Adriano Celentano a Toni Renis: “Anche io ho degli amici crinìminali. Che cosa c’è di male?”Interviene Simona Ventura: “Chi non ha amici criminali?”(csf)
da Daniele Dileo
Caro sig. Goldoni, lei è sicuro che l’Italia non abbia importanza internazionale in campo musicale? Ha mai fatto un giro in Francia o in Germania? Ci sono cd di Paolo Conte e Vinicio Capossela dovunque, solo che Paolo Conte e Vinicio Capossela in Italia non se li fila quasi nessuno. E Paolo Conte è solo un esempio, mi creda. In Olanda spadroneggia Sergio Cammariere. Gli Zu sono in tour in Europa tutti gli anni. Qualcuno conosce gli Zu? Il mio consiglio è di entrare in un negozio di dischi e comprare qualcosa, perchè in Italia c’è tantissima buona musica, originalissima, non c’è solo Sanremo (anche se da Sanremo sono passati Quintorigo e Avion Travel). Se le serve le posso dare alcuni titoli, non la consideri arroganza, ma mi infastidisce che si dica che in Italia stiamo messi male in quanto a musica. Tutt’altro. Si goda le manifestazioni di Genova… un po’ la invidio.
da Edoardo Dezani, www.e-dezani.com/e-blog
Leggo sulla prima pagina de “La Padania” di sabato 6 marzo 2004, “Tintinnio di manette per Grandi Banchieri- il ghota della finanza in fibrillazione”, titolo che vorrebbe significare che le personalità più importanti del settore rischiano l’arresto. Peccato che quando si vuole indicare un’élite di un determinato settore di attività, si devescrivere gotha e non ghota, dal nome della città tedesca della Turingia dove, a partire dal 1763, era tradizione pubblicare un almanacco genealogico delle più importanti famiglie nobiliari. In fondo bisogna capirlo, il direttore de “La Padania”: lui si chiama Moncalvo (paese della bela Rusin di umbertiana memoria) e al massimo va fino a Pontida(paese del celodurismo), per cui quando uno gli parla dei ridenti paesi della Turingia, lui va un po’ in confusione; se però vuole un giorno entrare nel “gotha” del giornalismo italiano, gli conviene frequentare qualche corso di recupero.
Quello che fa rabbia è che il pagamento è obbligatorio una volta che si acquista un televisore. E’ un servizio che non si può scegliere di non utilizzare. Si dovrebbe pagare per ciò che si vuole, non per ciò che non si vuole. C’è chi ad esempio la televisione non la guarda mai, un po’ per motivi di tempo, un po’ perchè, come me, la trova noiosa e priva di interesse (per quelli che sono i miei gusti). Ha però bisogno della tv per poter guardare i dvd e le videocassette, non mi sembra giusto imporgli il pagamento del canone.
Paghiamo le tasse per costruire i ponti anche se non li utilizziamo. Se noi consideriamo che la Rai è un servizio pubblico, dobbiamo pagare una tassa per mantenerlo. E la tassa è sul possesso di un televisore. Tutto torna, in teoria. L’importante è che ci sia questo servizio pubblico e che sia di buon livello. Per questo torno al discorso iniziale. Bisognerebbe lamentarsi della qualità del servizio, non del canone. Io sarei disposto a pagare molto di più di canone se la Rai facesse programmi migliori e senza l’ossessione dell’audience. (csf)
da Alberto Arienti
C’è un conflitto d’interessi in Rai, causato dal conflitto d’interessi, che merita di essere esaminato con calma.1 – Se la Rai svolgesse il suo ruolo di servizio pubblico totalmente. incurante dell’audience (come molti anche di destra vorrebbero) farebbe un gran favore a Mediaset.2 – Per fare da contraltare a Mediaset, ruolo che alla Rai è stato assegnato con l’avvento del duopolio, la Rai è costretta a sbracare ed inseguire gli indici d’ascolto.3 – Protestare contro il canone fa molto felice Mediaset (difatti molti a destra propongono ciclicamente lo sciopero del canone).4 – C’era una sentenza della Corte Costituzionale che andava verso l’alleggerimento dei duo monopolisti per allargare ad altri il mercato, ma è stata disattesa per salvare Rete4.
