da Mirco Pirini
Pur di non essere contraddetta, Il Ministro Moratti ieri sera per due ore ci ha spiegato che con la riforma della scuola non cambia assolutamente niente. E ci ha lavorato su due anni! E’ drammaticamente vero che i genitori sono costretti alle collette. Nella mia scuola le fotocopie erano consentite solo ai professori solo per i compiti i classe. Il resto a pagamento e in cartoleria. Mi madre insegnava fino a pochi anni, fa ed era costretta a comprarsi i gessi colorati (da usare su lavagne consunte), mentre tutti gli anni la scuola organizzava una festa ad offerta libera con cui hanno comprato la fotocopiatrice ed altri strumenti. Quel che si dice autonomia scolastica.
da Vittorio Grondona
Io sono uno di quelli che, nonostante tutto, segue volentieri il Festival. Ieri l’ho seguito a pezzettini perché ero più interessato ai problemi della scuola trattati da Ballarò. L’ho però registrato… Quest’anno, per fortuna, le canzoni in gara sono solo 22 ed in base a questa straordinaria idea e al voto telefonico a pagamento la mia testa mi diceva che il programma potesse star dentro all’oretta di trasmissione giornaliera. Invece no. Col seguito (patetico) di Porta a Porta è durato oltre le 4 ore. Decisamente troppe. Dal numero delle costosissime “telefonate voto” si potrebbero fare ipotesi sul numero dei gonzi teleguidati. Non mi è piaciuta la regia: i troppi repentini cambi di scena che i registi moderni, ma poco esperti, sono abituati a fare in particolare sui balletti e sui cantanti, sono innaturali e distraggono dalla visione e dall’ascolto. Troppe le interruzioni pubblicitarie. Gino Paoli ha dato il tocco di classe alla prima serata. Veramente bravo! Il festival è piaciuto all’onnipresente On. La Russa…. Fabrizio Del Noce deve ssere l’unico vincitore di tutti i posti in prima fila messi in palio da “telefortuna” RAI…
da Giorgio Guiotto
Sabato sarò a Roma per Italia Scozia (Six Nations) ; chi mi ospita per vedere la serata finale del festival? In cambio cedo un biglietto della partita….
da Domizia Di Giallorenzo
Neppure la devozione per il SubSegretario potrà farmi digerire un Sanremo nuovo o vecchio che sia (anche per me l’ultimo è stato nel 1967). Lo so, sono una terribile “puzzanasista” in fatto di musica, colpa di Enzo Gentile che ci ha abituato fin troppo bene. Sul fatto che poi il tutto avvenga nell’ambito di Caterpillar, glisserò signorilmente (non era bastato Apicella?). Avendo in programma un weekend romano “rugbystico-festaiolo”, avrò il piacere di rileggervi lunedì o martedì, quando finalmente il cancan sanremese tacerà. Buon divertimento a tutti.
da Michele Lo Chirco
Caro dottor Guasto, per la sua salvezza le segnalo un libro inglese sulle virgole. Credo che l’articolo sia sulla Repubblica di oggi, comunque è on line. Sembra che il libro in questione sia un best seller. Buona lettura. Sul numero chiuso: in sè non è un male, pensate se ogni anno si laureassero più medici o avvocati o giornalisti o architetti di quanto non sia possibile farne assorbire dal mercato. D’altro canto, come garantire che colui il quale oggi mi ha superato nell’esame di ammissione arrivi davvero alla laurea e non abbandoni nel bel mezzo degli studi, mentre io mi ritrovo magari a conseguire una laurea di cui non mi importa nulla?
da Mirko Morini
Tutto sto casino per il passaggio di Cirino Pomicino col centrosinistra non lo capisco. E’ andato nell’Udeur, tra due anni torna portandosi dietro tutto il partito.
da Massimo Puleo
Il presidente della Commissione UE, Romano Prodi, ieri su Repubblica: “Voglio solo precisare che mai ho trattato i miei capelli con alcuna tintura, brillantina o prodotto di qualsiasi genere, naturale o sintetico”. Questi della destra non sanno più cosa inventarsi per screditare Romanone nostro…
Destra? Si trattava di un’illazione del Venerdì di Repubblica.
da Claudia Firino, Sassari
Il sindaco Veltroni ha rifiutato, per ovvi motivi di opportunità, l’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico agli organizzatori della manifestazione per la richiesta di grazia a Priebke. Tiriamo un sospiro di sollievo! Restano però un mistero le notizie sugli aderenti alla manifestazione rivelate dal quotidiano argentino Clarín, fra i quali figurerebbe una delegazione di parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine. Chi sa parli!
da Peter Freeman
Caro Csf, un po’ mi rompe ma mi tocca rispondere a Natalino che pende, cosi’ sostiene, dalle mie labbra (e mi risparmio la battutaccia…). Le vicende interne al Manifesto sono una cosa estremamente complicata. Lo dice uno che le ha conosciute e vissute sempre da vicino e, per una decina di anni, da dentro. Sul “Foglio” usci’ una meravigliosa paginata (la scrisse Marcenaro) sull’ultima crisi interna a via Tomacelli, abbastanza delirante ma vicina al vero: e infatti la appesero in bacheca. Barenghi, e su questo ci gioco due palle (una no ma due si’..), vomita ogni qual volta gli nomini Fassino, figuriamoci Polito. Basta leggersi le “iene”. Semmai la critica e la sfiducia riguardo’, in estrema sintesi, la linea editoriale del giornale, ritenuta troppo “politicista”, piu’ attenta al Palazzo che non alla “societa’ reale”. Critica ingenerosa, a mio personale giudizio. Fassino e il “riformismo” non c’entrano un acca. Il fatto e’ che la gauche, anche quella piu’ radicale, e’ una bestia strana e complicata, per taluni (non io) persino repellente. Natalino sara’ un grazioso costruttore di “calembours” ma di sinistra ci chiappa pochino e lo dico da un punto di vista strettamente giornalistico. Poi ci sono le opinioni che sono un’altra cosa.
da Barbara Melotti
Caro Claudio, rialzo appena la testa dal pallottoliere sul quale mi sto esercitando (lo so, in questi tempi di iperbole si definisce “potente macchina organizzativa”) per informare i disertori come il lobbista Gianni Guasto che non occorre seguire il festival per seguire noi. E’ necessario e sufficiente ascoltare alla radio Caterpillar. Inoltre, per la mia onorabilità, preciso che è quello che farò io, che l’ultimo festival al quale ho assistito risale al 1967 e che per quelli precedenti chiedo le attenuanti generiche della giovane età e della mancanza di alternative. Torno al pallottoliere, speriamo bene, e che i lobbisti non siano troppo severi.