da Mirco Pirini
Riferisce il fratello di uno dei militari morti a Nassirya che i militari italiani in missione di guerra sono sottoposti al codice militare di guerra. L’ho sentito personalmente durante un programma TV che purtroppo non ricordo, ma che trova conferma indiretta in questa notizia: http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=1689&Itemid=2Visti anche gli ultimi avvenimenti sarebbe più coerente se il governo (perché il parlamento non ha ormai nessun potere) ritirasse la missione di pace e inviasse una vera missione di guerra.
di Filippo Facci
Signor direttore, questo Paese è sopravvissuto senza conoscere la mia opinione sul caso Sofri e ritengo che possa seguitare a farlo senza traumi culturali. Neppure penso, voglio premettere, che un corsivista debba correre a dissociarsi ogni volta che la linea editoriale del suo giornale non corrisponda alla sua: preferisco tuttavia cercare dei fischi sul Giornale, anche pesanti, piuttosto che ottenere dei facili applausi da qualche altra parte. Resta che per quanto riguarda la linea del Giornale sul caso Sofri – che secondo me non è neppure una vera linea, ma è giusto il rifiuto di averne una – mi preme dissociarmeme e basta. Mi dissocio dai titoli, dai sommari, dalle didascalie, dal tono complessivo e stra-prevalente con cui viene trattata la questione: e non mi si citino eccezioni inconferenti, non giochiamo. Mi dissocio da editoriali come quelli di Mario Giordano – che sull’argomento è stato spesso incaricato dell’apertura del Giornale – che ho trovato insufficienti e bambineschi; ho una certa nausea, inoltre, di tutti quei corsivisti che per una riga premettono d’esser favorevoli alla liberazione di Sofri (non alla grazia) e per le restanti ottanta non fanno che prendersela con questa autentica ossessione che è ormai divenuta la lobby dei suoi amici: altri argomenti zero, tranne che Sofri deve chiedere la grazia per ragioni morali che loro s’inventano formali. Lo dico, già che ci sono: credo che lorsignori mentano, penso che vogliano Sofri in galera ma non abbiano neppure il coraggio di ammetterlo, penso che lo vogliano in galera pur di negar soddisfazione alla famosa lobby più che a lui, penso che il Giornale abbia l’interesse o la volontà di mantenere surriscaldato e involuto il livello dello scontro. SEGUE
da Enrico Lopidao, Roma
Sono contrario alla nostra partecipazione alla guerra (perchè tale è e tale rimane) in Iraq e sono tra coloro i quali ritengono urgentissimo il ritorno in Italia dei nostri soldati. Vi confesso di non avere nemmeno una particolare simpatia per i nostri reparti speciali. Non è una posizione ideologica, a mio tempo ho prestato il servizio militare, come ufficiale, cercando di farlo con impegno e senso del dovere, ma non sopporto certe loro esternazioni e quel clima fasciteggiante di cui si circondano. (chi ricorda la bandiera della repubblica di Salò fotografata nella camerata dei nostri carabinieri a Nassirya?). Eppure devo riconoscere che mentre tutto l’Iraq brucia nel fuoco della rivolta, a Nassirya c’è una tregua, c’è dialogo. Nonostante gli scontri e i morti i nostri soldati cercano di mantenere la loro missione nei margini sempre più ristretti di una missione che non sia di guerra. Non hanno la mia simpatia, ma in questo caso hanno conquistato la mia stima.
da Claudio Urbani
– Per il sig. Pino Granata e suo figlio che sia il Milan a tenerlo sveglio e non, ad esempio, lo scempio alleato in Irak: altrimenti sai che nottate!– Per il sig. Franco Barone, che bacchetta la sinistra che deride Pannella, mentre la destra da sempre è tenace difensore de: il divorzio, la droga,giustizia e soprattutto aborto….– Per tutti coloro che invocano la pena di morte: da sempre deterrente di ogni violenza…
da Pino Granata
Che la situazione in Iraq sia drammatica non c’è alcun dubbio, ma vorrei ricordare a tutti che la situazione è drammatica in Iraq da decenni ed il numero dei morti in quella sfortunata area sono stati milioni. Solo nella guerra con l’Iran ci sono stati tre milioni di vittime. Si proprio tre milioni. Non mi pare che l’attenzione del mondo per quello che stava succedendo andasse più al di là delle statistiche sul numero dei morti e feriti. Eppure in quella guerra si sono usate armi chimiche, gas etc. Ora tutti noi non facciamo che chiedere agli Stati Uniti ed agli altri Paesi di ritirare le proprie truppe. Benissimo e poi? Ci siamo mai chiesti che cosa accadrà dopo il ritiro delle truppe dei paesi occidentali? La mia non è una domanda provocatoria e sono veramente preoccupato per il futuro dell’Iraq e degli altri paesi di quell’area, perchè mi sembra proprio che nessuno si preoccupa del dopo.
