da Luca Di Ciaccio
Oggi il blog raggiunge il mezzo milione di visite e ieri il papopo è stato tumulato in diretta
i tempi stanno cambiando…
da Vittorio Grondona
La verità è che Bertinotti è invidiato sia a destra che a sinistra. Sono rari i politici che riescono a spiegare il perché la pensano in un certo modo. Lui è uno di questi. Su ogni cosa intavola un ragionamento. Si può essere d’accordo oppure no, ma inevitabilmente le sue riflessioni inducono a pensare. Non racconta favole, non fa promesse pinocchiesche come il Cavaliere, cerca di far capire perché, secondo lui, due più fa quattro. Chi ama ragionare lo segue volentieri in radio e in TV, anche se al limite non condivide nulla di quello che dice. Insomma fa audience di qualità.
da Alberto Oldrini
Ieri 18 giugno 2004 alle 18 circa è stato seppellito, in diretta nazionale, il PA.PO.PO.E adesso? Che futuro ci attende?
Il Pa.Po.Po si è spalmato sulla nazione ed è rinato in ognuno di noi. Perché il popolo non può aspettare e la vittoria è vicina. Parola di ex subsegretario. (csf)
da Giorgio Trono
Grazie allo spot De Longhi lungo un minuto e trasmesso subito dopo l’inno italiano, ho deciso che non comprerò nemmeno uno spremiagrumi De Longhi. E già che ci siamo qualcuno mi dica chi è quel cane di regista Rai che durante l’inno inquadra un paio di femmine italiche(?) in primissimo piano, una decina di volte la coppia ilary-sputacchione, per venti secondi le cosiddette autorità e solo per puro caso qualche nostro giocatore.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Ricordo a Schiavone che il governo Prodi era considerato uno dei migliori. L’ inviata del Nouvelle Observateur (Marcelle Padovani), lo definì come uno dei governi meglio attrezzati per capacità e competenza. La politica nazionale, sempre più spesso fa ricorso a tecnici. Questo dipende probabilmente dal fatto che i partiti non sono più quello che una volta poteva definirli scuola di preparazione politica (il PCI la chiamava classe dirigente). Quella funzione l’hanno perduta da tempo. Oggi succede che personaggi, anche dal passato non sempre trasparente, mossi più da interessi personali che da vocazione politica, si propongano, talvolta purtroppo con successo, come salvatori del popolo. A livello locale invece, é assai più facile trovare persone capaci che si sentono legati al loro territorio. La mia risposta al tema che pone Schiavone é implicita in quanto già detto: i partiti politici dovrebbero tornare ad essere quello erano una volta… Improbabile.
Evviva signor Arienti, a forza di spiegarci siamo arrivati alla conclusione che io e lei la pensiamo allo stesso modo sulle strategie politiche da adottare, indipendentemente dalle personali simpatie di parte. Mi sembra un ottimo risultato. Pensi che sono perfino d’accordo con il signor Giorgio Trono, limitatamente però al giudizio sulla Gazzetta dello Sport!
da Serafino Brighenti
Caro CSF, consentimi per una volta di parlare di un tema inconsueto per il tuo blog: il profumo dei tigli. La mia condizione di novello pensionato mi permette finalmente di lasciare l’auto nel box e di scorrazzare in lungo e in largo in bicicletta, sfidando le buche di cui sono costellate le pessime strade di Sesto San Giovanni. E a quasi 60 anni mi sono accorto per la prima volta di come l’intenso, gradevolissimo profumo dei tigli (prima non mi ero reso conto di quanti ce ne siano, ovunque) riesca per alcune settimane a sovrastare la puzza dello smog. In quei brevi inebrianti momenti mi rendo conto che la natura ha ancora qualcosa da dire anche a noi nipoti e bisnipoti della rivoluzione industriale, e riesco anche a scordarmi delle polemiche tra Ulivo e Casa delle libertà.
da Gianluca Freda
Rocco Ciolfi chiede se noi rifondaroli stiamo meglio o peggio dopo il gran rifiuto di Bertinotti del 1998. A livello privato direi molto peggio, ma occorrerà un corso intensivo di contorsionismo logico per attribuire la colpa di ciò a Bertinotti, il quale ha sempre chiesto e continua a chiedere riforme che gioverebbero a noi e alla società tutta. A livello politico direi che stiamo incommensurabilmente meglio. E’ grazie a Bertinotti, e non certo a Prodi o D’Alema, che la sinistra come idea della politica ha conservato un significato e si è rafforzata nei partiti e, ciò che più conta, nella società. I Berlusconi passano. Gettare alle ortiche la propria identità politica per corrergli dietro non si è rivelata una buona strategia.
da Claudio Urbani
Sul sito odierno di Repubblica e su www.rst.ch è possibile visionare una interessante produzione dalla televisione pubblica norvegese: una biografia sulla Silvio Berlusconi. In Italia nessuna televisione pubblica o privata l’ha voluta proporla. Passi per le pubbliche, ma le private? Vedendola ognuno potrà farsi la propria opinione e soprattutto domandarsi questo strano rifiuto a proporla.
Domani 19 giugno doppieremo il mezzo milione di visite del nostro piccolo blog. Il tutto nei quasi tre anni di vita. Sono soddisfazioni (csf)