da Luigi Castaldi
Caro CSF, paiono piene di buonsenso le rampogne del presidente Ciampi agli abitanti di Montecorvino Rovella: la protesta di un paesino non può paralizzare il Paese. Più in generale: vi sono esigenze della collettività che sono prioritarie rispetto agli interessi di campanile. Chiedo a lei e ai suoi brillanti corrispondenti: perché tanta saggezza andò silente nel caso di Scanzano Ionico? In quel caso, solide garanzie vennero offerte agli indigeni riguardo al sito di stoccaggio di scorie radioattive, più solide di quanto un istituto tecnico possa garantire per un inceneritore; pure, vinsero le ragioni di chi vedeva in quella soluzione un qualche avvilimento dell’immagine del paesino e dell’onore della pro loco. Ciampi tacque, e Scanzano vinse. Per quale misteriosa legge del più fesso, ci si aspetta che Montecorvino Rovella tema ora il marchio infame di egoista o la sciabola di Bava Beccaris?
da Roberto Mauro, Pioltello (Mi)
Curioso accostamento quello di Formigoni, oggi sul Corriere:”Dobbiamo essere molto più vicini alla gente” […] la politica è sporcarsi le mani nel fango”!
da Alessandro Ceratti
Vedete che la logica vuole la sua parte? Dopo aver letto l’interessante articolo segnalato da Beretta (che ringrazio vivamente) capisco che sì, effettivamente Freda non si sbagliava quando sosteneva che l’Italia era l’unico paese nel quale era possibile la condanna definitiva in contumacia, ma questo perché negli altri paesi l’imputato è obbligato coercitivamente a partecipare al processo. Però ancora una volta, lasciatemi dire, l’Italia è il paese più garantista. Altrove l’accusato non può essere processato in sua assenza, ma può essere attivamente ricercato e arrestato. Quando poi il processo è celebrato, in caso di condanna, essendo l’imputato già nelle mani dello stato la sentenza viene immediatamente eseguita. In Italia l’imputato ha l’opzione di non dovere neppure rischiare la prigione. Fa celebrare il processo. Se gli va bene ed è assolto se ne torna tranquillamente in Italia, se invece è condannato se ne resta libero all’estero, dove peraltro, a causa della non omogeneità degli ordinamenti giuridici, non viene concessa l’estradizione. Secondo me all’estero sono più severi, però anche ragionevoli. Sarei anch’io per adottare anche in Italia quella procedura.
da Francesco Caputi, Bari
Solo per segnalare che l’articolo opportunamente citato da Beretta dà torto su tutta la linea alla tesi di Freda. Il nostro sistema è ipergarantista nella fase del processo al contumace (nomina avvocato del libero foro o d’ufficio, regime delle notifiche e delle prove, ecc.); altri sistemi, come quello francese, lo sono assai meno (niente avvocato, nemmeno d’ufficio, niente indagini sulle prove, niente giuria popolare, ecc.). Dunque in Francia la condanna del contumace è facile facile, ragione per la quale v’è la revisione automatica del processo se il condannato si presenti alla Corte (revisione che esiste anche da noi – pur se non automatica – se il latitante, condannato in via definitiva, porti uno straccio di prova dell’esistenza di una circostanza determinante non considerata dalla sentenza). La correttezza del nostro giudizio contumaciale è certificata ora anche dal Regno di Spagna, che, finalmente, in un recente trattato bilaterale in corso di ratifica, ha riconosciuto l’errore interpretativo posto a base dei suoi dinieghi di estradizione dei condannati italiani in contumacia (v. articolo allegato da Freda).
da Gianluca Freda
Caro Ceratti, mi arrendo senza condizioni. Dimostrare l’evidenza non è il mio forte e per di più mi provoca il mal di fegato. La pianto qui e attendo la sentenza francese su Battisti, prevista per dopodomani. Inutile dire che, verificato il livello di conoscenza dell’opinione pubblica italiana riguardo il suo caso, faccio un tifo sfegatato per lui. Su Surace, provi a chiedere a csf, che è stato, tra le altre cose, direttore di ABC e dovrebbe averne sentito parlare. Oppure provi a dare un’occhiata alla pagina http://www.repubblica.it/online/cronaca/surace/surace/surace.html e proverà un senso proustiano di déjà vu.
“I sondaggi: scienza moderna per capire come va il mondo senza dover faticare troppo. Per capire che cosa sta succedendo, e adeguarsi. Per capire che cosa succederà, e prevenire. Una specie di magia. Si chiede un’opinione soltanto a mille persone ma è come se la si fosse chiesta a tutti gli italiani. Renato Mannheimer è uno dei santoni di questa nuova religione che ogni giorno ci dice chi siamo, che cosa facciamo, dove andiamo. Sembra un mago del futuro e invece ha un passato piuttosto particolare. Da giovane era un contestatore, un rivoluzionario, un maoista che militava nel gruppo meno modernista che esistesse tra i sessantottini, Servire il Popolo, una specie di piccola chiesa, guidata da quell’Aldo Brandirali che si era messo perfino in testa di celebrare i «matrimoni del popolo». Per Mannheimer un lungo tragitto, da una specie di medioevo politico all’analisi del presente, alle previsioni del futuro.”
L’intervista del 2001 sul sito. (csf)
da Paolo Beretta
Sembra proprio che Freda abbia ragione. Un breve excursus dei sistemi giudiziari di altri paesi e’ leggibile qui: http://www.diritto.it/articoli/proc_penale/cerini.html.
da Mirco Pirini
…Ho ancora nelle scarpe il brecciolino dello sferisterio! Si insinua, si intrude, sfugge ad ogni tentativo di eliminazione e provoca un doloroso ricordo delle serate di Santarcangelo.
da Paola Bensi
Caro Claudio, è una mia impressione o il PresDelCons non è andato a votare per il ballottaggio? Non è un fatto senza precedenti?
da Pier Franco Schiavone, Milano
Propongo la fondazione del club: “Quelli che sono stufi del mito dell’intelligenza di D’Alema”.