da Giorgio Guiotto
Ma come? neanche una riga, neanche una parola, niente di niente. Solo Sanremo. L’Italia, sabato, ha vinto! Per quest’anno niente cucchiaio di legno. Sabato è stata EMOZIONE e PARTECIPAZIONE allo stato puro. Grandi, grandissimi.
Quanti di voi hanno capito di che cosa sta parlando Giorgio?
Trovate raccolti in Documenti l’articolo di Michele Serra sullo sconfinamento indebito di Sanremo nell’informazione e le considerazioni di Antonio Dipollina fra festival e controfestival, entrambi dalla Repubblica di ieri, e l’intervista ad Angelo Guglielmi sul Corriere di oggi.
di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera
Negli occhi di tutti, scrisse atterrito il cronista del New York Times , restò l’immagine di una ragazza che, lanciatasi nel vuoto nella speranza di aggrapparsi all’edificio accanto, restò impigliata per alcuni interminabili secondi finché le fiamme le divorarono il vestito lasciandola precipitare. Forse era russa, tedesca, finlandese… Ma non è improbabile che quella poveretta fosse italiana. Come italiane erano almeno 39 (molti corpi erano irriconoscibili) delle 146 donne morte in quello spaventoso incendio in una fabbrica di camicie dimenticato dall’Italia e ricordato invece, per un equivoco storico, come l’atto di origine dell’8 Marzo. SEGUE
da Primo Casalini, Monza
La menata del trio Renis-Celentano-Ventura a qualcosa potrebbe servire: a rendersi conto che, come diceva Davigo qui a Monza, l’Italia è un paese a diffusa devianza. Moralismo? No. E’ il primo problema: il costo della corruzione, delle malversazioni e della delinquenza oraganizzata è una enorme palla al piede allo sviluppo, quasi peggio del debito pubblico, e le due cose sono collegate, tutti gli economisti lo sanno. Ma tanti non vogliono sentirselo dire: per questo si è sempre alla ricerca di eroi di ogni tipo, che sono alibi per distrarre, specie quando c’è di mezzo il patriottismo. Quella del trio è una estensione indebita, solo che hanno a disposizione la televisione per trasferire su di noi un problema loro, che evidentemente vivono come una simpatica opportunità, piuttosto trendy, anche. Credo che si sbaglino, fra un po’ si morderanno la lingua, perché sarà bene ricordarglielo spesso, quello che hanno detto.
da Michele Lo Chirco
Non posso fare altro che sottoscrivere le parole dell’avv. Arena: è uno dei motivi per cui continuerò a votare a destra, nonostante i molti pregiudicati che la compongono. I sinistri hanno tutte le migliori intenzioni di questo mondo, ma all’atto di metterle in pratica… bah! Sei un terrorista? Marcisci in galera! Sei un pacifista? Offri fiori, non schiaffi umanitari! E’ un comportamento schizofrenico che noi destri non possiamo permetterci, pena l’essere additati come paladini della contraddizione. E’ ora di risollevare la testa. Facciamogli capire che a destra ci siamo anche noi, oltre Berlusconi e Bossi.
da Peter Freeman
Caro Csf, l’amico Dezani non ha capito la fine allusione della “Padania”: Il giornale si riferiva, chiaramente, alla “Critica al programma di Ghota”. Smettiamola di gettare la croce su Gigi Moncalvo. Un po’ di Kultur, che diamine!
da Maurizio Capri, Bologna
Simona Ventura è l’emblema dell’italian dream ovvero caciarona e bolsa da paura è arrivata a presentare un Festival di Sanremo , che non sarà gli Oscar ma per noi italici è il massimo dopo la Messa del Papa . Non credo alle cifre che sparano su i suoi introiti ma fosse vero solo metà sarebbe un motivo in più per non pagare un canone Rai alla faccia sua (della Ventura e non di Lei, Csf).
da Daniele Dileo
La proposta ha tutta la mia approvazione. Ma sapete cosa vuol dire? L’odio per i nostri politici abbandonerebbe ogni ideologia per diventare finalmente una cosa personale tra noi e loro, visto che così conosceremmo nome e cognome di chi ci sta svuotando le tasche. Claudio, non sapevo che nel tuo programma di governo fosse compreso questo fantastico punto, a questo punto mi auguro una tua non-elezione, per il tuo bene.
da Alberto Arienti
Uno dei tormentoni che emergono ogni volta che si parla di tv è questo: la Rai è pubblica e perciò deve essere culturale, imparziale, aperta alla società, pluralista, senza pubblicità ecc.; la tv privata può fare quello che vuole, essere faziosa, trash, piene di pubblicità ecc. Tutto questo in realtà ha (o avrebbe un limite) in quanto a qualsiasi concessionario può essere revocata la concessione se il suo servizio è inadeguato.