun altro paese del mondo esiste questo tipo di struttura per minori in stato di arresto. Una realtà che conosco da vicino, perchè lavoro al C.P.A. da quasi cinque anni. Infatti, oltre a scrivere ed a fare teatro, sono operatrice sociale in questo centro di prima accoglienza di Roma. Luogo di cui poco nessuno parla, nessuno scrive, ma in cui, solo nel 2003 a Roma, sono passati circa 1200 minori. E’ un silenzio tanto imbarazzante quanto pesante.
da Germano Paciocco
Voglio unirmi anch’io al coro di chi dice che è meglio la pubblicità che la chiusura del sito. Tuttavia voglio portare i signori lobbisti interessati a conoscenza del fatto che è possibile navigare su internet senza vederla mai: esistono software appositi che rimuovono gli “ads” dai siti, senza pregiudicarne quasi mai la fruizione. La pubblicità, se usata bene, è cosa buona e giusta, soprattutto quando è data la possibilità di scegliere se vederla o meno.
da Serafino Brighenti
Mantenere su Internet un sito costa poche decine di euro all’anno, quindi è una cosa alla portata di qualsiasi persona che non sia ridotta alla fame e, a maggior ragione, di un famoso giornalista. Non credo dunque che esista alcuna relazione tra la sopravvivenza di questo sito e gli annunci pubblicitari. I paragoni con Cuore, giornale su carta, sono del tutto impropri.
da Giorgio Goldoni
(…) In Italia il numero di bambine a cui viene reciso il clitoride è in aumento, nel silenzio generale. Si tratta di un vero olocausto. Spesso nelle stesse famiglie vige un regime di bigamia e mi chiedo la seconda consorte quale collocazione sociale può trovare nella nostra società.
da Pierpaolo Manetti, Milano 2, Milano
Puntate precedenti: lei decide di pubblicare un articolo di Mattia Feltri sui mercenari e, chiosando, concede: è una “brava persona”. Transeat: qualsiasi giornalista deve aspettarsi di essere giudicato e, poi, penso che voi due vi conosciate e che ci sia dell’affetto in questa sua affermazione. Le reazioni: giammai! Non è più tempo di “aperture di credito”. Anzi: “Probabilmente, anche il bel quadretto di Adolf Hitler col cane, il bambino ed Eva Braun nella sua casetta in montagna darebbe l’idea di una personcina perbene”. La qualifica di brava persona “in Italia la si usa con troppa disinvoltura”. Ed eccomi dunque al punto: non riesco proprio a capire da dove salti fuori questo modo di porsi. Feltri, Soncini e Ceccarelli forse non sono brave persone? Adolf Hitler? Ripeto: Adolf Hitler? Io credo di comprendere la necessità di un po’ di verve polemica e, infatti, trovo che il moderatore faccia bene a pubblicare. Ma voi lobbisti, e ve lo chiedo sinceramente e senza ironia alcuna: ma chi cazzo vi credete di essere? La Patria Cassazione? O forse Dio?
da Michele Lo Chirco
Caro CSF, qualcuno può spiegarmi perché non era prevedibile che per un reato scattasse la prescrizione? Questo istituto non serve ad annullare i reati commessi un certo numero di anni prima della sentenza? Se poi si dice che si sono applicate le attenuanti generiche, che razza di attenuanti mi consentono di pagare un giudice con soldi della mia società e passarla liscia?
da Pino Granata
Se Berlusconi fosse un uomo d’onore si dimetterebbe risparmiando agli Italiani l’umiliazione di avere un presidente del consiglio pluriindagato che evita condanne solo per la prescrizione dei reati contestati. Se Berlusconi fosse un uomo d’onore si dimetterebbe vedendo che molti due dei suoi principali collaboratori sono stati condannati a lunghe pene detentive e così ci eviterebbe la vergogna di avere parlamentari che la Giustizia ha condannato.Se Berlusconi fosse un uomo d’onore si dimetterebbe sapendo che oltre la metà degli Italiani lo detesta e lo considera un bugiardo.Se Berlusconi fosse un uomo do’onore…
UNA MEDAGLIADunque Berlusconi ha vinto questa lunga battaglia giudiziaria: adesso e’ piu’ forte, come leader politico, e potra’ governare piu’ serenamente. Se dopo la sentenza di Milano i suoi alleati, i suoi amici, i suoi avvocati ci avessero detto questo, avremmo ammirato la loro sobrieta’. Invece no, come al solito gli ultras berlusconiani non si sono accontentati. Il vicepresidente dei senatori, Giampiero Cantoni, ci ha rivelato che «gli italiani ora hanno un’incrollabile certezza: soo governati da un cittadino onesto». E l’ineffabile direttore del Tg4, il vero capo della Curva Sud, ci ha spiegato che la sentenza «riconosce l’onesta’ di chi sta guidando il paese».Nel giro di un paio d’ore la condanna scampata e’ gia’ diventata un certificato di onesta’ in carta bollata. La punizione eviatata grazie al cavillo della prescrizione dimezzata e’ stata trasformata in un riconoscimento ufficiale delle virtu’ berlusconiane. Domani, diventera’ la condana dei suoi accusatori. Tra una settimana, sara’ la prova della malafede dei testimoni. Tra un mese, sara’ la motivazione ufficiale della medaglia al valor civile che Berlusconi, con una cerimonia solenne, si appuntera’ sul petto: da solo, come Napoleone.
Antonio Polito – Sette – 19-09-2002
“Chi fa la fronda da destra si confonde con chi fa la fronda da sinistra? Lo sapremo quando Antonio Polito, direttore, e Claudio Velardi, editore, manderanno in edicola Il riformista, il Foglio di sinistra, da Giuliano Ferrara soprannominato O riformista a causa del fatto che sia Polito, sia Velardi, arrivano dalla Campania. È un successo per la scuola napoletana, quel gruppo di giornalisti che dalla redazione locale de l’Unità si sono sparsi per i quotidiani italiani. «C’era Federico Geremicca, oggi capo della redazione romana de La Stampa», ricorda Polito, «c’erano Marco De Marco che oggi dirige il Corriere del Mezzogiorno, Maddalena Tulanti, capo dell’omologo giornale barese, Luigi Vicinanza, che oggi dirige la cronaca napoletana di Repubblica dopo essere stato vicedirettore de Il Mattino, Rocco De Blasi, oggi direttore del Salvagente e Franco Di Mare, inviato della Rai. C’era anche Michele Santoro, pro forma, perché non ha mai scritto una riga». Antonio Polito racconta la sua storia di un comunista in carriera e dice la sua su voltagabbana e leccapiedi.”
Sebastiano Messina – Sette – 7-11-2002
Si chiama «Bonsai» la rubrica più temuta dai politici italiani. Sebastiano Messina, siciliano di Giarre, provincia di Catania, la scive tutti i giorni sulla Repubblica svillaneggiando ipocrisie, bugie, contraddizioni dei protagonisti del teatrino della politica italiana. Forse è l’unico vero erede di Fortebraccio, Mario Melloni, il mitico corsivista dell’Unità. Fortebraccio era feroce. Messina è più «leggero». «Cerco di coniugare ironia e distacco», dice.
(csf)