da Vittorio Grondona
Perché perdersi alla ricerca angosciosa di un leader ad ogni costo? Di solito il capo salta fuori da solo. Non è bello sforzare, le scelte a tavolino creano sempre invidia negli esclusi e basta. Ogni partito ha già il suo capo. Uniamo quindi le forze e vinciamo con un sano progetto sociale/economico senza promesse idiote che non si possono mantenere. Il centro sinistra abbonda di uomini capaci che non si limiteranno ad inventare regole nuove e sceme per fare quattrini, non sprecheranno le forze dell’ordine alla caccia disperata di fumatori impenitenti, non inaugureranno autostrade non ancora finite, riscuoteranno le tasse da tutti, ricchi compresi secondo la costituzione? Soprattutto non impiegheranno i nostri ragazzi in guerre preventive di occupazione?
da Ezio Avaldi
Sig. Aldo Vincent, perdoni la pedanteria, quelle parole vengono pronunciate non da Enea, ma da Lacoonte e PRIMA che ci fosse la sorpresa. Veda l’Eneide al Libro Secondo verso 49.
da Peter Freeman
Caro Csf, oggi Maurizio Gasparri, in un’intervista a Vanity Fair, ha citato Andy Warhol e persino Giacomo Leopardi. L’argomento era le gemelle Lecciso.
da Sergio Mancini
A «Porta a Porta» ieri sera c’era Fratel Coniglietto Follini, uomo di rara mestizia umana, che di fronte aveva un Rutelli che avrei messo in imbarazzo anch’io dopo una bottiglia di Barbaresco. Per due volte Fratel Coniglietto ha detto guardando con occhi umidi le pustole di Vespa che lui aveva dovuto con la morte del cuore votare leggi aberranti. Ma questo qui ha figli, ha una moglie, fors’anche una mamma non ignota? E come ci torna a casa? Che cosa racconta loro? Questo qui era un allievo di Moro, questo qui è stato considerato un possibile alleato della sinistra. Ma con uno così nemmeno al bar a bere un caffè in piedi ci vado.
da Gianluca Freda
Contro le stucchevoli diatribe di partito, che hanno devastato la fiducia degli elettori del centrosinistra, Prodi ha un’unica chance: scavalcare le segreterie e parlare direttamente agli elettori. Sì, si tratta proprio del caro, vecchio populismo, che consiste, alla fine dei conti, nell’ascoltare i cittadini, nel parlar loro, nel confrontarsi con loro sui temi essenziali della vita quotidiana. E’ questo “populismo” la quintessenza della democrazia, emarginato in accezione negativa dal solito “ismo” finale con cui la destra bolla tutto ciò di cui ha paura. O così, o ci teniamo il berlusconismo, che è l’unico “ismo” di cui, con qualche ragione, temo sul serio le conseguenze.
da Mirko Morini (http://butirrometro.splinder.com)
Chissà se Claudio Sabelli Fioretti è parente di Giuseppe Sabelli Fioretti (redattore della Gazzetta dello Sport) che fece la prima radiocronaca italiana il 25/03/1929 in occasione di Italia-Ungheria 4-3. Non è quindi Niccolò Carosio, diffusa credenza, l’autore del primo commento radio avendo il siciliano esordito il primo gennaio del 1933.
Ebbene sì, era il mio papà. (csf)
da Rino Olivotti
Caro Freda, finchè Lei perderà il Suo tempo a cercare comunque la polemica la diagnosi, mi creda, sarà infausta. Ma, per stasera, si consoli con la faccia di Prodi dopo la riunione coi parrocchiani.
da Virginia Ragazzoni Del Nero
La notizia, contenuta nell’elenco ufficiale pubblicato dall’Europarlamento e facile da controllare sul sito internet http://www2.europarl.eu.int/assistants/assist.jsp?lng=en&sort=byassist&indexFranco Bossi (il fratello del senatur) e Riccardo Bossi (il figlio primogenito) sono stati assunti presso il Parlamento europeo con la qualifica di assistenti accreditati. Stipendio mensile 12.750 euro, pari a 24 milioni e mezzo di vecchie lirette al mese (più eventuali bonus/benefit, ecc…). Gian Antonio Stella sul Corriere si è precipitato a stilare l’elenco delle competenze di questi due miracolati ( in attesa che crescano gli altri eredi del Senatur: Renzo, Roberto, Libertà ed Eridanio). Franco Bossi manda avanti infatti un negozio di autoricambi a Fagnano Olona. Sa tutto sulle marmitte, retrovisori, filtri dell’olio e pini aromatici. Di Riccardo Bossi, figlio della prima moglie si sa molto poco: che ha 23 anni, che è un ragazzone grande e grosso, che va matto per le auto ed è fuori corso all’università.
