da Giorgio Guiotto
Figurarsi se non andava a finire così… c’è lavoro e lavoro! Quindi chi va in Iraq per lavoro, se poi viene giustiziato con un colpo alla nuca da valorosi guerriglieri irakeni, vuol dire che se l’è andata a cercare. Complimenti Sig. Beretta, Lei, senza neanche sapere cos’era andato a fare Quattrocchi in Iraq, l’ha già bello e condannato, ma cosa ne sa lei? Allora lo stesso discorso varrebbe anche per la squallida e zerbinosa Gruber? E la Sig. Palombi? Ma cosa dice? La retorica è prassi normale della sinistra, quello che non capisco è come facciate a godere di una situazione simile. Leggendovi l’ho capita così, dimostratemi il contrario.
da Valerio Manuguerra
(…) Ora, secondo voi, il ministro degli esteri di uno dei paesi di provenienza delle vittime che, sprofondato in un salotto di un talk show televisivo si commuove in diretta definendoli eroi, è (a) un pirla, (b) un ruffiano o (c) uno sciacallo?Se avete risposto (d) siete un ministro degli esteri.
da Paolo della Sala
Contrariamente a ciò che sostiene il sig. Ceratti, secondo me Travaglio sul Sette ha davvero mostrato di essere un forcaiolo, che non a caso ha iniziato il suo lavoro sul Giornale e non a caso sta con Belpietro ancor oggi. Finché le sinistre non si libereranno dell’abbraccio coi mozzaorecchi della Lega e dei postfascisti, non torneranno a essere vettore di progresso e libertà, ma di regresso e illibertà. Non esistono forche democratiche! Quanto all’opporre a Sofri il sig Ferrari è pura provocazione di stampo stalinista: come mai infatti, se Travaglio dice che i giudici hanno stabilito la colpevolezza di Sofri, facendo bene a condannarlo a 20 anni (90 giudici, secondo lui, e tutti d’accordo, secondo lui!), ciò non va bene per il giudizio su un fondatore delle BR? Curcio è uscito, ma forse ha dimostrato una rinuncia alla violenza non dimostrata da Ferrari: ci sarà un motivo, e se non c’è motivo esca anche lui.
da Alberto Arienti
Continua la sottile perfidia da parte del Manifesto e di gruppi pacifisti, nel chiamare gli ostaggi “mercenari”. Tecnicamente sarà anche giusto, però si continua così, aggiungendo domande sospettose che fanno pensare a chissà quale ruolo svolgevano in Iraq. I giornalisti ci sono proprio per scoprire le verità scomode, ma fino a prova contraria e per un minimo di decenza, ci si dovrebbe fermare ai fatti accertati al momento.
da Paolo Beretta
Della Sala fa parecchia confusione. Riordiniamo le cose: – So perfettamente come andarono le cose a Sabra e Shatila. I cristiano maroniti massacrarono civili inermi alla luce delle fotoelettriche israeliane (ché, è difficile massacrare al buio), i quali non poterono scappare perchè i carri armati di Sharon circondavano i campi. Non mi venga a vendere che i due non erano d’accordo, non sono nato ieri.– Il Vietnam, fino a prova contraria, non sta in Palestina, ma un pelino più lontano. Vedo che in geografia c’è chi sta messo peggio di me. – Al mondo non si è tutti dei Gandhi o dei Luter King. I nostri partigiani non combattevano i fascisti coi sit-in di protesta. I fascisti sparavano e loro rispondevano sparando. Già meglio di chi, agli elicotteri, può rispondere a malapena coi sassi.– I miliardi di Arafat mi ricordano tanto le armi di distruzione di massa di Saddam: tutti dicono che ci sono ma nessuno li ha ancora trovati. Mah. – Oh, a proposito di Saddam e dei suoi rubinetti, ci vogliamo ricordare una volta per tutte chi ce lo ha messo in Iraq o no? La vogliamo capire che la guerra in Iraq altro non è che un regolamento di conti tra capimafia (Bush e Saddam)? Qualcuno si ricorda che, almeno, Arafat è stato legittimamente eletto dal suo popolo ?
Innanzitutto, riusciamo a farla finita con questo linguaggio orwelliano e cominciare a chiamare le cose con il loro nome?
Quelli che sono in Iraq, non sono «imprenditori». … Sono profittatori di guerra che stanno sfilando milioni dalle tasche dell’americano medio.
Gli iracheni che si sono ribellati all’occupazione non sono «rivoltosi» o «terroristi» o «il nemico». Sono la rivoluzione …
Quando guardate un servizio «dall’Iraq» [alle tv americane], quello che vedete è un comunicato stampa fornito dalle forze d’occupazione Usa e rivenduto a voi come notizia.
Mi oppongo a che l’Onu, o chiunque altro, rischi la vita dei propri cittadini per tirarci fuori dalla nostra debacle. Mi dispiace, ma la maggioranza degli americani ha appoggiato questa guerra, una volta iniziata, e, per quanto triste, quella maggioranza deve ora sacrificare i propri figli finché sarà versato abbastanza sangue da far sì che forse – proprio forse – Dio e il popolo iracheno possano infine perdonarci.
(da un articolo di Michael Moore, in Documenti)
Da quando non è più direttore del Manifesto, “Jena” Barenghi è ancora più cattivo, ma su questa strada rischia di diventareil Forattini della sinistra. L’ultima di oggi stride parecchio:“Un missile sparato ieri dagli americani ha colpito la casa dove vivevano una donna e i suoi due figli. Nessuno dei tre ha avuto il tempo di dire qualcosa, neanche «vi faccio vedere come muore un iracheno».”
da Feliciano Bechelli
A proposito di responsabilità politiche del governo italiano, dico soltanto che fino a martedì scorso c’erano ministri e sottosegretari che andavano ripetendo che in Iraq non c’è alcuna guerra, che c’è una missione di pace per gestire il dopoguerra, che la situazione va normalizzandosi e che la gente di Baghdad sta comprando maniglie per le porte di casa e questo è chiaro segno di ottimismo per il futuro (affermazione dell’onorevole Mantica a Ballarò). (…)
da Silvia Palombi
I genitori dei nuovi legionari a Porta a Porta mentre Vespa decideva colpevolmente di procrastinare la notizia per non toccare la trasmissione e’ una delle aberrazioni piu’ nauseanti, ripugnanti, squallide, oscene del peggior momento storico nel quale ci e’ toccato vivere. Non mi soffermo sui fiumi di retorica che ci grondera’ addosso sulla frase del povero Quattrocchi, che secondo me ha la stessa valenza del lancio della stampella di Enrico Toti, gesti che dipendono dall’adrenalina della paura (se sento ancora una volta la parola eroe urlo) e do per scontata l’infinita compassione per tutti, vivi e morti, coinvolti in questa lurida faccenda che e’ la guerra in Iraq e in tutte le guerre “aperte” oggi nel mondo. (…)
da Mariarosaria Di Domenico
Mi sveglio ogni mattina all’alba per andare a lavorare e una strana sindrome masochistica mi porta ad ascoltare “Istruzioni per l’Uso” du radio1, condotto da Emanuela Falcetti. Questa mattina le sue “istruzioni per l’uso” sono state troppo assurde per non parlartene. E’ stato chiesto all’esperto di turno (in genere c’è il Presidente Frigo e/o l’avv. Marazzita etc.tutti insonni immagino) le istruzione per comunicare la morte di un figlio ai genitori. Secondo l’esperto va informato il medico di famiglia, per conoscere il tipo di calmante da somministrare ad una persona in preda ed una emozione grande…; mi dispiace ma il seguito non l’ho ascoltato.