da Marco Foraggi
Al signor Lo Chirco che scrive: “nella nostra democrazia chi manifesta contro non corre il rischio di essere investito da un carro armato”, sono stato tentato di chiedere se si sia mai trovato in mezzo a una carica della polizia. Invece ci ho ripensato: sono convinto che abbia ragione lui. La differenza tra quelle che comunemente vengono chiamate “democrazie” e i cosiddetti “regimi”, è che nelle prime le oligarchie di potere non hanno bisogno della violenza fisica (o ne hanno in misura minore) per mantenere il controllo. Gli oppositori vengono semplicemente marginalizzati, o meglio completamente ignorati dal sistema dei media. (…)
da Claudio Trezzani (http://ilmozzo.blog.tiscali.it)
John Chuckman, arrabbiato redattore di Yellow Times, evidenzia i risultati di una inchiesta apparsa sul bollettino dell’ American Medical Association. Si è trovato che il 26% degli americani accusa turbe mentali. E l’Italia? E’ lo stesso articolista a fare un paragone diretto: 8,2%. Sarà l’alimentazione più sana, sarà …Berlusconi? Chuchkman sembra implicitamente alluderlo, argomentando che negli USA i matti sono tanti di più perchè seguono a prestar fede a Bush. Sarà contento Silvio, anche perchè quell’8,2% già intuisco ove lui ritenga s’annidino. Anzi, lo ha già detto: i magistrati…
da Cesare Bardaro
Berluska sta facendo di tutto per raggiungere anche stavolta i 3 milioni di preferenze ottenuti nelle ultime europee. Così, anche in caso di sconfitta di FI, potrà dire che la sua popolarità personale non è stata intaccata. Attenzione, però, i dati saranno comunque falsati dall’ aumento – rispetto al 1999 – del numero delle preferenze esprimibili. Resteranno 3 nel Nord – ovest e passeranno da 1 a 2 nelle isole e da 2 a 3 nelle rimanenti tre circoscrizioni. Lo ha deciso, nel febbraio scorso, Berlusconi stesso.
da Mirko Morini (http://butirrometro.splinder.it)
In un manifesto che potete trovare a http://www.nuovoulivo.it/html/immagini/home.jpg la Lista Occhetto-Di Pietro vi invita a votarli perchè:– C’è un paese in Europa dove vige un regime invisibile– Dove un premier ha poteri enormi compreso quelli di sciogliere il parlamento– Dove il federalismo distrugge l’unità nazionale– Dove non esiste più nessuna garanzia di indipendenza della magistraturaOcchetto e Di Pietro non si presentano quindi in Italia ma in un paese federalista, dove il premier può sciogliere le camere e dove la magistratura è sotto il controllo del governo: in Germania.
da Alessandro Ceratti
(…) Il signor Barracco giustamente fatica a immaginare un Travaglio che subisce in silenzio un’ingiusta condanna all’ergastolo. Peccato che nel mondo reale Travaglio, e la gente che si comporta come lui, non solo non vengono ingiustamente condannati all’ergastolo ma non finiscono neppure sotto processo. Proprio per questo Travaglio & C. sono piuttosto severi con chi l’ergastolo se lo prende. Nel mondo reale succede invece che fior di delinquenti, mafiosi o politici corrotti, la sfanghino grazie ai mille appigli che fornisce la nostra legislazione molto garantista o anche semplicemente al fatto che non è facile raccogliere prove dei reati e, quei pochi che sono condannati, se sono politici, si mettono poi a parlare di persecuzione.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Sessant’anni dallo sbarco in Normandia. C’erano tutti, persino i tedeschi, cioè quelli che hanno fatto a pezzi, in quell’occasione, qualche migliaia di soldati americani. Lui, il mliardario ridens, non c’era. “Non vado per non imbarazzare Chiraq sul ruolo dell’Italia di allora”, ha piú o meno detto. Il cancelliere tedesco è andato evidentemente per imbarazzare Chiraq che, vecchio volpone, lo ha aspramente rimproverato abbracciandolo, rinsaldando così l’amicizia tra due Paesi che contano e riproponendo un’alleanza strategica anche in chiave Iraq. È proprio vero, una volta ogni re aveva il suo giullare, oggi le due figure spesso coincidono.
