da Paolo della Sala
In risposta al sig. Beretta, e al suo “se le colleghe di sua moglie volevano scioperare…”, ribatto che:1. L’argomento non era quello, ma cosa può fare chi non vorrebbe scioperare né accettare in toto una legge.2. In ogni caso, resta valida l’ipotesi che molte persone scioperano per non far vedere che non scioperano. Trattasi di intimidazione invisibile e involontaria, certo, ma…
da Pino Granata
Ormai ogni giorno ci sono militari e civili americani che muoiono in Iraq. Mi rattrista molto che nessuno abbia parole di pietà anche per queste vite che vengono stroncate quotidianamente. Il fatto che molti di loro siano volontari non cambia le cose di una virgola. Loro se ne vanno e madri, mogli, figli amici, parenti soffrono per la loro morte. No, non condivido il cinismo di coloro che pensano che se lo sono scelto loro. Almeno di fronte alla morte esprimiamo il nostro dolore per tutte le vittime di qualunque parte esse siano.
da Santi Urso
Molto divertente l’ossimoro carpiato delle 17.23 del 30 u.s. sull’Indipendente. Ma c’e’ un buco nella Sua memoria: Feltri non falli’ affatto.
da Paolo Beretta
E’ più che evidente che Trantino deve aver scambiato CSF per un’altra persona: Claudio non è giovane.
Seconda puntata
Ad un certo punto mi metto a fare un gioco. La sala è ormai piena piena. Io mi siedo ad un tavolo con Luca Telese, giovane (?) giornalista del Giornale che conobbi ai tempi di Cuore. Scriviamo i nomi dei presenti ed io scopro che ne ho già intervistati una caterva (il che vuol dire forse che devo smetterla), La Russa, Gasparri, Santanché, Jannuzzi, Marzullo, Rosi Greco, Irene Ghergo, Massimo Teodori, Giordano Bruno Guerri, Mughini, Chessa, Trantino, Barbara Palombelli, Maurizio Belpietro, Pigi Battista, Antonio Polito, Marina Valenzise, Donna Assunta Almirante, Maria Giovanna Maglie, Claudio Velardi. E c’è anche qualcuno che mi ha detto di no: Berlusconi, Alda D’Eusanio, Bruno Vespa e forse anche altri che non riconosco o che non individuo. Nel bailamme…Non vedo per esempio della gente che ha invece visto Livia Michilli del Corriere. Non vedo Toni Renis, non vedo Mogol, non vedo Gianni Letta, non vedo Giuliano Urbani, non vedo Gianni Alemanno. Però vedo Lando Buzzanca, Carlo Mazzantini, il falso Valentino, Andrea Pamparana, Magnaschi, D’Agostino, Alain Elkann, Altero Matteoli, Cattaneo. Vedo anche il ministro Castelli ma poi mi viene il sospetto di aver preso un abbaglio. Insomma, gran bella gente. Con Italo Cucci e Francobaldo Chiocci ci fermiamo a parlare dei tempi di mio padre, quando il giornalismo sportivo era una cosa seria e io mi rendo conto che parlo con colleghi dell’altra generazione. Trantino, presidente della commissione Telekom Serbia che ho intervistato tre mesi fa, mi incrocia, fa finta di riconoscermi e invece mi scambia sicuramente per un’altra persona , almeno spero, visto che mi apostrofa: “Ah, il giovane serbo!”. 2) segue
da Michele Lo Chirco
Mi ricordo l’Indipendente, in special modo quello di Feltri: erano i primi anni 90, uscivo appena dal liceo, e un titolo, feroce ma preciso, di quel giornale mi rimarrà sempre impresso. Il giorno dopo gli attentati mafiosi di Roma (senza vittime) e Milano (con vittime), il giornale titolò: “Il Palazzo piange le pietre”, o qualcosa di simile. E di quei tempi ricorderò sempre con affetto l’Italia Settimanale e La Peste, esempi di un’editoria di destra di cui oggi esistono solo pallidi sembianti.
Qualche giorno fa, Gianni Guasto suggeriva che anche il Governo Berlusconi, dopotutto, ne aveva fatta una giusta: la patente a punti. Ho scoperto, però, che le cose stanno in maniera un poco diversa. La Legge che introduce il concetto di Patente a Punti è la n. 85 del 22/3/2001 (art. 2 comma1-qq e segg.), presentata in Parlamento dall’allora Ministro dei Lavori Pubblici Antonio di Pietro il 25/7/96, approvato in aula il 31/1/2001 ed al Senato l’8/3/2001. Le firme in calce sono del Presidente della Repubblica Ciampi, del Presidente del Consiglio Amato, del Ministro dei lavori pubblici Nesi, del Ministro dei trasporti Bersani e del Guardasigilli Fassino. Berlusconi non si smentisce neanche qui: se l’idea è buona è mia, per il resto è colpa loro.
da Mirko Bedetti
Mentre csf si abbuffava al Gambero Rosso, andavano in onda Tremonti a Ballarò e Berlusconi a L’Alieno (mai titolo fu più calzante), che proponevano un nuovo leitmotiv: prossimamente le imposizioni fiscali calerano fino al 33% del reddito. Come? Chiedevano i conduttori. Stiamo studiando. Se il gettito fiscale diminuisce di una parte così rilevante, le risorse per far funzionare la cosa pubblica vanno reperite con tagli ingenti. Diminuiranno le risorse per i servizi sociali? Certamente no, ma stiamo studiando. Dove pensate di tagliare? Stiamo studiando. Prima di giugno? Stiamo studiando.
Servizio gratuito “sputtanarne uno per educarne cento”: invece con l’apostrofo non ci vogliono spazi, né PRIMA né DOPO.
da Giorgio Guiotto
Non la state facendo un po troppo lunga? Mi sembrate quelle coppie di V.I.P. che quando si lasciano lo fanno tramite agenzie stampa. Suvvia, continuate a scrivere, il bello sta proprio in quello, nel divertirsi, nel punzecchiarsi, nel confrontarsi, senza offendersi o farsi seghe mentali. Non potete pensare di essere sempre nel giusto e di essere immuni da “attacchi”, i commandos sono ovunque, di quà e di là…
dall’avv. Lina Arena
(…) E’ possibile ed umano che si suggerisca il rifiuto della stretta di mano al mafioso? Ma chi è mafioso? A sinistra si profila una politica sociale fatta di esclusivismi e pregiudizi, tipica della politica da clan.