da Franco Barone, Milano
CSF dice che non bisogna lamentarsi del “quanto” si paga, ma della qualità del servizio: lui sarebbe disposto a pagare di più, se la RAI producesse trasmissioni migliori. In fin dei conti dice, non sono i soldi… qualche pizza o due pieni di benzina in meno e il canone è pagato. Parlando solo di informazione, penso che la RAI, per come è strutturata, non può che essere asservita al regime di turno: adesso si chiama Berlusconi, prima c’era l’Ulivo e prima ancora avevano addirittura inventato tre telegiornali, per spartirseli tra DC, PSI e PCI. E per di più operando in maniera inefficiente: a prescindere dai contenuti ideologici, come mai il TG5 costa almeno 4 volte di meno di un prodotto paragonabile come il TG1? Quindi del servizio pubblico io ne farei a meno, così con i soldi del canone posso scegliere se abbonarmi a SKY, mangiarmi una pizza, fare il pieno di benzina, guardare Sanremo o il Grande Fratello: senza che qualcun altro scelga per me (lo Stato, il Garante, il Partito…). P.S.: a me l’interpretazione di Piotta della canzone di Celentano è piaciuta molto, perchè l’ha riattualizzata.
da Primo Casalini, Monza
Ca… capperi, quanto si prende sul serio Celentano! Oggi sul Corriere lusinga gli idraulici: “cose che non sono alla mia portata”, strizza l’occhio agli elèttrici: “a corrente alternata e si spegne ogni volta”, ci manca solo che col ca… cappero rosso e blu corregga i compiti, come il santo dei goliardi. La lode ai carabinieri è doverosa: “rendere omaggio alle loro gesta, a dir poco eroiche”, lo sprezzo agli intellettuali pure: “alcuni cosiddetti intellettuali” e sicuramente popolare in un paese la cui prima riforma ‘stituzzionale sarebbe il maestro Manzi. Ma pur essendo un elèttrico non lascio Quèlo, anche perché non è un guru ma un cosiddetto senza se e senza ma. Un pezzo di legno che non si atteggia a burattino, men che meno a burattinaio. Ti dà tutte le risposte e ti avverte che sono sbagliate. Un amico così va benissimo, anche se non è un criminale. Nessuno è perfetto.
da Paolo Antonuccio
Sono le 9.43 del 9 marzo e a ‘Radio anch’io’ Silvio I sta ripetendo le sue solite giaculatorie, tra cui quella di essere un perseguitato dai giudici. Ci saranno polemiche? ai posteri l’ardua sentenza.
da Giorgio Trono
Oggi noi tutti dobbiamo essere contenti perché l’Iraq ha una Costituzione. E’ un grande passo in avanti verso la libertà di quel popolo.
da Paolo Beretta
Comincio a stancarmi di sentir accomunare pacifisti, terroristi e partigiani. Cercare di imporre il proprio volere con le bombe è terrorismo, sia che le bombe le piazzino kamikaze o B-52, cercare di difendere la propria casa e la propria famiglia è essere partigiani, anche se significa usare l’esplosivo. Come hanno fatto in Italia durante l’occupazione nazista e come stanno facendo oggi in altre parti del mondo. La differenza ? E’ la stessa tra chi offende e chi si difende. Se qualcuno ancora non l’ha capita, sinceramente, non so che farci.
dall’Avv. Lina Arena
Vorrei segnalare al sig. Pino Granata che la giustizia francese ha conservato il terrorista Battisti negli anfratti di una portineria di lusso e lo ha mantenuto con i proventi dei gialli da barberia.
da Walter Vanini, (Carona) Bergamo
Caro CSF, una domanda: esiste ancora (se mai è esistita) l’informazione televisiva in Italia? Scelgo a caso un Tg, visto che ormai uno vale l’altro. Tg5 delle 13 di domenica 7 marzo. Ecco le notizie in rigoroso ordine di presentazione (e quindi di importanza?): prima notizia il trionfo della Ferrari a Melbourne, poi il resoconto sulla serata finale del Festival di Sanremo, quindi l’immancabile servizio sul maltempo con i soliti toni apocalittici. Un aggiornamento sull’ultimo attentato del conflitto israelo palestinese ma di fretta perchè incombono i servizi sull’imminente giornata del campionato di calcio. E per finire la quotidiana rubrica “Gusto dedicata ai piaceri della tavola” (sic). L’inflazione? Le pensioni misere? La scuola in fermento? I tagli alla sanità? I problemi della giustizia? Per i Tg non esistono, per loro l’Italia è un Paese spensierato. O forse non vogliono che ci intristiamo?
da Mauro Biani (http://www.maurobiani.splinder.it/)
Non vorrei apparire ossessivo, ma sono un rugbista per cui preciso: il cucchiaio di legno non va a chi arriva ultimo in classifica (come inesattamente dice Alberto Gremese), ma a chi, eventualmente, perde tutte le partite.
da Gianluca Freda
Se è a Cesare Battisti che l’Avventata Lina Arena e il suo ammiratore Lo Chirco intendevano alludere citando i “terroristi che uccidono in nome della classe operaia”, occorrerebbe almeno rilevare che Battisti è stato condannato per due omicidi avvenuti uno a Milano e uno a S. Maria di Sala (Venezia) a distanza di mezz’ora. Ce ne sarebbe abbastanza per dubitare dei giudici che hanno emesso il verdetto. Lo Chirco parla di coerenza della destra: la coerenza imporrebbe, viste le crociate garantiste, di nutrire dubbi su una tale condanna, anche se è riferita ad individui dal torbido passato che non hanno potuto candidarsi al ruolo di Premier.
Non è necessaria l’ubiquità per i mandanti.
Vedendo la partita di sabato due sono le cose che mi hanno colpito. Quando l’arbitro ha commesso un errore a sfavore dell’Italia, i due commentatori tv hanno detto con toni pacati pressapoco così: “Non vogliamo processare l’arbitro, ma riteniamo abbia sbagliato, come può capitare ad un qualsiasi giocatore”. E tutto è finito lì. Secondo episodio. In base, suppongo, ad una consuetudine rugbistica, alla fine della partita gli scozzesi su due file opposte hanno salutato con applausi i giocatori italiani che tornavano negli spogliatoi. Poi penso a certi giornalisti (anche del Corsera) che si lasciano andare a commenti indecenti sugli arbitri, dopo aver visto per dieci volte alla moviola, da dodici angolazioni diverse un millimetrico fuorigioco discutibile pure e penso a certi giocatori piacchiatori dentro e fuori il campo.