da Massimo Puleo
Auspico la grazia per Sofri, perché in questo modo saranno graziati anche gli italiani che come me non ne possono più di questo eterno dibattito tra ipocriti. Però la auspico con la firma dell’ingegnere Castelli, così poi vedremo se tutti i tromboni che in questi giorni sfiatano per (ri)stabilire le prerogative esclusive del Capo dello Stato in materia di grazia continueranno a farlo. Scommettiamo di no?
da Gianni Guasto
Meno male che Vittorio Feltri, che oggi fantastica ritorsioni naziste contro ottocentomila “ostaggi” musulmani residenti in Italia, appartiene ad una “civiltà superiore” (definizione protetta da copyright di proprietà degli eredi del sig. Adolf Hitler). Altrimenti, avremmo da parte sua un progetto di remake delle Fosse Ardeatine.
dall’avv. Lina Arena
Leggo con interesse l’AVANTI. E’ un giornale denso di notizie e di commenti privi della pregiudiziale ideologica della sinistra socialcomunista. Chi è stato comunista capirà il mio dire. Non potrà mai intenderlo CSF. Cordialità.
Come interpretare? Un insulto o un complimento?
da Primo Casalini, Monza
Vedo delle facce in libera uscita. Vecchi clan che si rappattumano. Parlo di libera uscita perché molti di questi un giorno sì e l’altro pure coprono assiduamente quello che sta combinando Berlusconi, per sé e per gli amici; ed allora gli sta bene, a queste facce, procurarsi la libera uscita per una causa nobile, quella di Adriano Sofri. Sono stufo di questa lobby trasversale. Più si agitano, più il problema di far uscire di galera Sofri si fa spinoso, perché provocano la reazione opposta. Pannella indossa i panni del santino italico, sapendo che l’Italia è sempre alla ricerca di un santino provvisorio sotto il cui piedistallo nascondere la spazzatura nazionale: succedeva anche con Pertini, che ci giocava pure lui, ma su un altro piano e con un’altra storia; difatti una volta il Pannella d’antan lo chiamò il sacro bonzo. E quindi, pur essendo a disagio (chi non lo sarebbe?) ritengo che ognuno è libero di spendere la propria vita come crede, compreso Pannella. Il rischio che si assume fa parte della strumentalità del gioco, come nella roulette russa e nello sci estremo.
da Rocco Ciolfi, Arce
Rutelli sul caso Sofri a Radio anch?io: ” (…) se Berlusconi non è in grado di dare questa grazia non capisco perche’ abbia preso l’impegno, se poi non è in grado di mettere d’accordo i ministri del suo governo (…) “. Senza entrare nello specifico, è interessante rilevare come il buon Francesco non si sia accorto che sono almeno una decina d’anni che Silvio ha qualche difficoltà a mantenere gli impegni presi.
da Mirko Morini (http://butirrometro.splinder.it)
Sono stati sequestrati quattro italiani, tra le basi per iniziare la trattativa di rilascio c’è che Berlusconi chieda scusa per le frasi offensive rivolte all’Islam (la nostra cultura è superiore). Qualcuno voglia far arrivare questo messaggio ai sequestratori: “con il comportamento barbaro che state tenendo gli avete dato ragione”.
da Cesira Ciano
Nell settimanale “Vanity Fair” n. 16 del 15 aprile scorso, vi è pubblicata un’intervista al figliolo di Bruno Vespa dal titolo “Vespa a Vespa”.E’ la solita intervista al fortunato figlio di papà (e mamma) che però qui e là dà risposte un po’ controcorrente (tanto per distinguersi). Non sino alla fine però, perché alle ultime due domande poste dall’intervistatrice il figliolo se ne è uscito (quanto involontariamente?) con due risposte contraddittorie e provocatorie insieme, che in un solo colpo hanno svelato, appunto, quanto si è fortunato figlio di papà (e mamma). Nella penultima domanda gli si chiede cosa vorrebbe fare da grande, visti i suoi studi in Giurisprudenza e se si farebbe raccomandare dal papà: “Quindi non la raccomanderebbe per la Rai o per un Giornale?” Risposta “Mi ha sempre detto se non sei stupido, non hai bisogno di raccomandazioni”. Ultima domanda: “Come è arrivato a fare la radio?” Risposta: “Mi ha introdotto Cecilia Primerano, una carissima amica che lavora nella redazione di Porta a Porta”. Appunto.
da Paolo Antonuccio
Ho passato le vacanze di Pasqua a Parigi e avrei una cosuccia da raccontare al riguardo. Il lunedì di Pasquetta stavo visitando un museo delle cere. Tra i tanti personaggi rappresentati ecco un gruppo di capi di governo attuali, c’erano tutti: Chirac e Blair, Bush e Putin, Schroeder e Juan Carlos I di Spagna, un capo di stato africano e quello cinese. Tutti? in effetti mancava qualcuno. Ebbene si, mancava proprio Lui. E dire che di cera ne sarebbe bastata poca! Un visitatore francese osserva la mia perplessità e mi chiede di che nazionalità fossi. Io gli rispondo: italiano. Lui mi guarda e asssume un espressione tra il disgusto e il compatimento. Mi son vergognato di essere italiano.
da Gabriele Vegetti
Arrivo tardi nel dibattito sulla punteggiatura per denunciare un orrido malcostume diffuso tra i titolisti di settimanali e periodici: il punto a cazzo di cane. Non so quale perversione spinga queste persone a riempire i loro sottotitoli di tonnellate di punti assolutamente inutili. Un esempio per tutti (da L’espresso n. 13): “A Taipei c’è un nuovo presidente. Che ha fallito sul referendum anti-Pechino. Ma che vuole rifare la costituzione. In un paese ricco e in continua crescita” Che cacofonia, che bruttura! A leggerlo ad alta voce fa l’effetto di un’automobile che batte in testa. Basterebbero tre punti in meno e una virgola in più per renderla una frase degna della lingua italiana. Possibile che nessun altro sia disturbato da questo fastidioso vezzo?
da Pino Granata
Giorgio Goldoni, ed io l’ho fatto prima ancora di lui, pone il problema del che cosa accadrebbe in Iraq se le forze armate straniere lasciassero quel Paese. Goldoni pensa ad un’altra Cambogia. Non c’è bisogno di un esempio del genere, basta pensare al mezzo milione di oppositori sterminati da Saddam e alle tre milioni di vittime della guerra con l’Iran. Se si vuole che si ripetano le stragi, allora lasciamo l’Iraq al suo destino. Ma è cosa saggia ed auspicabile?