da Gianni Guasto
A me sembra che discettare su legittimità o illegittimità dell’uccisione dello sceicco Yassin sia un esercizio privo di senso. Da sempre, gli stati uccidono: noi possiamo al massimo esigere l’abolizione delle pene capitali, ma ciò non impedirà agli stati di continuare ad annientare persone per le più svariate ragioni, in forme più o meno appariscenti. Qui l’unico problema è rappresentato dalle conseguenze politiche di un atto di guerra che produrrà non la diminuzione, ma un ulteriore aumento, in misura probabilmente esponenziale, degli atti terroristici.
Esattamente quello che penso (csf)
da Alberto Arienti
Dico la verità che sono rimasto stupito in questi giorni dal montare della polemica sulla sua uccisione e del relativo silenzio sull’uso allucinante di un ragazzo (forse di limitata capacità intellettiva) come kamikaze. Io sto dalla parte palestinese, ma l’escalation nell’uso di kamikaze che sta avvenendo non può che farmi innorridire. Nessuna azione israeliana (sia pur atroce ed arbitraria) può giustificare questo suicidio politico e morale. Come può uno stato costruirsi sui cadaveri delle sue donne e dei suoi bambini usati cinicamente come armi? E non venite a dirmi che in una guerra “normale” muoino lo stesso.
da Alessandro Ceratti
CSF ha “scandalizzato” qualche bloggista affermando che in Palestina bisogna far politica e non moralismo. Freda si oppone ma non capisce che in quella situazione fare politica sarebbe già un passo avanti così rilevante che per il momento ci si potrebbe persino accontentare. Infatti ora non si fa né “morale” (nel senso buono) , né politica; si fa la guerra, si fa vendetta, e si lascia libero corso alla realizzazione degli istinti più bassi e belluini. Non ci si trattiene dal tagliare la gola all’avversario anche se si sa benissimo che in seguito a ciò sarà tagliata la gola a sé, ai propri figli e ai propri genitori. E,riconosciamolo, in questo comportamento subumano i palestinesi danno un grande distacco agli israeliani. P.S. Incominciassimo a non tagliare la gola al nemico non tanto perché è immorale, ma perché non ci conviene!
da Paolo Antonuccio
Volevo far notare un paio di cosine sul non-derby di domenica scorsa1) La partita è stata sospesa dopo pochi minuti del secondo tempo, quanto bastava per consentire alle due squadre (ma sopratutto alla Lazio padrona di casa) un incasso in più che rimpinguasse le loro casse vuote. E se tutto fosse stato organizzato ai massimi livelli (leggi Lega Calcio e FIGC)?2) Walter Veltroni, sindaco della capitale, si è schierato per l’ormai defunto decreto spalma-irpef. L’avrebbe fatto se fosse stato un semplice parlamentare DS? Il Ministro Maroni si è schierato contro lo stesso decreto, che avrebbe salvato le due squadre romane. Lo avrebbe fatto se fosse nato a Velletri? Non è che i nostri governanti tirano fuori i nobili princìpi quando fa loro comodo?
da Gianluca Freda
Vede, Guiotto, sarei un pò stanco del ritrito argomento in base al quale io avrei diritto di aborrire una strage solo dopo aver certificato di aver espresso orrore equivalente per tutte le precedenti, guai a dimenticarne una. Sono stanco di chi come lei si autoelegge funzionario preposto al ritiro dei certificati. Soprattutto sono stanco delle stragi e resto allibito quando CSF, persona che normalmente stimo, propone di suddividere le stragi in opportune e inopportune. Nessuno lo propone mai quando le stragi avvengono in occidente. Chissà perchè. E’ questo, non la strage in sé, che mi ha spinto a scrivere. Sull’orrenda banalità di un massacro non è che ci sia molto da dire.
A volte mi meraviglio della incapacità di alcuni di condurre una discussione che porta ad attribuire ad altri frasi e concetti che non hanno mai espresso. Dove hai letto, Gianluca, che io diviso le stragi in opportune e inopportune? (csf)
da Gian Paolo Accardo
Era opportuno uccidere Yassin? Se questo non provocherà la morte di un numero maggiore di civili israeliani per ritorsione e accellererà la soluzione della crisi israelopalestinese, sì. Se no, no. Era legittimo? Stessa risposta (seppure con qualche riserva giuridica). Piuttosto: forse si poteva arrestare, come è già avvenuto. Più rischioso, ma sicuramente più “democratico”.
da Giorgio Guiotto
Se Yassin era (come lo era) il leader spirituale, e non solo, di Hamas e tutti noi sappiamo cos’è Hamas, non vedo dove il perchè di tutta questa alzata di scudi, diritto internazionale eccetera eccetera. Schiavone e Freda non mi sembra abbiano mai scritto nulla contro le stragi eseguite negli autobus o nei mercati da parte dei “martiri” di Hamas. Adesso, dopo l’eliminazione di Yassin gridano il loro dolore.
da Enrico Guastaldi
La legge sulla devoluzione sta passando al Senato della Repubblica Italiana. Ma sarà ancora per molto “Repubblica Italiana” oppure fra un po’ dovrò considerarmi suddito del Gran Duca di Toscana?
da Jacopo Lodi, Genova
Luca Sofri scrive: “è legittimo per una democrazia occidentale porsi come obiettivo l’uccisione di un uomo ritenuto pericoloso per le vite dei suoi cittadini?”. Perché solo per una democrazia occidentale si può porre questa domanda. Perchè le democrazie occidentali considerano il diritto internazionale valido solo per proteggere se stesse e i propri interessi? Se estendiamo la domanda a tutti(e quindi anche l’implicita risposta affermativa) diamo una dignità e un riconoscimento politico al terrorismo. E’ mai possibile che le democrazie occidentali foraggino e allevino questi personaggi (è accaduto sia con Yassin che con Bin Laden) per piccoli interessi contingenti e per poi eliminarli debbano scatenare guerre e omicidi in mezzo a civili inermi? Quale arroganza criminale porta sempre a non riconoscere i passati errori?
Luca Sofri su Quattro e un quarto
Mi pare che sull’uccisione di Yassin si stiano eccitando passioni piuttosto superficiali, da diverse parti. Anche Claudio Sabelli, che ha cercato di tenere i piedi per terra, ne sta pagando il prezzo in agitate discussioni con i frequentatori del suo sito.Io credo che la questione sia da ridurre a due domande, e che tutto il resto siano fesserie di gente che non ha capito di cosa sta parlando.Prima domanda: è legittimo per una democrazia occidentale porsi come obiettivo l’uccisione di un uomo ritenuto pericoloso per le vite dei suoi cittadini? (Se si risponde no, applicare la medesima domanda al caso di bin Laden, o a quello di Saddam, per cui in molti invocammo un’azione mirata della CIA piuttosto che una guerra contro un popolo intero: se si risponde ancora di no, la coerenza è attestata).Seconda domanda: ammessa eventualmente la legittimità, nel caso di Yassin la sua eliminazione si risolve in effetti in un minor pericolo per i cittadini della democrazia occidentale, o rende questo pericolo maggiore (valutare sia sulla breve che sulla lunga distanza)?