da Peter Freeman
Caro Csf, leggo molti interventi inviperiti contro Bertinotti. Il leit motiv e’ che Fausto “ricatta” e che nel 1998 ha fatto cadere il governo Prodi. Mettiamola cosi’: nel 1998 il governo sarebbe comunque caduto di li’ a poco sulla guerra nel Kossovo e Bertinotti, un po’ da fesso, lo fece invece cadere su una finanziaria leggera leggera. Quanto al “ricatto” non so che cosa significhi: un signore ha il 6 per cento dei voti e li fa valere, il che e’ normale in politica. Allora i casi sono due: o si vuole fare a meno di Bertinotti e, con il 31 per cento dei voti, ci si acconcia ad un accordino, improbabile assai, con l’Udc piu’ qualcosa’altro per arrivare alla maggioranza, oppure ci si siede ad un tavolo con Bertinotti e si cerca un accordo. Il resto e’ chiacchiera. Oddio, una terza ipotesi ci sarebbe: si cambia la legge elettorale e si torna al proporzionale, con o senza soglia di sbarramento (che Rifondazione supererebbe comunque). Si torna, insomma, alla vituperata prima repubblica. Per me va bene, ma la Dc non c’e’ piu’.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Prendo spunto da Rocchino, innanzitutto per ricordargli che D’Alema, che di professione fa l’intelligente, previde il 38%. Sono favorevole alla laedership di Prodi, tuttavia le amministrative evidenziano competenze, in campo politico, che a livello nazionale ci sogniamo. Secondo me il divario nazionale/locale, in termini di voti, si spiega proprio nella maggiore qualità degli uomini e delle donne che fanno politica per il loro territorio. Nessuno ha raccolto il mio invito a discutere su questo tema che a me invece intriga e lo rilancio. La domanda è: se è vero che abbiamo nel centro-sinistra, a livello locale, persone capaci d’intendersi sui progetti, come fare per trasportare almeno parte di queste capacità nella politica nazionale?
“Satira preventiva” di Michele Serra (inviato da Paola Bensi)
Dopo le Europee, la sinistra italiana si ritrova più o meno al solito 45 per cento, dato invariato dai tempi di Giuseppe Mazzini. Il vero talento consiste nel ripartire sempre gli stessi voti tra liste ogni volta differenti. È come spostare i vecchi mobili di casa una volta all’anno, per avere una inebriante sensazione di novità pur vivendo da sempre nello stesso trilocale ereditato da nonno. Anche questa volta gli arredatori di Casa Sinistra si sono superati. Nella scheda elettorale i simboli dell’opposizione formavano un pittoresco motivo a pois, molto ornamentale. Alcuni elettori si sono attardati nel seggio per giocare a ‘che cosa apparirà?’ unendo i puntini con la matita copiativa (ad alcuni solutori è apparsa una carriola senza ruota, ad altri ancora una veduta di Weimar). Diversi elettori anziani hanno chiesto al presidente di seggio se, essendo riusciti a leggere correttamente tutti i simboli, potevano rinnovare la patente. Anche se non serve a niente, perché a sinistra tutto è provvisorio, proviamo a ripassare i principali simboli. (SEGUE)
da Vittorio Grondona
Chi ha vissuto la vecchia Bologna ora purtroppo non la riconosce più. Il bolognese è per natura schietto, cordiale, allegro, fondamentalmente onesto, disciplinato, amante della bella vita godereccia. Insomma “di poche pugnette” come volgarmente si dice a Bologna (chiedo scusa per la citazione popolare). Oggi oltre il 54% dei residenti non è di origine bolognese. Le recenti poco attente amministrazioni hanno portato la città allo sbando e cambiato perfino il carattere della gente. (…) Sergio Cofferati per il Comune e Beatrice Draghetti per la Provincia, sostenuti praticamente da tutta la sinistra bolognese, rappresentano una speranza di ritorno ai bei tempi. Almeno così spera il bolognese!