da Lorenzo Barracco
“In Italia… è dirsi fascisti che non si può”. Così F. M. Rigo. Falso.“La ricostituzione del partito fascista è vietata per legge”. Così A. Ceratti. Vero. Ma che c’entra?
da Mirko Bedetti
Anche sul blog c’è aria di campagna elettorale, siamo alle strette finali e quindi si moltiplicano interventi che si rifanno a questo o a quel movimento o partito, si passa dal quesito ininfluente del per chi vota Benni alla scultura del Restitution day. Sfortunatamente questi post sono come sempre permeati del solito, ritrito vizio che c’è a sinistra di sputtanare chi appartiene alla stessa coalizione: tu sei troppo no-global, tu non devi parlare con l’orco cattivo, tu invece sei un giustizialista, Di Pietro è un forcaiolo, Bertinotti è un quaquaraquà, Fassino grissino, Rutelli non è più il laico di una volta… Che c’è di buono a sinistra, anzi nel centrosinistra, riusciamo a comunicarlo o no? Ovviamente se c’è qualcosa di buono e sempre ammesso che i partiti servano ancora a qualcosa o se è meglio indire un congresso stile Forza Italia e farci tutti rappresentare da un leader carismatico da contrapporre a Berlusconi. Montezemolo penso sia libero.
da Pino Granata
Per una certa pseudo sinistra esistono due pesi e due misure. Se i perseguiti sono socialisti o democristiani sono colpevoli prima ancora che vengano giudicati, se invece sono comunisti o extracomunisti sono innocenti o comunque perseguitati politici. Molti dei perseguiti, a qualunque aria politica appartenessero si sono poi rivelati innocenti ma si sono fatto comunque un po’ di carcere preventivo con tutti gli effetti devastanti che lo stare in carcere provoca in persone innocenti. Forse al sig. Guasto il caso Carrà non dice nulla o, comunque, non frega nulla. Carrà fu mostrato in manette ed umiliato per dare l’esempio agli altri e poi, sorpresa, risultò innocente. Cari pseudocompagni cerchiamo di non giocare troppo sulla pelle degli altri, il carcere è una cosa seria. Ed essere forcaioli e giustizialisti non è nel dna di una vera sinistra che, secondo me, deve essere libertaria e garantista.
da Peter Freeman
Caro Csf, rispondo a Ceratti, che vuole sapere che cosa voto, e a Barbara Melotti, a proposito di Sofri e di Battisti.1. Caro Ceratti, ci ho pensato un po’, indeciso tra Rifondazione e la lista Occhetto-Di Pietro. Poi ho optato per quest’ultima. Daro’ la preferenza a Giulietto Chiesa, Pancho Pardi e Antonello Falomi. Cio’ detto, Lei e’ liberissimo di aggiungerci un bel chissenefrega.2. Io non so se abbia senso o meno assimilare Sofri e Battisti. Da un punto di vista legale si tratta in entrambi i casi di due persone condannate con sentenza definitiva per lo stesso reato: omicidio volontario. Pero’ una cosa la so: la latitanza non solo non e’ un reato ma neppure un’aggravante. E’ un diritto dell’imputato. E ognuno si difende come vuole, producendo elementi a discarico o scegliendo di tacere. Il giudice si pronuncia sugli elementi processuali, non sui silenzi o sulla latitanza. Quanto al contesto, se qualcuno vuole aprire un dibattito sugli anni Settanta, si accomodi pure. Ma il dibattito “Sofri Si’, Battisti No” io lo trovo un po’ deprimente.