da Massimo Bocchia
Lo ammetto: seguo “Ballarò” fin dalla prima puntata e non mi sono mai piaciuti molto i corsivi di Freeman (anche se ultimamente un po’ di più). A suo tempo, scrissi qualcosa in merito altrove, criticando principalmente chi in studio “criticava” senza alcuna misura quei corsivi. Comunque, quello che leggo ora su csf mi trova completamente d’accordo e lo sottoscrivo. Scrive Freeman: “Io di solito quando non capisco una cosa chiedo lumi”. Ha pienamente ragione, ma il problema temo sia che a molti non interessi affatto capire, anzi.
da Rocco Ciolfi, Arce
L’onorevole Pecorella Gaetano, presidente della II Commissione Parlamentare (Giustizia) nonché principe del foro, intervistato da csf ci ha spiegato che, per non correre il rischio di perdere una causa, lui potrebbe corrompere un giudice senza informare il suo cliente (sai com’è, potrebbe essere pericoloso). Naturalmente la spesa sarebbe coperta da una parte della parcella che lui si premurerà di gonfiare a dovere (dopo che hai vinto la causa mica fai il taccagno, miliardo più miliardo meno, i soldi li scuci). Più avanti mosso da una pietas che non gli si conosceva, riguardo ai suoi assistiti ci dice (cito testualmente): “I potenti hanno bisogno di molta solidarietà. Sono i più fragili davanti al giudice”.Beh, io non so cosa ispiri Gaetanino quando ci regala queste perle, ma se possibile ne vorrei assaggiare un po’.
da Mirko Morini (http://butirrometro.splinder.it)
Ha ragione Ceratti, insinuazioni del genere si possono fare solo sul conto di Berlusconi. Tipo mafia-Berlusconi, 61 eletti su 61.
da Pino Granata
Freeman non dice tutto a proposito delle dichiarazioni fatte da Berlusconi durante le trattative per il rilascio degli ostaggi. Se dire siamo i migliori amici dell’America è grave in questo frangente, che dire del rendere noto che le truppe italiane in Iraq rimarranno anche dopo giugno? Io trovo poi molto gravi e ciniche queste dichiarazioni di ottimismo quando la trattativa è ancora in alto mare. Proviamo a pensare ai familiari degli ostaggi in mezzo a tutta questa ridda di voci ottimiste e pessimiste insieme. Che angoscia! Non sarebbe meglio parlare a liberazione avvenuta?
da Pier Franco Schiavone, Milano
Credo di aver colto il senso del gesto del leader Spagnolo. La W. di “George W. Bush”, significa Walker, cioè “il camminatore”. Zapatero (calzolaio) si è limitato, generosamente, a fare le scarpe a George. E a George è andata bene. “Bush” significa cespuglio, pensate se Rodriguez Zapatero si fosse chiamato “Rodriguez Jardinero”.
da Peter Freeman
Caro Csf. in una bella intervista apparsa oggi su “Repubblica” (pag. 3) l’ulema sunnita Abdul Salam al Kubeissi, che e’ quel distinto signore che sta trattando per il rilascio dei nostri bodyguards in trasferta, sostiene incautamente che “una parola di troppo puo’ fare piu’ danni di un colpo di fucile”. Invitato a chiarire il concetto, l’ulema spiega che le parole di troppo sono quelle di Berlusconi e cita, ad esempio, la frase “siamo i migliori amici dell’America”. Insomma, secondo l’ulema il nostro presidente del consiglio si allarga un po’ troppo e con scarsa accortezza. E’ un bauscia, direbbero a Milano. Bene, io non ci sto. E non capisco per quale motivo ‘sti beduini guardino cosi’ tanto la televisione e non abbiano ancora compreso il significato di termini quali “marketing elettorale”, “strategia di comunicazione”, “job on demand”, “par condicio”, “un attimino”, “Silvio sei un mito” et similia. Che si dessero una mossa. E si sprovincializzassero un po’. Mica siamo a Falluja, qui.
da Feliciano Bechelli
Mi scuso per l’ennesimo post, ma credo che sia giusto riflettere su quanto accaduto stamani alla Camera: i garantisti, gli ipergarantisti della destra, capitanati dalla Lega del garantista ministro Castelli, hanno approvato un emendamento che prevede questo: affinché si configuri il reato di tortura è necessario che la violenza o la minaccia sia reiterata. Tanto per intenderci: quanto successo alla Bolzaneto sarebbe cosa normale.
da Franco Barone, Milano
Ringraziando dell’attenzione, provo a rispondere. Claudio Urbani: Non voglio decidere io chi deve stare in TV, nè tantomeno sopprimere Ballarò; voglio abolire il canone e il servizio pubblico, come dice giustamentel’Avv. Lina Arena. D’accordo con lei che la miglior censura è il telecomando. Inoltre io non sono di destra: non solo, ma non ho mai votato neanche per un democristiano (Prodi compreso). Infine non sono neanche trito e tantomeno ritrito (almeno credo). Feliciano Bechelli: Ballarò fa del teppismo perchè, tra le altre cose, fa un giornalismo a tesi: tutti i servizi tesi a dimostrare che le idiozie di Castelli, la lotta di Israele contro il terrorismo, la politica di Bush sono tutte facce del farwest capitalistico e del maledetto liberismo selvaggio imperante. Lei ha ragione: anche Vespa è un teppista e infatti neanche per lui voglio pagare il canone. Cesare Bardaro: D’accordo su Vespa, come vede è meglio che il canone sia abolito del tutto. CSF: Se è lunga, tagliala: mi fido ciecamente.
da Claudio Trezzani (http://ilquinto.blog.tiscali.it)
George Bush, in conferenza stampa, ha elogiato il nostro premier per aver tirato diritto. E Pietro Lunardi ha confessato di ispirarsi ad Adriano e Traiano, quando si tratti di grandi opere pubbliche. Ecco, appunto: noi tireremo diritto; l’impero romano è risorto.
Caro Csf, l’amico Barone dice che non ha capito il corsivo e che per questo lo considera un atto di teppismo informativo scientifico. Io di solito quando non capisco una cosa chiedo lumi. Ad esempio, se mi sfugge il senso di un passaggio del “De consolatione philosophiae” di Boezio cerco di saperne di piu’ , guardandomi bene dal definire l’autore (o l’opera) “teppismo filosofico scientifico”. Ma questo e’ un punto di vista molto personale. Nel merito, il corsivo dava notizie: chi sta facendo cosa in Iraq, nel senso di quali aziende e in quale settore. A me, ad esempio, incuriosisce sapere che una societa’ americana sta riscrivendo i sussidiari di scuola, deislamizzandoli. E’ un po’ come se una societa’ saudita riscrivesse i nostri sussidiari togliendovi gli accenni al cristianesimo, e parlo di un Paese in cui guai se si tocca il crocifisso a scuola. Ma anche questo e’ un punto di vista personale. Quanto al conto della spesa, quello in Iraq lo stanno pagando in primo luogo gli iracheni. Con gli interessi. Quanto al mio, di conto, evitiamo i confronti con altri. La mia busta paga mensile e’ di 2.006 Euro. Al netto.