da Mirko Bedetti
Deportivo Milan = Prodi! Nom vitale
da Vittorio Grondona
Marco Pannella ha tutta la mia solidarietà nell’attuale battaglia che sta conducendo. La grazia a Sofri centra fino ad un certo punto. Salvare dalle grinfie rapaci del centro destra uno dei più saggi diritti costituzionali come quello della “grazia”, affidato con grande oculatezza solo al Capo dello Stato, è un dovere di tutti gli italiani e non solo di Pannella. Tale diritto in mano ai partiti sarebbe un’arma micidiale contro la democrazia e la sicurezza del Paese.
Gianluca Neri sul suo blog Macchianera, in una nuova rubrica dal titolo “Banca dati della Memoria” pubblica – un capitolo al giorno – “Il caso Moro”, di Sergio Flamigni e Michele Gambino. Con la premessa:
“…E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: Noi ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tal quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra.” Sono le parole che chiudono “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury e quelle che aprono questo nuovo spazio su Macchianera: un ripassino – utile a tutti – della storia recente italiana. Nella speranza che la storia sopravviva alla riscrittura, non fosse altro che perché noi ricordiamo.
“…E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: Noi ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tal quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra.”
Sono le parole che chiudono “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury e quelle che aprono questo nuovo spazio su Macchianera: un ripassino – utile a tutti – della storia recente italiana. Nella speranza che la storia sopravviva alla riscrittura, non fosse altro che perché noi ricordiamo.
Seguiamolo.
da Paolo della Sala
(…) devo dire che non sono d’accordo col Suo post, dal quale si evince, contro ogni logica politica, che in Irak non ci dev’essere posto per la democrazia. Credo esattamente il contrario: che in Irak sia possibile esportare la democrazia (non i modelli occidentali), e che dopo 40 anni di stragi, la mattanza attuale sia solo il venire alla luce di ciò che già c’era. Solo che prima non c’erano giornalisti, televisioni, cortei e opinioni. C’era un regime di stretta derivazione nazista, ecco cosa c’era. Il fatto è che l’Europa è in occulta guerra economica con gli Stati Uniti: il fronte, più che da Bagdad, passa per Parigi e Bruxelles. Viceversa la situazione sarebbe molto più definita, ma di ciò in Europa e Italia non si parla, e ciò è molto grave. Non si parla neanche delle stragi in Congo, prodotte da multinazionali francobelghe (a parte un’ottima inchiesta della rivista di Deaglio), o delle neocolonizzazioni europee in Ciad e Costa d’Avorio. Infine troppi pacifinti sfilano ai cortei con la maglietta di Che Guevara senza ricordare che Cuba invase l’Angola, e senza mandato dell’Onu. Troppi pacifisti sono sia contro Sharon sia contro Rabin: mai sono stati equanimi, sempre hanno sfilato con la kefiah al collo gridando gli slogan di uno dei due contendenti.
Io e mio figlio Edoardo non abbiamo digerito la sconfitta del Milan. Io, stanotte, non ho praticamente dormito. Questa sconfitta mi ha ricordato quell’altra terribile di Verona, non ricordo l’anno, quando il Milan perse partita e campionato per 5 a 3. Anche allora non chiusi occhio. Non ho mai visto il Milan giocare così male. E non ho mai visto una squadra correre per novanta minuti senza manifestare un minimo di stanchezza. Aspetto l’antidoping. E non scherzo… Il fatto che anche il Cavaliere abbia sofferto per questa sconfitta non mi consola proprio per niente. Tifo per il Milan dal 1951.