da Vittorio Grondona
Un poveraccio che guadagna da 0 a 7.500 Euro lordi all’anno, giustamente non paga l’ imposta sui redditi delle persone fisiche, ma ingiustamente paga per intero le spese mediche e le tasse indirette senza possibilità alcuna di scaricarle. Berlusconi, tanto per fare l’esempio di uno che guadagna sicuramente più di 7.500 Euro all’anno, ha la “sfortuna” di pagare l’IRPEF, ma in compenso non solo vive meglio, ma paga le spese mediche con il 19% di sconto e può scaricare per legge diverse tasse indirette. In tale triste contesto sociale tutti si aspetterebbero un provvedimento che finalmente portasse un po’ di beneficio alla qualità della vita del poveraccio… Invece no!… il bravo Ministro Tremonti, dopo lunghissime e attente riflessioni, per favorire il rilancio dell’economia, ha deciso che calerà ancora le tasse a Berlusconi (citato sempre come esempio). Valli a capire questi “maghi”!
da Franco Vota
No, a me Jena non stride per niente, anzi. Stride molto di più la sbrodolante retorica dei titoli di giornali di oggi, tra l’altro ognuno con una frase diversa.
da Mirco Pirini
mentre in Iraq accadeva la tragedia che sappiamo, il Premier Berlusconi era nella sua villa in Sardegna (non si sa quale per ragioni di sicurezza), il Vice-Premier Fini era in vacanza in Egitto, il Ministro degli Esteri Frattini era in passerella a “Porta a Porta”.E a noi chi ci governava? il Vice-Direttore Farina?
da Maurizio Capri
Il mosaico di Bush con le ” pezze ” dei soldati americani è patetico , a quando le figurine Panini ?
da Massimo Bocchia, Roma
Sempre sicuro di sé, deciso, risoluto, rigoroso, intransigente, ultimativo, saccente, massimalista, presuntuoso, arrogante, narciso e privo del benché minimo dubbio di poter essere mai in errore. Signore e signori, ecco a voi, indipendentemente dal merito opinabile di ogni singola questione affrontata, come si presenterebbe ai miei occhi un cattivo maestro. Un esempio? Eccolo: Marco Travaglio, intervistato su “Sette”.
da Alberto Oldrini
Scusatemi ma non riesco a definire Bruno Vespa un giornalista, l’On Frattini degno del titolo di Ministro e Fabrizio Quattrocchi un eroe.
dall’avv. Lina Arena
Consigli ai suoi blogghisti di leggere le notizie ed i commenti pubblicati dai compagni comunisti e da Togliatti nell’imminenza della morte violenta del filosofo.
Cara Avv., il modo in cui lei è sempre “sulla notizia” è irresistibile.
da Giorgio Trono
Cosa spinge i parenti di un ostaggio a farsi intervistare da ogni televisione? Perché la madre di una bambina di due anni seviziata e barbaramente uccisa decide di concedersi alle telecamere? Per quale motivo siamo arrivati all’equazione un morto=dieci familiari in tv? Esiste ancora una dimensione privata del dolore? Oppure il dolore è reale solo se è manifestato a La Vita in diretta? Sono più riprorevoli i giornalisti che chiedono “Cosa prova in questo momento?” o la madre, la sorella, il figlio che rispondono?
E noi che assistiamo?
da Peter Freeman
Caro Csf, George Dabblia ha deciso di cestinare la Road Map. Una ficata. Questo e’ un uomo lungimirante, te lo dico io. Intanto Osama Bin Laden manda un messaggio e propone una tregua all’Europa. L’ayatollah Sadr (quello cattivo) annuncia che col cazzo che sciolglie le milizie. Le Brigate non so che fanno sapere che per quanto riguarda i tre body-guards made in Italy e’ partito il gioco delle nominations, una ogni 48 ore. Gli ulema sunniti trattano e qua e la’ fanno liberare un po’ di ostaggi (no body-guards, please) e lanciano la fatwa per chi sopprime i prigionieri (che sono sacri, per Dio e per Allah!). Infine, l’ayatollah Sistani (quello buono) spiega agli americani che se toccano Najaf e Kerbala (citta’ sacre agli sciti) sara’ guerra. Questi fanno politica, questi.
da Pierpaolo Manetti
Capisco che dare del mercenario a qualcuno, soprattutto quando è in urgentissimo rischio di vita, possa non essere elegante; capisco pure che certe volte è meglio se si sta zitti e punto. Ma non capisco perchè, se si assimila la posizione dei tre (sigh!) sventurati in Iraq a quella dei mercenari, si viene accusati di essere dei filoterroristi. Fare la guardia giurata in un paese in guerra è un servizio del tutto assimiliabile a quello del mercenario; certo, se l’altra parte gli avesse offerto di più loro non sarebbero andati di là, ma è comunque evidente che chi vuole far la guardia giurata in un paese in guerra non si preoccupa dell’eventualità di dover uccidere qualcuno. E’ un dato di fatto questo, senza troppi giudizi di “valore”.