da Claudio Trezzani
Da una lettura più attenta di quanto rispostomi da Pier Franco Schiavone ricavo che Egli ha avuto la stessa mia primigenia poca cura nel leggere il post originale. Primo fraintendimento: dell’attuale ordinamento sottolineavo non l’obbligo di dire, ma il venuto meno obbligo di dire il vero, se si sceglie di dire. Secondo fraintendimento: quando mai ho definito “assurde” le asserzioni di Peter Freeman? Trattavasi semplicemente di divergenze d’opinioni.
da Massimo Puleo
L’intervista impolverata – nel senso che risale a due anni fa – di Csf a Di Pietro mi ha fatto venire in mente che il personaggio per cui forse voterò ha percorso la stessa parabola del magistrato di Montenero. Mi riferisco a Mariotto Segni che, con Scognamiglio, dice di voler creare il vero punto di riferimento dei liberali italiani. Un progetto abbastanza disperato, una causa persa: sarà per questo che mi attira così tanto? Per favore dissuadetemi.
Da Michele Lo Chirco
Carissimi colleghi blogghisti, io rimango della mia idea: perché SB, poco temerario di natura, dà l’avallo a un blitz che si può concludere nel sangue, e che invece va felicemente? Due risposte: 1) è disposto a tutto pur di guadagnare il 2,3% di voti in più; 2) sa con assoluta certezza che gli ostaggi non sono molto ben protetti. Casualmente questa ipotesi si realizza pochi giorni prima delle elezioni. Ieri sera, su SKY, mi è parso di aver sentito Vauro dire che forse gli ostaggi erano stati già liberati 3 giorni prima, e poi tenuti ancora prigionieri dai servizi segreti. Che Dio perdoni lui, e non la cara Donatella!
da Gianni Guasto
Caro Lo Chirco, ha proprio ragione: noi comunisti dietrologi siamo degli invidiosi. L’ho capito stasera, ascoltando il nostro Premier, che, tutto emozionato, ci raccontava delle ultime febbrili ore, di quando hanno individuato il covo, di quando hanno visto che era poco difeso, di quando a Lui, poverino, è toccato dare il via …. Riconosciamolo, suvvia: la nostra è soltanto invidia.
da Valerio Manuguerra
Pensando a tutta questa vicenda (la guerra, la crisi con l’ONU, la rottura dell’UE, il dopo guerra, le torture, la presenza di guardie del corpo, i sequestri, le uccisioni, la trattativa, la liberazione) a me sembra che Silvio (e anche gli altri compari) si stiano comportando come quei ragazzacci che dopo aver rotto un vetro con una pallonata, invece di smettere di giocare rimanendo in silenzio in attesa del giusto rimprovero, pretendono l’applauso se riescono a restituire i cocci ai propietari. No, il vetro non lo dovevano rompere.
da Gianluca Freda
Gentile Barracco, il problema del termine “fascista” è che, di primo acchito, non evoca opere di bonifica, né a me, né, credo, al legislatore costituente. Non più, almeno, di quanto il termine “pedofilo” evochi l’offerta di caramelle. Ecco perchè, col dovuto rispetto per le positive marginalità incidentali di ogni azione o ideologia, la libertà di espressione trova, in qualsiasi ordinamento, il suo preciso limite nei reati di istigazione e apologia di diverse fattispecie. Con buona pace dei pochi o tanti individui in buona fede che del fascismo vedono solo le riforme agricole e della pedofilia temono soprattutto l’incidenza sulla carie.
da Cesare Bardaro, http://bardarossanews.splinder.it
Nel giorno in cui è morto, a 91 anni, il grande Fosco Maraini, vorrei ricordarlo con una delle sue splendide poesie metasemantiche: “Un giorno ad urlapicchio” (LA GNOSI DELLE FANFOLE, Baldini e Castoldi)
Il giorno ad urlapicchio Ci son dei giorni smègi e lombidiosicol cielo dagro e un fònzero gongrutoci son meriggi gnàlidi e budriosiche plògidan sul mondo infrangelluto,ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchiun giorno tutto gnacchi e timparlini,le nuvole buzzìllano, i bernecchiludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;è un giorno per le vànvere, un festicchioun giorno carmidioso e prodigiero,è il giorno a cantilegi, ad urlapicchioin cui m’hai detto “t’amo per davvero”.
Il giorno ad urlapicchio
Ci son dei giorni smègi e lombidiosicol cielo dagro e un fònzero gongrutoci son meriggi gnàlidi e budriosiche plògidan sul mondo infrangelluto,ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchiun giorno tutto gnacchi e timparlini,le nuvole buzzìllano, i bernecchiludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;è un giorno per le vànvere, un festicchioun giorno carmidioso e prodigiero,è il giorno a cantilegi, ad urlapicchioin cui m’hai detto “t’amo per davvero”.
da Gigi Forzese
Approvata all’unanimita’ la risoluzione Onu per il trasferimento dei poteri in Iraq. La sinistra si consegna e chiede il patteggiamento con rito abbreviato. Il ministro Pisanu ritira le urne e chiude definitivamente i seggi.
da Giorgio Trono
La ggente de sinistra è tutta impegnata a far dietrologia sulla liberazione degli ostaggi. Qualcuno l’avverta dell’approvazione di una nuova risoluzione Onu e di relativa colossale figuraccia per Prodi e company. Ecco cosa comporta farsi dettare la politica estera da Bertinotti e ciecopacifisti vari.
da Lorenzo Barracco
Mi rivolgo ad Alessandro Ceratti. La signora Rigo, con quella sua frase (“in Italia è dirsi fascisti che non si può”) inequivocabile, ha lasciato intendere che in Italia siano reati le opinioni. Purtroppo per la signora – e per molti altri – la libertà d’opinione è garantita dalla plurisventolata Costituzione. La flessibilità (elasticità?) non c’entra: si è preferito un “dirsi” ad “apologia” o “ricostituzione del partito”; la citazione del comunismo è una conferma: io posso dirmi comunista, non posso inneggiare ai milioni di morti che sta provocando.