da Valentina Pimpolari, Milano
Costretta a casa da un’influenza devastante ho tenuto accesa la tv anche negli orari “più a rischio” (che per me sono tutti quelli in cui non ci sono film o dibattiti o blob) ed ho scoperto che Ridge Forrester è morto! E’ stata proprio una cosa che mi ha colpito.. insomma non me l’aspettavo, dopo tutto quello che ha fatto, i figli messi al mondo, le mogli, gli anni di lavoro in Forrester, dai non c’era motivo! E invece nessuna pietà, morto stecchito dentro ad un forno!! ha fatto la fine del pollo!.. ma dimmi tu… E Brooke poverina disperata che si ritrova con 15 figli, tra cui qualcuno anche suo coetaneo, e che per poco non ci si butta dentro pure lei per disperazione.. che tragedia.. uno già sta male e in più deve pure assistere a queste scene. Sarà la fine di un’epoca?
da Paolo Beretta
Capita spesso che, se qualcuno è contrario ad una posizione, si pensi implicitamente (e a torto) che sia difensore di quella opposta. E’ capitato a diverse persone in questo blog, me compreso. La condanna dell’uccisione di Yassin non significa che si vuole difendere Hamas. I morti sono morti, sia palestinesi che israeliani. (…)Se da una parte ragionano a kamikaze, dall’altra ragionano a missili e Apache.(…) C’è una guerra in corso: di chi sia la colpa si può discutere. Resta il fatto che ognuno la combatte con le armi che ha. Apache o kamikaze. Ma che non parlino di diritto all’autodifesa, però.
da Maurizio Capri, Bologna
La vittoria della sinistra in Francia ci riempe il cuore di gioia e ci fa sperare in un futuro migliore .
Condoleeza, un errore di stampadi Alessandro Robecchi per il Manifesto
“Siamo americani, baby, i nostri nomi non vogliono dire un cazzo”. La battuta è di John Travolta (in Pulp Fiction), ma si applica perfettamente al consigliere per la sicurezza nazionale americana, Condoleeza Rice. Dicono le cronache che il papà voleva chiamarla Condolcezza, ma poi hanno fatto casino all’anagrafe e così gli americani si sono ritrovati un refuso a guardia della loro sicurezza nazionale. SEGUE
da Primo Casalini, Monza
La strategia è chiara da tempo. Ogni giorno ha la sua monata. Il premier danese più bello di Cacciari, Il confino politico come vacanza pagata, il Kapò affibbiato al tedesco, le corna al ministro spagnolo, andare a Nassyria pura apparenza, obbligatorie le due punte, meno feste per tutti (ma più monate). Ci è portato di natura, guadagna la prima pagina dei giornali e, soprattutto, gli sventurati rispondono, proprio come la monaca di Monza, invece di stare sulla palla dei problemi veri e nostri. Mi piacerebbe che csf gli aprisse un blogghino titolato terapeuticamente “Una monata al dì”, recuperando un po’ di arretrati nelle emeroteche. Natalino ne sarebbe lusingato, noi avremmo più scelta e chissà, ci scappa pure l’intervista: “Chi butta dalla torre: Kakà o Fede?”
da Vittorio Grondona
Nei primi anni ’60 mi sono trovato tristemente coinvolto in un atto di terrorismo. Occasionalmente mi trovavo nella stazione di Verona in attesa di proseguire il viaggio per una breve licenza militare. Proprio quel giorno il Compartimento ferroviario di Verona era in sciopero ed era stato opportunamente organizzato un servizio sostitutivo dei treni con partenza nei pressi del deposito bagagli di stazione, dove di conseguenza mi ero recato insieme a tantissima altra gente. Improvvisamente all’interno del deposto scoppiò una bomba. Intorno a me lo spostamento d’aria aveva provocato un vuoto surreale e lo scenario che vidi fu davvero sconvolgente: gente trafitta in più parti del corpo da schegge di vetro e altro, e sangue dappertutto. Ci fu un morto e diversi feriti. Il mio danno si limitò, per pura fortuna, ad alcuni frammenti di vetro che ebbero la straordinaria accortezza di fermarsi sul berretto della divisa. A distanza di oltre quarant’anni ancora mi chiedo il perché di quell’atto così vile e disumano, quali interessi avesse voluto salvaguardare… Ora si parla di anni di piombo! Ma di quale piombo?… Eravamo in pace con tutti, l’economia stava andando bene…. Il piombo del potere e degli interessi?… Forse sì… Ma certamente non quelli del popolo!
da Alberto Arienti
Sono un po’ stupito (…) dalle varie “dimissioni” e prese di posizione simili. Non trovo strano l’accavallarsi di interventi molto differenti ed anche i giudizi un po’ taglienti vanno collocati in questo contesto. (…) E’ ingiusto che ogni volta che uno fa una critica (che magari è oggettivamente giusta) qualcuno vada vedere se c’era stata una critica verso la fazione opposta in un caso similare avvenuto in precedenza; ed è ingiusto che in assenza di ciò ci sia qualcuno che accusi il nostro amico di stare con il terrorismo, e così via (…) I nostri interventi che tendono a inquadrare le cose secondo il diritto, l’etica, la filosofia o quant’altro, sono solo tentativi di razionalizzare uno stare da una parte o dall’altra, che ormai rischia di diventare una faida fine a se stessa. Dobbiamo chiedere interventi e soluzioni politiche da chi può e dovrebbe farlo (USA, Europa, Paesi Arabi, ONU). La verità è che, in assenza di una strategia globale (fallita quella di Bush) tutti rimangono impotenti davanti al baratro che si allarga. E le nostre discussioni, oltre che essere basate su valori e principi che ormai sono solo vane parole, aggiungono frustrazione alla frustrazione.
dall’avv. Lina Arena
Rassicuri i suoi fans sul mio spledido stato di salute. Non ho bisogni nè corporali nè mentali per curarmi a Bologna. Sto bene a Catania.
da Gianni Guasto
Se l’avv. Arena, che ci assicura esser stata di sinistra, non ricorda (16.06 del 27/3) quanti uomini di sinistra ci fossero tra i padri costituenti, e neppure le battaglie del PCI di Berlinguer fatte in nome della Costituzione (non per caso nata dalla Resistenza) contro i vari Gelli, De Lorenzo, Sogno, Giannettini, Delle Chiaie, eccetera; e se NRS continua ad insistere sulla falsa polemica Sepulveda/Manifesto, nonostante le smentite dell’interessato, allora ci troviamo in presenza di un pensiero politico fondato esclusivamente sull’immaginazione, dove ciò che piacerebbe dev’essere vero per forza. Bella scoperta, dirà qualcuno: viviamo in un’epoca in cui l’illusione è il perno della comunicazione politica. Ma è sempre stupefacente assistere alla forza dei meccanismi psicologici di negazione dell’evidenza.
da Gianluca Freda
Le dimissioni di Schiavone mi rattristano, ma le capisco. Guasto scrive, condiviso da CSF, che l’uccisione di Yassin produrrà un aumento degli attacchi terroristici. “Produrrà”? Un missile sparato in mezzo a una folla non è già di per sé un aumento del terrorismo? Inavvertito, dietro queste affermazioni, c’è un modo di pensare che porta a definire “terroristica” solo la strage perpetrata da chi ci somiglia di meno. Se c’è una cosa che contribuisce ad alimentare il terrorismo è proprio questo figurarsi inconsciamente il sistema occidentale al di sopra e al centro di tutto. Come si fa a YASSIdiscutere se perfino le persone che credi di conoscere non se ne rendono conto?