[csf ::: 11:02] | [Commenta] |
da Pier Franco Schiavone, Milano
Bush ha detto “ascolto sempre i suggerimenti di Berlusconi”. Adesso è tutto chiaro.
[csf ::: 06:42] | [Commenta] |
dal Corriere della Sera (da Clara Giannattasio, Milano)
Scrive Giulio Tremonti nella rubrica “Interventi e Repliche”: Dove è finito “Gast”, che fine ha fatto il terribile “Gast” (Gian Antonio Stella)? Quale mutazione genetica, semantica, lessicale ha subito? L’ho sempre letto sul Corriere della Sera, e con grande interesse e divertimento, come uomo ed autore di satira. Satira non come esclusiva, ma certo come sua principale, essenziale “cifra” stilistica. Da ultimo e con qualche frequenza ho avuto occasione per verificarlo personalmente. Invece no. Nell’articolo del 12 dicembre “Tutti uniti, guai ai gelosi”, emerge una profonda mutazione. Dalla lettura del testo emergono infatti, su prodi: “leadership”, “standing ovation”, popolo in delirio”, “rocciosa supremazia etica”, “va a sfondare”, viene giù il diluvio”, “se la piglia (la leadership) e se la fa confermare con una parola magica”, “ovunque pizzica, raccoglie applausi”. E così via. Sarà anche tutto vero, certo, ma dove è finirà la satira? O forse è l’apparizione di tipi nuovi di satira: la satira-apoteosi, la satira tacita, la satira implicita? Con qualche nostalgia, spero comunque che (…magari non subito da me…) “Gast ricominci a essere “Gast”.
Risponde Gian Antonio Stella: Nel passare dalla finanza creativa all’epistola estrosa, l’ex ministro del Tesoro è ricorso al trucco già irriso da Montanelli secondo cui “isolando una frase alla volta si potrebbe sostenere che la Divina Commedia è un poema arabo perché c’è la frase “Pape Satàn, Pape Satàn Aleppe” di cui “nessuno ha mai capito il senso”. Come tutti i lettori non acidi hanno potuto leggere, il pezzo su Prodi al Palalido era per intero teso non a esaltare el Conducador, mestiere che lascio ad altri trombettieri, ma a sottolineare l’ipocrisia di tanto spellare le mani sul tema della sbandierata “unità, unità, unità” a sinistra seppellita, come volevasi dimostrare, al primo vertice. Convengo però col “numero due” azzurro che le parole sono un’arte difficile. Noi pensavamo, per dire, che lui parlasse sul serio definendo l’idea di tagliare le tasse “miracolismo finanziario”, bollando i condoni come cose che “si fanno in Sudamerica dopo il golpe”, escludendo le sanatorie perché “non sono necessarie entrate straordinarie” o giurando che “l’ora della storia batte sull’orologio del Sud”. Va a capirlo che era satira…
[csf ::: 06:40] | [Commenta] |
da Davide Taschini
A proposito di strenne natalizie ecco su Rolling Stone di dicembre il giudizio di Massimo Fini sugli ultimi libri di Oriana Fallaci: “Nella Fallaci c’è la degenerazione di una giornalista che un tempo sapeva coniugare ragione e passione. I suoi libri tra 50 anni saranno letti con lo stesso orrore col quale si legge Mein kampf. Hitler oggi assume altre forme: per esempio quella di una cultura che vuole imporre se stessa a tutto il mondo.
Il problema non è la Fallaci, sono i 20 milioni di persone che le danno retta, così come il problema non era Hitler ma i milioni di tedeschi che gli credevano.
Il dramma è non vedere gli altri, credere di avere il sole in fronte, la verità in tasca, e gli occhi iniettati di sangiue.
[csf ::: 06:39] | [Commenta] |
da Rino Olivotti
Giuliano Ferrara l’altra sera ha offerto al pueblo la esatta clonazione dei “trinariciuti” di cui si godevano i camerati leggendo “Candido” quarant’anni fa. Noi socialisti chiedevamo ai compagni comunisti nei comizi sulle piazze una tranquilla oratoria, nessuna provocazione, niente attacchi personali, nessun riferimento diretto alle beghe familiari dei candidati delle liste concorrenti. Ma la foga dei Pepponi di allora esondava comunque e nel mio Veneto noi perdevamo regolarmente
tutte le amministrative (che nei paesi sono di gran lunga le piu’ importanti). La gente male masticava la politica e lo scalmanato stalinista di turno faceva trionfare democristiani, repubblicani, liberali ecc. Ferrara, travolgendo (senza lasciarlo parlare) Tremonti gli ha steso il tappettino : la gente va ancora a votare ed adesso è certo più preparata ma il commento della donnetta stamattina – al supermercato – è quello di allora : ma che maleducato quello lì……
Caro Olivotti, non sono d’accordo. L’immagine dei socialisti buoni e dei comunisti cattivi mi sembra da santino e comunque, la “donnetta”…suvvia! (csf)
[csf ::: 06:37] | [Commenta] |
da Sergio Mancini
Mi scuso con la signora Lucia Romassi, ma condivido pienamente l’opinione di Sabelli Fioretti. la signora non è certamente ciò che è invece la trasmissione. Quando uno si sente salutare con un «Buona comunicazione!», che deve fare? «Ma mi faccia il piacere!» dovrebbe rispondere con Totò. E sa un’altra cosa, gentile signora? E’ la trasmissione più pubblicizzata dal Corriere della sera. Non manca giorno che il Corriere non ci dia notizia degli ospiti di Aigor, perlopiù a me perfettamente ignoti, mentre trascura trasmissioni divertenti, anche se attualmente un po’ spompate come «Ho perso il trend», ridotta di mezz’ora.
[csf ::: 06:33] | [Commenta] |