da Vittorio Grondona
Ad Ay (Marne) molti anni fa mi capitò una fortuna simile con lo champagne. Il perché mi piacesse non lo saprò mai. I francesi “ciucciavano” come me e non perdevano tempo con le spiegazioni. E’ stata un’esperienza unica, degna della massima invidia. Caro Claudio, come ti capisco!
da Claudio Trezzani
Sabelli beveva, beveva. Istigato da quasi omologo cognomico (Sabellico) ce ne fa epistolarmente partecipi in una missiva di posta elettronica che fortemente sospetto essere stata redatta sotto l’influsso delle bollicine. Perchè il tono è enfatico e auto-compiaciuto. E lo è nei confronti di eno-produttore locato in una regione un tempo anelito di mire irredentiste. Ora che la zona è definitivamente annessa all’Italia, sospetto che il Ferrari delle bollicine abbia inebriato il Nostro perseguendo un più ampio disegno: stordire la mejo italica gioventù (…si fa per non dire) per ventilare supposta inadeguatezza al cospetto di individui austroungaricamente dediti al derivato dal luppolo (gonfia, la birra, ma imbarazza meno la penna). E se volete, la prossima volta vi dico cosa e quanto bevo proletariamente io.
da Primo Casalini, Monza
L’osservazione maliziosa del signor Goldoni ha una sua verità: gli uomini politici di cui parla sono cresciuti a pane ed opposizione, compreso Prodi, che ha esordito come consigliere comunale a Reggio Emilia. I cinque anni di Guazzaloca hanno consentito ai DS di far crescere dei cavalli nuovi meno arroganti ed abitudinari. Adesso che si è vinto… occorrerà preoccuparsi per tempo che fra cinquant’anni non ci sia un altro Guazzaloca… non è mai troppo presto. Al di là delle appartenenze, va ammirata la campagna elettorale di Cofferati, che è tutt’altro che un “pesce marziano”, è un “signor no”, nel senso che sa dire di no a Bruno Vespa, e non da oggi. Ed ha detto no anche ad un collegio sicuro a Pisa, alla presidenza dei DS etc. Era tutt’altro che scontato che a Bologna si vincesse e qualcuno credeva di fregarlo: lui ha detto di sì spiazzando tutti, comprese le suocere, tutte in gramaglie. Per D’Alema, caro Ceratti, perché non lodarlo quando -finalmente! – ne fa una giusta?
da Ezio Avaldi
Vergognati, incorreggibile sibarita che non sei altro! Non è che, alla prossima occasione culturale, te la farai con un paio di schiavotte arrotondate come Dio comanda e ce lo verrai poi a raccontare?
da Vincenzo Rocchino, Genova
Certo che Cofferati vincitore a Bologna, vi é andato veramente di traverso; Guazzaloca, vinse a Bologna, perchè ai vecchi della sinistra non era gradita la candidata imposta dal partito, e lo votarono per dispetto. Fortunatamente non è sempre domenica, e seppure il 13 scorso fosse proprio domenica…, non era domenica per Guazzaloca!
«Attenzione: se lo incontrate per strada non raccontategli nulla di riservato. Franco Bechis, 42 anni, è uno di quei giornalisti per i quali la notizia è un mito e non c’è regola morale. Spesso ha un registratore in tasca e un microfono nascosto sotto la manica della giacca. Nel suo ufficio di direttore di Tempo, mi mostra tutti i marchingegni elettronici, suoi complici in decine di scoop. Ne parla come un latin lover delle sue conquiste femminili. “Quando ero capo della redazione romana di Milano Finanza”, ricorda, “lo studio personale di Andreotti, primo ministro, era al piano di sotto. Il portiere mi avvisava se arrivavano personaggi importanti e io correvo ad aspettarli in ascensore. Avevo sempre dei registratori nascosti addosso. Praticamente vivevo in ascensore”.»Tutta l’intervista sul sito. (csf)
da Giorgio Goldoni
Boselli, Casini, Fini, Follini, Prodi ecc.:Bologna è in grado di sfornare uomini politici di rilievo, con l’unica eccezione dello sterile bacino (ex)comunista, che è costretto a pescare pesci marziani da eleggere a sindaco. Guazzaloca aveva fatto di Bologna un posto troppo provinciale, efficentista? I bolognesi di memoria corta daranno il benvenuto a nuovi centri sociali, a nuovi immigrati , e nei parchi e giardini tornanno a fiorire siringhe e spocizia.
da Feliciano Bechelli
Sulla metafora calcistica concordo con csf e aggiungo che il gol del 4-3 lo abbiamo realizzato su autorete (il che ci deve far riflettere ancor di più). Non so se chi è passato dal 2,2 al 3,3 ha realizzato un piccolo gol. So soltanto che l’attuale sistema elettorale per le politiche prevede uno sbarramento al 4%: né il PdCI, né i Verdi (tanto entusiasti del loro risultato), né Di Pietro, né l’Udeur sembrano in grado di avvicinarvisi. Delle tre, l’una: o si cambia sistema elettorale, o questi partitini tornano con i piedi per terra e riflettono su questo non trascurabile aspetto modificando le proprie strategie, oppure si fa come nel 1996 e nel 2001: grazie allo scorporo si regalano seggi al centrodestra.
Caro CSF, è possibile che abbiamo già dimenticato il “day after” delle politiche del 2001? Ma perchè vogliamo complicarci la vita inventandoci una sconfitta della sinistra che non c’è stata? Se prendere il 31% significa perdere, cosa vuol dire per il Berlusca andare sotto del 21,5% in Sicilia? Credo che a rovinarci la festa siano state le “sciagurate” previsioni di un possibile 33% di Massimo D’Alema. Meglio sarebbe lavorare sodo, adesso, senza dispensare “previsioni” a capocchia; e per favore, cerchiamo di non inventarci un nuovo tormentone sulla leadership di Prodi.
Anche lei signor Arienti, come il Cavaliere, vorrebbe che il suo partito del cuore disponesse del 51% dei voti. Io mi auguro invece che ciò non accada mai nel nostro paese. Già mi dà fastidio votare obbligatoriamente un sindaco la cui scelta è stata imposta da altri come sta succedendo ora nelle nostre cosiddette libere elezioni… Per me sarebbe addirittura insopportabile essere ridotto a pecora, buona solo da tosare da una maggioranza assoluta. Io sono per un programma sociale ben definito, creato col contributo di ideologie diverse che nel redigerlo abbiano tenuto conto delle varie esigenze di tutto il popolo. Tipo costituzione per intenderci. E’ il modo per realizzarlo e la scelta delle priorità che mi indirizza nella scelta di un partito o di un altro. L’Italia degli interessi di maggioranza non fa per me. Non sempre la maggioranza assoluta ci cala le tasse, spesso ci fa calare invece le brache e ci manda nudi per il nostro destino!