da Gianni Guasto
Caro CSF, nella sua opera di moralizzazione linguistica, Lei sta battendo la fiacca. L’Avv. Arena scrive che “le leggi stupide vanno lottate”. Ma da quando in qua il verbo “lottare” regge il complemento oggetto? Lottare è intransitivo, non si lotta “qualcosa”, ma “contro” qualcosa. Non avremo mica fatto tanta polemica sulla punteggiatura, per dimenticarci poi dei verbi!
da Gianluca Freda
Almeno un mezzo bacio, Ceratti, lo deve anche a me. Voterò Rifondazione, ma il duo Occhetto-Di Pietro è il mio secondo partito preferito. Con un bacio intero, chissà, potrei anche convertirmi.
da Marcello Ugliano
Sarà pure una coincidenza, però alquanto sospetta; io un certo odorino mefitico lo sento. Se poi volete credere al miracolo di Padre Pio, liberissimi.
da Alessandro Ceratti
Signor Freda, ha tanto diritto lei di dire che il processo Sofri e Battisti non sono stai equi quanto un forza italiota di dire che non sono stati equi i processi contro Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Sono stato chiaro? Credo con questo di aver interpretato correttamente il pensiero di Barbara che, a dire il vero, non mi pareva così criptico.
A quattro giorni dalle elezioni vengono liberati i tre ostaggi italiani in Iraq. Buon per loro, male per noi. Mi vien da dire c.v.d.: come volevasi dimostrare. Ovvero: è difficile vincere le elezioni in uno stato in cui uno dei concorrenti ha praticamente tutte le carte buone. Come giocare a scopone scientifico con la certezza che l’asso bello ce l’avrà sempre l’avversario.
da Giovanni Trombetti, Monza
Ma no, che va a pensare, signor Lo Chirco… Come è possibile immaginare tanta bieca – e un po’ comunista– dietrologia su di un conflitto che è nato su presupposti assolutamente veri, che è ci è stato raccontato in maniera obiettiva dal capo di governo e che ha dato secondo i programmi pace e democrazia a quegli inferiori d’iracheni? Cosa va a pensare signor Lo Chirco, abbiamo tutti cieca fiducia sull’operato del nostro governo. Poi c’è anche chi dissente ma con costoro sarei un po’ più minaccioso, titolando “avviso a tutti i terroristi”.
da Pino Granata
Sono veramente stufo di sentire e leggere quali sono le manchevolezze della Sinistra. A parole tutti salgono in cattedra e dicono a Fassino e compagni che tutto quello che fanno è sbagliato, che non c’è una linea etc. Cari signori , forse, avete ragione a lamentarvi ed a dire che le cose non vanno bene, ma allora impegnatevi in prima persona, portate avanti le vostre idee, battetevi per sostutiuire Fassino e compagni. Criticare ed irridere è troppo facile e troppo semplice. Voi volete la pappa pronta e comunque direte sempre che le cose non vanno bene. E’ così facile pontificare!
da Donatella Tagliata
Ho pensato tutto quello che ha scritto Michele Lo Chirco.Che mi si perdoni!!!!!
da Barbara Melotti
Sono certa di aver definito la latitanza legittima. Fa parte di una strategia difensiva dell’imputato alla quale ha diritto, ma che può rivelarsi sbagliata. Perché i processi, spero potremo convenirne tutti, sono quasi sempre indiziari e le sentenze frutto delle convinzioni che i giudici si formano, oltre che delle prove che, appunto, sono raramente univoche. E’ così che funziona, fuor di mitologia. E se gli imputati possono lecitamente scegliere di tacere, ad esempio, altrettanto lecitamente il loro silenzio entrerà, insieme al resto, nelle motivazioni che spingono i giudici alla sentenza. Ora lo stato avrebbe certo anche il dovere di occuparsi degli imputati sfortunati, sfigati o stupidi che magari hanno pure difensori d’ufficio inetti e disinteressati. Non credo che lo faccia. E tantomeno lo farà per chi, non per errore o insipienza, ma per scelta non ha tenuto nessuna strategia difensiva, non ritenendolo, lo stato, legittimato al giudizio. A questa solitudine mi riferivo. Per la quale, personalmente, non mi strappo i capelli. Mentre per i poveri sfigati non “politici”, non ricchi, non famosi, che tutti i giorni vengono condannati anche per propria ignoranza e miseria, mi pare non si strappi i capelli nessuno.
da Giovanni Trombetti
Per Melotti, mi pare di capire che lei ritenga la latitanza una cosa riprovevole(“la dura sanzione di lasciare chi lo sceglie solo ad affrontare il prezzo dei propri errori”), se si è giudicati da uno stato democratico. Ma che c’entra il tipo di governo –soprattutto nel caso di reati legati alla lotta politica -con la decisione di sottrarsi al procedimento penale?