da Paolo Tedeschi, Prato
Le istruzioni:Vai su www.google.itDigita la seguente stringa di ricerca (virgolette comprese):“bruno vespa” apparizioniclicca sul bottone “Mi sento fortunato”leggerai la lettera scritta dal nostro al quotidiano Europa a mo di giustificazione delle sue apparizioni televisive per promuovere il suo libro. Personalmente non sapevo che nel 2003 il nostro ha inanellato “20 ospitate in altrettante trasmissioni per un totale di 2h.38m.39s”E se siete pigri, ecco qui la documentazione.Lettera di Bruno Vespa al quotidiano Europa.
Signor Direttore, La ringrazio per l’attenzione che ha voluto riservare al mio nuovo libro Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi.Lei si scandalizza per la grande quantità di mie presenze televisive. Mi permetto di osservare quanto segue.
1) L’uscita dei miei libri, a torto o a ragione, rappresenta un evento editoriale. La Storia d’Italia è uscito da una settimana e se ne sono già occupati 43 ? dico quarantatré ? quotidiani e cinque settimanali con 98 articoli. Sono annunciati molti altri interventi.I lanci di agenzia sono stati finora 73. Esiste una Fondazione Bruno Vespa che corre ogni anno in soccorso dell’autore? Può cortesemente indicare un qualunque altro libro che abbia questa rassegna stampa?
2) Le mie apparizioni in Rai sono più numerose perché, come è noto, in questa azienda c’è il maggior numero di contenitori. Ma ho ricevuto molti inviti dalle reti Mediaset, da La 7 e da Sky. Perché tanti inviti? Perché, diciamo così, durante il mio intervento l’ascolto non va male.
3) L’anno scorso, per il suo libro di Baghdad, Lilli Gruber ha fatto (giustamente) il mio stesso percorso promozionale. Come mai il Suo giornale non ha avuto niente da obiettare, nonostante la copertura stampa di Lilli fosse assai più modesta? Se non risponde su questo punto, signor Direttore, la Sua credibilità subisce un duro colpo.L’invidia, diceva Erodoto 2500 anni fa, fa parte della natura umana. Dalle sue parti, signor Direttore, deve esserci un Dna molto predisposto a sviluppare questo virus. Con i migliori saluti.Bruno VespaRisposta del direttore Nino Rizzo NervoSono grato a Bruno Vespa per l’attenzione con cui legge Europa e per il fatto che conferma quanto scritto dalla nostra Fabrizia Bagozzi: a nessun autore la Rai ha mai riservato un uguale trattamento di favore per promuovere un libro (solo lo scorso anno 20 ospitate in altrettante trasmissioni per un totale di 2h.38m.39s.). Poiché la Rai è l’azienda per la quale Vespa lavora si potrebbe parlare di concorrenza sleale e richiedere l’intervento dell’Authority.
Poiché si tratta di pubblicità gratuita sottratta alle casse della Sipra si potrebbe richiedere anche l’intervento della Corte dei conti. Perché, qualora Vespa l’avesse dimenticato, la Rai è un servizio pubblico finanziato con i soldi dei cittadini. Gli editori privati possono fare quel che vogliono. La Rai no. E se lo scorso anno lo ha fatto la Gruber il nostro giudizio non cambia: sempre di uso privato di servizio pubblico si è trattato.
Quanto ad Erodoto lo rassicuriamo: nel nostro Dna non alligna il virus dell’invidia ma solo elementari ?tracce? di etica e di moralità pubblica che, a quanto sembra, sono totalmente assenti nel Dna dell’autore di tanti straordinari ?eventi editoriali?.
Chiunque conosca la Puglia, sa che per scommettere, in quell’ambiente culturale, su un candidato gay come Nichi Vendola occorre un coraggio politico da leoni. Bertinotti sembra averlo, e in questo non mi delude mai. La sua forza è la capacità di rinunciare a rincorrere “ciò che vuole la gente” – cose pessime e mutevoli – e di spiegare invece alla gente ciò che dovrebbe volere, sempre che desideri vivere in un contesto sociale, anzichè in un pollaio in cui ciascuno dice la sua e razzola per sè. Tra parentesi: se anche la metà delle cose che ha scritto Libero sono vere, propongo che Fausto sostituisca Prodi nella corsa alle politiche. La vittoria sarebbe più dubbia, ma, se ottenuta, anche molto più utile.