da Santi Urso
La prego, mi dica che non e’ un incubo (sto esagerando col festival, e non vorrei che fosse la mappazza): ma e’ vero che nel mondo d’oggi uno, per informarsi sull’a cappella o sul madrasso deve chiedere a internet? Vuol Lei farmi credere che, a tutela delle minoranze (il madrasso, non l’a cappella) non c’e’ uno straccio di amico/a pronto/a a dire che cosa siano? e a cantare e giocare (ancorche’ ripeto le masse giochino a briscola), magari? e, peggio, che non c’e’ uno straccio di enciclopedia familiare che aiuti? ma allora se uno volesse giocare a pepatencia o terziglio, che fa? manda una sonda nell’Universo? saluti sgomenti.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Meglio precisare : il canone Rai è imposto. La qualità del servizio è in caduta libera. Quella che fino a qualche anno fa era considerata una delle migliori produttrici di televisione, oggi sta facendo di tutto, non esclusa la cosiddetta TV – spazzatura, pur di migliorare l’audience, non la qualità. Gli aumenti del canone sono continui e costanti, senza nessun miglioramento della qualità dei programmi, anzi peggiora ogni giorno di più. Che poi molta gente per vedere Sky paghi di più e veda di meno, sono affari loro. Quello della RAI, a differenza di Sky, “dovrebbe” essere un servizio pubblico, per il funzionamento del quale vengono usate le nostre palanche. Troppe volte, purtroppo, a sproposito.
Non hai torto in linea di principio. Però troppo spesso si usano frasi che sono dei luoghi comuni, delle esagerazioni. Tipo sulla nostra pelle, oppure appunto “e noi paghiamo”. Io volevo solo ricordare che paghiamo poco, che il canone è robetta in confronto a quello che spendiamo spesso in cambio di servizi pessimi senza lamentarci. Lamentarsi del disservizio Rai è giusto. Lamentarsi troppo del pagamento del canone lo trovo esagerato. Qualche pizza di meno e il canone scompare. Io mi lamento molto di più della mancata diminuzione del prezzo della benzina che dovrebbe essere automatica ogni volta che cambia il rapporto euro-dollaro od ogni volta che diminuisce il costo del barile di petrolio. Quanto costa il canone? Due pieni del serbatoio? (csf)
da Marco Trellini, dal profondo inesistente
Prova a togliere la competizione tra cantanti.Prova a non lasciare molto all’improvvisazione.Prova a non dimenticare le evocazioni emotive della tradizione sanremese.Prova a non intrattenere oltre misura gli ospiti stranieri.Ecco che lo spettacolo risulta piacevole, funziona.Peccato però che non c’entri nulla con il Festival delle (nuove) canzoni italiane. Ma proprio nulla.Ora pro nobis, Sanremo, ora pro nobis.
da Gianni Guasto
Gentile Signora, anche per le cogitazioni da vagone ferroviario che Lei tanto puntualmente ci dispensa, si dovrebbe stabilire un dosaggio massimo: l’unico libro che Battisti dovrebbe leggere, e che Sofri potrebbe suggerirgli, è l'”Apologia di Socrate”. Non so se ha presente.
da Paolo Antonuccio
Scusatemi, avevo promesso la presenza sul blog ieri sera, ma un problema con la posta elettronica mi ha impedito di interagire con voi. Per autopunirmi ho seguito il dopovespival, con brunone nostro che ha imposto alle bellone presenti (Megan Gale, Simona Ventura, la simil-Naomi) di baciare Mastella e, per la par condicio, Bossi. A un certo punto è apparso il parcheggiatore con chitarra, chissà perchè, forse Reitano aveva la macchina in seconda fila, non dovrebbe esserci un’altro motivo in un paese normale. Ed è li che ho cambiato canale, il fisico non mi reggeva più. Così sono finito su Striscia (in replica) dove ho visto due Pappalardi due e la Simo che, pistola in pugno, sparava al mago Casanova, o forse era solo un sogno, come avrebbe detto l’ottimo Pacifico.
Caro Paolo, quello che tu chiami parcheggiatore, è uno dei cantanti che oggi mi piace di più in Italia, Davide Van Des Sfross. Una volta stavo per fare una trasmissione per Telelombardia. E avevo scelto una delle sue bellissime canzoni come sigla. Poi è stato fagocitato dalla Lega. Non ne aveva bisogno. Ma rimane ugualmente bravo. Ti consiglio qualche suo Cd e ti ricrederai. (csf)