da Alberto Arienti
1) E’ cocciuto. Rifiuta ogni compromesso scambiandolo per resa ideologica. 2) E’ un borghese che si atteggia a comunista. Errore dei due mondi. 3) E’ un combattente generoso che preferisce la bella sconfitta alla brutta vittoria. Come sindacalista non ha mai vinto una vertenza. 4) Non capisce il “il linguaggio della gente”. 5) Fa coincidere la sua linea politica con il confine che separa una politica di sinistra da una di destra. 6) Ha fatto cadere il governo Prodi ed ha preparato le condizioni per la vittoria di Berlusconi. 7) E’ paziente ed educato. Così paziente che continuerà a rifiutare ogni responsabilità di governo fino a quando “non ci saranno le condizioni”. 8) Preferisce la visione di una piazza che si può godere da una poltrona. 9) Sa essere se stesso, purtoppo. 10) Ha salvato Berlusconi mandandolo al governo quando era quasi pronto a mollare la politica.11) Non gli farei mai fare l’amministratore del mio condominio.
da Claudio Urbani
Nulla fa più male ad un narcisista del perdere consensi. Berlusconi, più dei suoi, ha accusato il colpo delle amministrative e, senza esitare o condizioni, promette tutto il federalismo che può alla Lega, un partito regionale e al 5%, pur di avere un pienio appoggio nei prossimo ballottaggi. Per l’ennesima volta se ne frega degli altri alleati, e questi sono affari loro, ma le conseguenze dei voleri della Lega, che cadranno su tutti gli italiani? L’attaccamento alle poltrone, che tanto scandalizzava il berlusca nella passata legislatura, è una tal ossessione che è disposto a sacrificare tutto, Italia e italiani compresi.
da Ezio Avaldi
Sia più prudente, Goldoni: vuol tirarsi addosso la scomunica? Uno ha scritto che nego l’evidenza dei fatti; un altro addirittura mi “esorta” ad astenermi (dall’esprimere un giudizio!). Il fatto che di Guazzaloca abbia tessuto le lodi- per esempio- Lucio Dalla, notoriamente destrorso e fervente berlusconiano, costituisce un aspetto del tutto marginale.
da Rocco Ciolfi, Arce
Io me lo ricordo quando, all’indomani della trombatura del governo Prodi, Faustino, intervistato da Maurizio Costanzo su un autobus che girava per le vie di Roma, (roba da pelle d’oca) disse: “Tolgo l’appoggio esterno al governo Prodi perché in politica a volte bisogna saper fare un passo indietro oggi per farne due in avanti domani”. Una domanda vorrei fare agli amici rifondaroli; dopo le due ampie falcate di Faustino, a parte qualche punto di share in più, voi state meglio o state peggio di prima?
da Matteo Tassinari
Massù Giorgio Goldoni, non sia così vernustano. La Guazzalotizzazione ha prodotto i suoi frutti (marci) ed è sotto gli occhi di tutti il disastro della Cdl nel capoluogo felsineo. Ora dice che si Cofferatizzerà e con esso spunteranno siringhe. Ma queste sirignhe come sono: usate? No, perchè se fossero nuove bisognerbbe chiedersi se il nuovo sindaco possiede una farmacia per evitare eventuali ed imbarazzanti conflitti d’interesse. Poi fa cenno alla sporcizia futura che invaderà Bologna, sempre per effetto della Cofferatizzazione. E le zecche? Dove le mette gli asili pieni di calabroni e pidocchi saltellanti da un bambino all’altro? Però confesso che più di tutti mi fanno paura i marziani, tanto non dico nulla di nuovo se ricordo che l’ex leader Cgil è un marxista, quindi proveniente da Marte. Nevvero?!
dall’avv. Lina Arena
Vorrei spiegare al sig. Trombetti che il sito non è mio e di conseguenza non tutti gli interventi vengono alla luce.Per quanto riguarda il successo catanese di un imprecisato Totò, rendo noto che sono ben felice dell’esito delle elezioni (…)
Suvvia avvocato, Totò in Sicilia e in politica è sicuramente “vasa-vasa” Cuffaro.